In occasione del suo incontro (scontro?) con Esàv, la Torà ci racconta di come Ya’akòv si prepari all’evento. Il commento di Rashì sul testo all’inizio della parashà, ci spiega la tattica che Ya’akòv impiega per affrontare il fratello che si presenta armato con 400 uomini al seguito. Per prima cosa Ya’akòv invia dei doni importanti al fratello, nel tentativo di riappacificarsi ed evitare lo scontro fisico. In secondo luogo Ya’akòv prega D-o dimostrando la sua profonda umiltà e devozione. In ultimo, si prepara anche ad affrontare una guerra, dividendo in tre parti il suo accampamento. Questa tattica multipla non è solo l’insegnamento di come Israele debba confrontarsi con i suoi nemici nel corso dei tempi (in differenti riprese, sono state applicate tutte le tattiche di cui sopra), ma anche di come relazionarsi con il nostro nemico interiore, l’inclinazione al male. I Saggi ci insegnano infatti che la preghiera è davvero essenziale e importante, ma altrettanto lo sono le azioni.