L’inizio della parashà racconta della preparazione all’incontro fra Yaakòv ed Esàv. Quest’incontro avviene dopo 20 anni di separazione e rischia di trasformarsi in uno scontro sanguinoso: infatti Esàv viene incontro a Yaakòv con 400 uomini. Rashì ci spiega che Yaakòv si preparò in tre modi a quest’incontro: 1) con il dono – inviando doni a Esàv – , 2) con la preghiera, 3) preparandosi alla guerra. L’autore del commento Niflaot Chadashot si chiede se la preghiera non viene esaudita a cosa possono giovare i doni o la guerra?!
Il senso è: pregare che il regalo facesse il dovuto effetto, o che l’eventuale scontro armato volgesse a suo favore. Infatti così si comporta lo tzaddìk: egli non fa esclusivamente conto sull’intervento divino “nes- miracolo”, bensì adotta tutti i provvedimenti che gli competono, e poi prega Dio Benedetto che le sue azioni diano il frutto sperato.