Questo Shabbat inizieremo a leggere il libro di Vaikrà, terzo libro della Torà.
Esso è conosciuto anche come “Torat ha Cohanim – la legge dei Cohanim” e quindi per questo, chiamato anche Levitico.
Uno dei compiti dei Cohanim era quello di riconoscere quando un ebreo era affetto da una certa malattia che lo rendeva impuro (neg’a tzara’at) e per questo stabiliva un periodo di quarantena, più o meno lungo.
La quarantena o l’isolamento non aveva il solo scopo di tener lontano dalla società il malato, ma anche quello di farlo riflettere sul suo comportamento in mezzo alla società.
Infatti, colui che era colto da questa condizione, si atteneva scrupolosamente a ciò che il Cohen gli diceva di fare, senza agire autonomamente. Oggi, siamo tutti in quarantena a causa di questa nuova epidemia; tutti però siamo insofferenti ad essa ed ognuno, nonostante le ristrettezze emanate dai governanti, decide autonomamente se uscire fra la gente.
Il Cohen decideva che la quarantena durava sette giorni; poi però, se non era ancora guarito, la si prolungava, finché non era guarito completamente.
La stessa cosa abbiamo il dovere di fare noi; non sappiamo quanto durerà l’epidemia, ma certamente avremo il tempo di riflettere sul nostro comportamento e sul male che è stato fatto a questo nostro pianeta. Soltanto quando saremo capaci di affrontare un nuovo rapporto con esso e con il nostro prossimo, probabilmente saremo tornati in grado di uscire da questo isolamento forzato.
Shabbat Shalom