Con questa parashà, che leggeremo shabbat, la Torà ci presenta un nuovo personaggio: Josef, che Giacobbe aveva avuto dalla sua amata Rachel dopo essersi sposato con lei da molto tempo.Josef è considerato, da chiunque si accinga a leggere il testo della Torà, il figlio prediletto da Giacobbe, il quale, si rende ostinati a lui tutti gli altri figli a causa delle disparità di attenzioni.Rabby Ovadià Sforno commenta questo dicendo che per pochi grammi di lana, con cui è fatta la tunica che Giacobbe regala a suo figlio, viene messa a repentaglio la vita e il futuro del popolo ebraico.Infatti, a causa della “tunica a strisce” che Giacobbe regala a suo figlio, Josef viene odiato dai fratelli i quali dapprima tramano di ucciderlo ma poi, presi dal rimorso, lo vendono a dei mercanti, i quali lo porteranno in Egitto e da lì, tutti i suoi discendenti diverranno schiavi del Faraone.È per questo motivo che dalla parashà si impara che nei confronti dei figli non deve essere fatta alcuna imparzialità, in quanto essi debbono essere considerati tutti allo stesso modo e, soprattutto, dimostrando imparzialità ai loro occhi.
Analizzando obiettivamente il testo della Torà, possiamo però notare che non era tanto Giacobbe a fare imparzialità fra Josef e gli altri suoi figli, quanto Josef stesso per mezzo di un atteggiamento che non poteva altro che attirarsi le antipatie di tutti coloro che gli erano intorno.A proposito di ciò, Rashì commenta il verso in cui è scritto:“Josef aveva diciassette anni ed era un fanciullo” dicendo che non c’era alcun bisogno di ribadire che era un fanciullo, avendo detto che aveva diciassette anni.Egli commenta, dicendo che solitamente a diciassette anni un ragazzo cerca di mostrarsi più maturo dei suoi anni, mentre Josef, non badava affatto a ciò, anzi si comportava come un vero fanciullo.Detto ciò Rashì riporta tutta una serie di cose che Josef fa nei confronti dei suoi fratelli, riportando al padre le loro malefatte (vere o false) ma che sicuramente, inducono costoro a liberarsi di lui definitivamente.È comunque la sorte che capita ad una persona che dovrà in seguito, per colpa di una motivazione anche negativa, cambiare il suo atteggiamento da negativo a positivo.Josef è fondamentalmente l’unico dei padri di Israele ad essere chiamato con l’unico appellativo di Zaddik-giusto.
Shabbat shalom