Raramente capita che nel sabato in cui si legge questa parashà cada il primo giorno della festa di Chanuccà.
Infatti, quest’anno, il primo giorno di Chanuccà, cade di shabbat ed è per questo motivo che avremo sia il primo giorno che l’ultimo di shabbat, ovvero due sabati nella stessa festa.
Nella parashà di Va Jeshev, si narra la storia di Josef, figlio di Giacobbe e della donna che egli amava di più – Rachele.
Nella Torà troviamo scritto, proprio nei primi versi della parashà, “ elle toledot Ja’akov Josef…..”
“questa è la storia di Jaakov, Josef” e da lì inizia a narrare la storia di Giuseppe.
Tutti i lettori si aspettavano invece, che la Torà avesse iniziato a raccontare la storia di Giacobbe o almeno parte di essa.
Rashì, nel suo commento, spiega che tutto ciò che è accaduto a Giacobbe, accadrà a Giuseppe nella sua vita; cioè:
Giacobbe andò in esilio fuori della terra di Canaan, anche Giuseppe andrà in esilio fuori della terra di Canaan.
Giacobbe era ricercato da suo fratello per essere ucciso, a causa della benedizione della primogenitura, anche Giuseppe verrà ricercato dai suoi fratelli per essere ucciso a causa della predilezione da parte di loro padre nei suoi confronti.
Giacobbe visse lontano da suo padre per venti anni, anche Giuseppe visse lontano da suo padre per venti anni e così via per tante altre cose.
Anche se il comportamento di Giuseppe, per chi lo ha studiato a fondo può infastidire: Egli a diciassette anni si comportava come un vero e proprio bambino: (Rashì dice che si imbellettava, passandosi il colore sugli occhi), riportava i pettegolezzi dei suoi fratelli al padre, si poneva nella condizione di non essere benvoluto, tant’è che ad un certo punto, viene ripreso anche da suo padre, nonostante ciò, egli non viene chiamato a differenza dei suoi predecessori con l’appellativo di “AV” “patriarca” bensì di Zaddik – Giusto.
Forse questo termine può essere considerato di minore importanza, rispetto a quello di patriarca, in quanto Abramo era patriarca, ma anche definito direttamente da D.o Zaddik.
Lo Zaddik, secondo altri commentatori ha degli oneri maggiori del patriarca; egli è colui che mette a repentaglio la sua vita per salvare il suo popolo o addirittura l’umanità.
Secondo tutti gli esegeti, esiste un nesso ben profondo fra la festa di Chanuccà, che iniziamo a festeggiare proprio questo shabbat e la parashà di va jeshev, per meglio dire c’è un nesso ben profondo fra la vita e le opere di Giuseppe e la vita e le opere dei Maccabei, eroi del popolo ebraico le cui gesta vengono celebrate proprio di Chanuccà.
Tutti noi conosciamo le gesta eroiche dei fratelli Asmonei, chiamati in seguito con l’appellativo di Maccabei per la loro forza e tenacia nel combattere il nemico.
La festa di Chanuccà celebra il riordinamento di uno stato confusionario, provocato dalla cultura ellenica che pretendeva di inculcare i loro usi e tradizioni alle popolazioni da loro conquistate e quindi anche alla popolazione ebraica che viveva in terra di Israele.
I Maccabei attraverso la loro ribellione a quelle tradizioni pagane, che fra l’altro tanto successo avevano riscosso anche fra alcuni ebrei (soprattutto nelle classi dei nobili), riescono a riaccendere le “luci” per far chiarezza sulle millenarie tradizioni ebraiche che venivano osservate ininterrottamente, sin dai tempi dei nostri patriarchi, ripristinando così anche il culto del monoteismo.
La loro identità ebraica, non fu mai nascosta, anche a costo di rimetterci la propria vita, allo stesso modo di quando Giuseppe venduto in Egitto – paese conosciuto da tutte le popolazioni dell’epoca per la sua dedizione proverbiale al paganesimo, sin da schiavo presso la casa del ministro Potifar, sia nella condizione di carcerato perché calunniato dalla moglie di Potifar di aver tentato di violentarla, sia da Viceré d’Egitto, ma negò le sue origini e le sue tradizioni ebraiche “na’ar ‘ivrì anokhi” “ io sono un fanciullo ebreo”, anche a repentaglio della propria vita.
Il paganesimo è il simbolo della assoggettazione dell’uomo sul suo fratello, la negazione dei diritti umanitari e la supremazia di un potere sull’altro (ci basti pensare soltanto sull’istituzione dei sacrifici umani in uso presso quei popoli o all’istituzione della schiavitù), l’ebraismo ne è l’esatto opposto.
Chanuccà, potremmo definirla l’esaltazione del monoteismo e la sconfitta delle imposizioni di un uomo sul suo prossimo; se ogni popolo libero ha una sua bandiera, la bandiera del monoteismo può essere sicuramente la lampada di Chanuccà, che da venerdì sera inizieremo ad accendere per otto sere consecutive.