Il midrash (Yalqut Shim’onì Shelach 750) paragona le mitzwot a degli angeli che ci accompagnano: “R.Eli’ezer ben Ya’aqov dice chi ha i tefillin alla testa e i tefillin al braccio, la mezuzah alla porta e lo tzitzit al vestito, si può presumere che non peccherà, come è detto (Qohelet 4,12): la corda a tre capi non si rompe tanto presto, e dice (Tehillim 34,8): L’angelo del Signore si accampa attorno a coloro che Lo temono e li libera”.
Queste tre mitzwot hanno un aspetto in comune, che è il legame con la misura del terzo: i tefillin vengono posti nel terzo superiore del braccio (gli arti superiori sono divisi in tre parti, mano avambraccio e braccio); nello tzitzit un terzo è costituito dai fili intrecciati e annodati, e due terzi da fili liberi; la mezuzah viene posta nel terzo superiore dello stipite della porta.
Per spiegare l’importanza di questa misura la si può individuare all’interno del mishkan nei cherubini che erano sopra all’aron. L’aron era alto 9 palmi e il coperchio che lo ricopriva un palmo, complessivamente dieci palmi. La Torah non indica invece esplicitamente l’altezza dei cherubini. I chakhamim in massekhet Sukkah (5b) hanno stabilito un principio secondo cui i cherubini raggiungevano un’altezza corrispondente ad un terzo di quella complessiva del mishkan. Il mishkan era alto complessivamente 60 palmi, e quindi l’aron assieme ai cherubini raggiungevano i 20 palmi. I cherubini che erano nel Santuario edificato dal re Shelomò, che era alto 30 cubiti, erano alti 10 cubiti, e la proporzione era quindi rispettata.
Il Midrash (Bereshit Rabbà 68,12), riferendosi alla scala di Ya’aqov, afferma che l’angelo misurava un terzo del mondo basandosi su un versetto nel libro di Daniel “il suo corpo era simile al topazio (Tarshis)”, termine che i chakhamim spiegano come composto di trè, due in aramaico, e shesh. L’angelo misura quindi 2/6, cioè 1/3 del mondo. Non è chiaro però, oltre al tema ricorrente della misura del terzo cosa intenda dire il midrash attribuendo una misura fisica ad un essere spirituale come l’angelo.
Il Talmud Yerushalmi nel trattato di Sukkah pone un principio geometrico secondo il quale un oggetto che viene posto a terra, affinché possa essere considerato stabile, debba avere una base pari almeno ad un terzo dell’altezza. Il Talmud pone un’obiezione a partire dalle torce che venivano poste nel cortile del tempio durante la festa di Sukkot, che arrivavano a 100 cubiti di altezza, e non potevano di certo avere una base pari ad un terzo dell’altezza, rispondendo che rimanevano in piedi per via di un miracolo.
Il principio posto dai chakhamim si basa sul fatto che un essere umano, che è alto fino alle spalle circa tre cubiti poggia su una base di un cubito quadrato. L’idea del terzo rappresenta quindi il baricentro.
Nel Talmud Yerushalmì (Shevi’it 2,5) compare un altro insegnamento, apparentemente slegato, che richiama la stessa misura. Il momento da cui si deve prelevare la decima dai prodotti della terra è quello di un terzo della crescita. Prima di allora il prodotto è esente dalle decime. Perché? Sino a quel momento i semi non sono vitali. Se vengono piantati non generano nuovo prodotto. Un terzo della crescita rappresenta pertanto il momento in cui diviene possibile la continuità. Il terzo non è solo il baricentro da un punto di vista fisico, ma anche spirituale.
Il principio non vale solo nel mishkan e nel mondo vegetale, ma anche per noi esseri umani, che attraverso le mitzwot possiamo portare avanti la nostra missione.
Un terzo è anche la misura che garantisce ad un’entità di mantenere la propria natura. I saggi del Sinedrio non potevano abbandonare il Santuario, ma c’erano delle circostanze legali per le quali potevano abbandonare il loro posto. Era indispensabile che rimanessero però almeno un terzo del numero originario, 23 su 70, che costituisce il numero di giudici che danno vita al cosiddetto “piccolo Sinedrio”, mentre quello di settanta viene chiamato “grande Sinedrio”.
Questa stessa logica è applicabile anche alla durata della vita dell’uomo. I Salmi (90,10) fissano la durata media della vita umana in 80 anni. Questo periodo si divide a sua volta in due parti. L’amorà Shemuel, che era anche esperto di medicina, affermava che sino ai quarant’anni si deve mangiare più che bere, mentre dai quarant’anni in poi si deve bere piuttosto che mangiare (Shabbat 152a). La crescita dell’uomo si protrae sino ai quarant’anni e in questo periodo si devono fornire all’organismo gli elementi, essenzialmente solidi, necessari per la crescita. Da quel momento in poi ci si deve invece preoccupare che il corpo non “appassisca”, e per questo si deve fornire una maggiore quantità di liquidi all’organismo. Qual è il senso di questo insegnamento? Nella prima parte della sua vita l’uomo si preoccupa di se stesso, e solo in un secondo momento si dedica agli altri. Per questo motivo il momento più adatto per insegnare è intorno ai quarant’anni (Sotah 22b). Il Talmud nel trattato di ‘Avodah zarah (5b) dice che Mosheh riconobbe al popolo ebraico di avere le capacità necessarie per entrare in terra d’Israele solo dopo aver passato quarant’anni nel deserto, ed aver quindi raggiunto la maturità. In quel momento infatti stavano per assumere su di loro la responsabilità collegata all’ingresso nella terra.
Questo può spiegarci la scelta di fissare il momento del bar mitzwah a 13 anni, che è un terzo di 40. A questa età il bambino, diviene potenzialmente un uomo, e diviene responsabile delle proprie azioni, così come, almeno teoricamente, potrebbe generare a sua volta dei figli, e garantirsi pertanto una continuità.
Il midrash (Shemot Rabbà 28,1), parlando delle tavole della legge, dice che misuravano 6 palmi, due erano nelle mani di H., due nelle mani di Mosheh, e due rimanevano liberi. La Torah, che proviene da mondi superiori, è stata, sebbene ne “teniamo in mano” solamente un terzo, interamente consegnata agli uomini, ma il nostro compito principale, non potendo noi da soli completare il lavoro, è quello di garantire la continuità, trasmettendola alle generazioni successive, e questo è il baricentro della nostra missione nel mondo