Nella Parashà di Vayakhel, Moshè dice al popolo ebraico che D-o ha nominato Betzalel capo artigiano per costruire il Tabernacolo. Il Talmud (Berachot 55a) spiega che Betzalel ottenne questa posizione grazie alla sua grande saggezza: “Sebbene D-o inizialmente avesse comandato a Moshè di costruire il Tabernacolo e solo successivamente di costruire l’Arca, quando Moshè disse a Betzalel cosa costruire, invertì l’ordine delle istruzioni. Betzalel chiese a Moshè: Se la via del mondo è quella di costruire prima una casa e dopo riempirla di mobili, perché costruire i mobili prima della struttura? Forse D-o aveva comandato che il Tabernacolo e l’Arca fossero costruiti in un ordine diverso? Moshè capì da questa intuizione che Betzalel era saggio e che il nome Betzalel (dalle parole “betzel E-l”, “all’ombra di D-o”) era adatto a lui. Il Midrash Shemot Rabbà ha una prospettiva apparentemente contraddittoria riportando come il versetto “Betzalel costruì l’Arca” (Shemot 37:1) chiarisce il versetto dei Tehillim che afferma: “Dà a una persona saggia, e aumenterà la saggezza”. In che modo questo versetto è un riferimento a Betzalel?
Il Midrash afferma che quando Moshè disse a Betzalel di costruire il Tabernacolo, Betzalel gli chiese quale fosse la sua natura. Moshè rispose che sarebbe stato il luogo in cui avrebbe dimorato la Presenza Divina, dal quale D-o avrebbe insegnato la Torà al popolo ebraico. Betzalel chiese dove sarebbe stata collocata la Torà, Moshè spiegò che prima sarebbe stato costruito il Tabernacolo, e poi sarebbe stata realizzata l’Arca, nella quale mettere la Torà. Betzalel rispose che questo non era onorevole nei confronti della Torà, quindi, avrebbe realizzato prima l’Arca. Questo Midrash sembra contraddire il passaggio talmudico citato precedentemente. Cosa fu costruito per primo e perché l’ordine di costruzione è importante?
Secondo lo Shem miShmuel esistono due approcci nel servire D-o. L’approccio adatto alla maggior parte delle persone è quello di studiare prima la Torà, in modo che la conoscenza che acquisiamo consentirà di migliorarci e riempire la mente con la consapevolezza di D-o per poi infondere questa consapevolezza alle membra del nostro corpo per perfezionare il nostro comportamento. Il secondo approccio è applicabile solo a una ristretta élite e consiste nel santificare innanzitutto il nostro comportamento, lavorando per eliminare eventuali difetti caratteriali e impegnandoci per perfezionare le nostre azioni. Solo dopo aver fatto questo, meriteremo di essere “riempiti” di Torà. Sulla base di questa idea, possiamo cominciare a risolvere la contraddizione tra l’ordine degli eventi riportati nel Talmud e quelli riportati nel Midrash.
Dobbiamo innanzitutto comprendere la connessione tra le due strutture di cui abbiamo parlato, il Tabernacolo e l’Arca, e i due elementi di cui parla lo Shem miShmuel, la mente e il corpo. Il Tabernacolo, costruito utilizzando il lavoro fisico e artigianale, rappresenta il controllo fisico delle membra, mentre l’Arca dove è collocata la Torà, rappresenta la ricerca e la conoscenza della Torà. Le Parashiot di Terumà e di Vayakhel trattano entrambe della costruzione del Tabernacolo. Sebbene la Parashà di Terumà preceda la Parashà di Vayakhel nella lettura della Torà, il commentatore Levush haOra scrive che gli eventi riportati nella Parashà di Terumà hanno avuto luogo cronologicamente dopo quelli riportati nella Parashà di Vayakhel. La base di questo commento è ricavata dal primo versetto della Parashà di questa settimana: “E Moshè radunò il popolo” (Shemot 35:1). Rashi afferma che questo incontro ebbe luogo il giorno dopo Yom Kippur, quando Moshè informò il popolo che avrebbero potuto ottenere l’espiazione per il Vitello d’Oro costruendo il Tabernacolo. Questo è il momento in cui Moshè menziona prima il Tabernacolo e poi l’Arca. In un secondo momento, nella Parashà di Terumà, Moshè insegna al popolo quello che il Tabernacolo avrebbe dovuto contenere, menzionando prima l’Arca e poi il Tabernacolo.
Secondo lo Zohar, Moshè fu perseguitato dalle forze del male fin dalla sua giovinezza. Dovette sforzarsi moltissimo per affinare le sue azioni e il suo comportamento. Solo dopo aver perfezionato il suo carattere meritò di ricevere la consapevolezza e la comprensione della Torà. Questo è il motivo per cui inizialmente dà istruzione di costruire prima il Tabernacolo, che rappresenta l’azione fisica e il cambiamento comportamentale, l’approccio appropriato solo per pochi eletti, quello che ha funzionato con Moshè. Il Midrash, in cui Moshè menziona prima la costruzione del Tabernacolo, si riferisce quindi alle istruzioni fornite nella Parashà di Vayakhel. L’obiezione di Betzalel implica che esiste un metodo alternativo e più adatto a molti per avvicinarsi a D-o. Moshè si dimostra d’accordo con la valutazione di Betzalel e, nel suo successivo discorso al popolo, in Parashat Terumà, inverte l’ordine di costruzione. Questo è l’approccio a cui fa riferimento il Talmud, quando Moshè dice a Betzalel di costruire l’Arca prima del Tabernacolo.
Alla luce di queste spiegazioni possiamo comprendere non solo come non ci sia contraddizione, ma anche ricavare un insegnamento importante. Nel dare istruzioni per la costruzione del Mshkan, D-o dice che ad opera completata, avrebbe dimorato in mezzo al popolo ebraico. I Chachamim insegnano che ognuno di noi ha la potenzialità di rappresentare un Mishkan in miniatura. Le istruzioni per realizzarlo risiedono nell’ordine di costruzione di Betzalel. Il modo per permettere di vivere una vita ebraica risiede nello studio della Torà, nell’osservare le mitzvot e negli atti di chesed e di giustizia