Come moltissime altre parashot della Torà, anche la nostra inizia con la parola “vaidabber – e parlò”. Nella parashà di questo shabbat, troviamo questa espressione ripetuta undici volte e ciò ha dato adito a varie interpretazioni.
Nella parashà troviamo anche il racconto delle tre piaghe centrali che colpiscono l’Egitto e che sono
Arov (miscuglio di belve), Dever (pestilenza) , Shechin (ulcere).
Quella centrale rispetto a tutte le altre, è Dever.
La parola “dabber” ha una radice “dbr” ed è la stessa radice di dever.
Secondo i commentatori, l’espressione “dabber” ha sicuramente un forte legame con la nevuà – la profezia; quella stessa espressione si ritrova sia a proposito di Mosè che di tutti gli altri Profeti di Israele, riguardo il loro operato.
In effetti la nostra parashà ci predice ciò che si realizzerà nella parashà che leggeremo il prossimo Shabbat in cui viene narrata la preparazione all’uscita dall’Egitto.
Mosè e Aharon che con tanta pazienza, più volte si recano dal Faraone a chiedergli di liberare il popolo dalla schiavitù, prediranno sia a lui che al popolo che di lì a poco, nonostante i molteplici rifiuti, il Signore li libererà per condurli verso la strada della libertà e di Eretz Israel.
Nulla può essere fatto contro la volontà di D-o.
Shabbat shalom