Poche luci e molte ombre di un convegno su antisemitismo e islamofobia a Milano
Guido Guastalla – Anna Sikos
Quello che si è verificato ieri a Palazzo Marino, sotto l’egida del Comune di Milano (ufficiale e politica) e con il coinvolgimento delle massime Istituzioni ebraiche italiane e milanesi (UCEI e CEM) è semplicemente mistificatorio e umiliante per noi tutti. L’oggetto della polemica non sono i discorsi dei singoli musulmani o le posizioni delle rappresentanze islamiche intervenute, tutti più dignitosi di molte nostre rappresentanze.
Si aggiunga a ciò la struttura delirante di chi ha pensato un convegno di tre ore, senza pause, facendo parlare oltre una quindicina di persone, che peraltro non hanno potuto né interloquire tra loro né con il pubblico: un convegno “sovietico”, da questo punto di vista.
Le parole di Gabriele Nissim secondo cui “cosa c’entriamo noi, comunità ebraica, con l’ambasciata di Israele”, nel contesto del suo intervento e a fronte del dialogo con i musulmani in quella sede, fanno rabbrividire, come pure il pessimo interrogativo se vivano oggi peggio in Europa gli ebrei o i musulmani. Vogliamo contare i morti, gli attentati e le intimidazioni registrate nell’ultimo decennio?! Per non parlare delle definizioni “improbabili” da lui date del controverso lemma (controverso anche per i musulmani, data la storia della parola e il suo primo uso –su cui, per inciso, non c’è stato accenno alcuno) “islamofobia”.
Il direttore del CDEC Gadi Luzzatto Voghera non è riuscito a dire ufficialmente –e neppure ad accennare brevemente storicamente, dato il suo ruolo- che esiste un antisemitismo specifico, autonomo, proprio del mondo islamico, dagli albori dell’Islam ad oggi, con una sua storia ben precedente la nascita dello Stato di Israele. E questo antisemitismo ha avuto contatti e rimandi con quello cristiano, pur avendo vita autonoma. Tutto questo è stato taciuto, proprio in quel contesto, con buona pace di Poliakov, Lewis e Wistrich.
Gadi Schoenheit è riuscito a sostenere che ebrei e musulmani siano semiti! Un’enormità: arabo ed ebraico sono lingue semitiche, mentre ebrei e musulmani non sono “razze”. La confusione tra discorso linguistico (individuato da uno studioso austriaco tra Settecento e Ottocento) e discorso (falso e criminogeno!) razziale fu un caposaldo del pensiero e della pratica razzisti, oggi purtroppo recuperato goffamente in un simile, delicato convegno proprio da una nostra rappresentanza ufficiale.
Si è poi riuscito inusitatamente a sostenere che il ponte tra l’antisemitismo (“spogliato della sua dimensione religiosa”: …che vuol dire??? E, allora, la limpieza de sangre di inquisitoriale memoria???) e l’islamofobia (“fuori dalla sua dimensione religiosa”: ….e, ancora, che vuol dire???) sia un generico problema xenofobo razzista. Un’enormità che si commenta da sé. Il moderatore Tondelli, che ha perfino fatto riferimento a Charlie Hebdo, curiosamente, come peraltro nessuno dei relatori da parte ebraica, ha citato le decine di centinaia di migliaia di vignette antisemite che popolano da decenni i quotidiani e la stampa islamica, dall’Iran ai Paesi Arabi al Pakistan, non riuscendo al riguardo a aprire un dibattito serio e rispettoso con i musulmani. Complimenti all’inettitudine colpevole e irresponsabile di organizzatori e oratori ebrei!
Le uniche due relazioni che si sono discostate da questa nostra “bancarotta” sono quelle della Presidentessa dell’Unione, Noemi Di Segni, e di Vittorio Robiati Bendaud. Ringraziamo l’Imam Yahya Pallavicini e gli altri musulmani intervenuti per la loro disponibilità e correttezza.
La registrazione integrale del convegno:
http://www.radioradicale.it/scheda/513715/antisemitismo-e-islamofobia-due-facce-della-stessa-medaglia