RABBINO DAL 1951 AL 2001
Sarà un pezzo dell’attuale via Catalana, davanti alla sua abitazione e di fronte al Tempio Maggiore di lungotevere Cenci. Ebbe lo straordinario merito di evitare che le atroci ferite inferte alla sua Comunità si trasformassero in altro odio. La prossima settimana (probabilmente giovedì 31) Roma dedicherà una via a Elio Toaff, il Rabbino che guidò la Comunità ebraica romana per mezzo secolo, dal 1951 all’ottobre 2001. Sarà molto significativamente un pezzo dell’attuale via Catalana, davanti alla sua abitazione e di fronte al Tempio Maggiore di lungotevere Cenci. E si tratterà di un omaggio di tutta Roma: di quella ebraica, di quella cattolica, di quella, invece, non credente. Perché Toaff, nella sua opera religiosa e civile, è riuscito a unificare la nostra città, aprendo canali di dialogo e mettendo da parte antiche e nuove divisioni.
Tutto questo prevedeva la rivendicazione orgogliosa dell’ identità ebraica romana: perché nessun confronto può nascere tra chi disconosce le proprie radici. Ma lo straordinario merito di Toaff è stato quello di evitare che le atroci ferite inferte alla sua Comunità si trasformassero in altro odio. Nel dopoguerra toccò a lui riportare gli ebrei romani verso una vita nuova dopo l’atrocità del rastrellamento nazista nel Ghetto. Così come toccò a lui far sì che, dopo l’attentato degli estremisti palestinesi contro la Sinagoga nell’ottobre 1982, la Comunitâ ebraica non si racchiudesse in un fortino assediato. E poi è suo merito l’aver accolto tra gli ebrei romani papa Giovanni Paolo II, dopo secoli di antiebraismo cattolico. La nuova via Elio Toaff celebra un grande uomo che fa onore a Roma e alla sua storia più nobile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA 24 ottobre 2019 | 07:40© RIPRODUZIONE RISERVATA