Claudia De Benedetti
Da gennaio a Buenos Aires è tornata la crisi economica ed anche la grande comunità ebraica cerca di affrontare la povertà di numerosi suoi iscritti con tutte le energie possibili. La fantasia di Sergio K ha permesso la nascita di una iniziativa davvero unica: la panetteria Lehem. I dirigenti del centro comunitario Hebraica Buenos Aires, sessant’anni di storia e oltre 5000 iscritti, decidono di assecondare l’intuito di Sergio. In pochi giorni affittano uno spazio commerciale nella zona più degradata della capitale argentina, accanto alle celebri scuole di tango, cento metri quadri ed un antico forno.
All’annuncio di ricerca di personale rispondono centinaia di ebrei disoccupati: viene scelto un minian di quarantenni che non hanno mai impastato un etto di farina ma sono animati da un grande desiderio di aiutare la collettività ebraica e portare a casa un piccolo ma indispensabile salario. Hebraica acquista gli ingredienti e si fa carico di tutte le spese. Il prodotto viene donato, buono e abbondante, davanti al forno si forma ogni giorno una lunga ed ordinata coda di persone che chiedono cibo per sopravvivere.
Sono trascorsi pochi mesi e Lehem è diventato un piccolo miracolo dell’imprenditoria ebraica sud americana.
Accanto al primo minian se ne è stato istituito un secondo, con caratteristiche analoghe ma con un valore aggiunto: la produzione viene venduta e tutti gli incassi devoluti per il sostentamento di famiglie indigenti.
Giorgio e Sylvia, due anziani amici di lunga data, figli di genitori italiani che hanno lasciato il nostro paese nel 1938 all’indomani delle leggi razziste; sono a Roma per questo Shabbat prima di andare in Israele per il matrimonio del pronipote; hanno portato nel loro bagaglio un dono importante: due challoth: un assaggio della produzione che ha reso possibile la vita quotidiana di tante famiglie ebraiche: un segno tangibile della solidarietà che rende meravigliosa la nostra appartenenza al popolo ebraico ai quattro angoli della terra.