Solo per scherzo. Giovani rabbini scalpitano
Rav Pierpaolo Pinchas Punturello – Facebook 1 Maggio
La caduta morale che ci circonda si sta esprimendo ebraicamente in un uso e rifugio halachico di rigidità. Accanto ad una totale incapacità di comunicazione, di basica umanità, di espressioni civili e fraterne, di discussioni costruttive troviamo una rigidità mentale, una sardonica ottusità che si concilia, spesso, con una osservanza tanto asfissiante quanto poco ebraica perchè non basata sulla riflessione e sulla discussione.
Tutto questo diventa poi grottesco se accompagnato da mondanità di sopravvivenza. Il mondo tende ad radicalizzarsi su posizioni nette, decise, crude, dove tutto diventa schieramento come su fronti di guerra. L’altro è nemico ed in quanto nemico deve essere condannato, definito, sbeffeggiato. Povera gente. Non si rendono conto che il cammino della Halachà è fluido, essenziale nei suoi principi incontestabili, ma aperto umanamente al mondo. Non si rendono conto che non possiamo fuggire nella Halachà come un furfante che scappa dal mondo. Un rav che sa permettere, quando è giusto permettere, oggi sfida provincialismo e chiusura mentale, interessi minimi e minimi culturali.
Papa Francesco, Omelia del 27 Aprile – Osservatore Romano 28 Aprile
.. si era diffusa tra la gente un’atmosfera di felicità che«sembrava non sarebbe mai stata vinta». Quando i giudei videro tanta felicità «furono ricolmi di gelosia e incominciarono a perseguitare » questa gente che «non era cattiva; erano persone buone, che avevano un atteggiamento religioso».
«Perché lo hanno fatto?» si è chiesto. Lo hanno fatto «semplicemente perché avevano il cuore chiuso, non erano aperti alla novità dello Spirito Santo. Credevano che tutto fosse stato detto, che tutto fosse come loro pensavano che dovesse essere e perciò si sentivano come difensori della fede. Incominciarono a parlare contro gli apostoli, a calunniare. La calunnia». Questo è un atteggiamento che si riscontra nel cammino della storia; è proprio dei «gruppi chiusi patteggiare col potere; risolvere le questioni “fra noi”. ….
Questo è proprio l’atteggiamento di questa religiosità chiusa, che non ha la libertà di aprirsi al Signore». Nella loro vita pubblica «per difendere sempre la verità, perché credono di difendere la verità» scelgono «la calunnia, il chiacchierare. Davvero sono comunità chiacchierone, che parlano contro, distruggono l’altro» e guardano solo a se stesse, come fossero al riparo di un muro.
La persecuzione — ha poi aggiunto il Pontefice — comincia per motivi religiosi, per gelosia, ma anche per come si parla: «la comunità dei credenti, quella libera dello Spirito Santo, parla con la gioia. I discepoli erano pieni di gioia di Spirito Santo. Parlano con la bellezza, aprono strade: avanti sempre, no? Invece la comunità chiusa,sicura di se stessa, quella che cerca la sicurezza proprio nel patteggiare col potere, nei soldi, parla con parole ingiuriose: insultano, condannano».
E per far notare la mancanza d’amore nelle comunità cosiddette chiuse Papa Francesco ha avanzato il dubbio che questa gente «forse dimentica le carezze della mamma, quando erano piccoli. Queste comunità non sanno di carezze; sanno di dovere, di fare, di chiudersi in una osservanza apparente. Gesù gli aveva detto: “Voi siete come una tomba, come un sepolcro, bianco, bellissimo, ma niente di più”. ….
Pensiamo ai tanti fratelli che soffrono per questa libertà dello Spirito e soffrono persecuzioni, adesso, in tante parti. Ma questi fratelli, nella sofferenza, sono pieni di gioia e di Spirito Santo. Questi fratelli, queste comunità aperte, missionarie, pregano Gesù perché sanno che è vero quello che ha detto e che abbiamo sentito adesso: Non abbiamo paura della gioia dello Spirito. E mai, mai immischiamoci in queste cose che, alla lunga, ci portano a chiuderci in noi stessi. In questa chiusura non c’è la fecondità e la libertà
La pubblicazione del testo di rav Punturello è autorizzata dall’autore.