“La voce è quella di Yaakòv, ma le mani sono le mani di Esàv. Egli non lo riconobbe perché le sue mani erano come quelle di Esàv…” (Bereshìt 26, 16). Il verso appena citato che apparentemente può sembrar narrare l’evento in cui Yaakòv mente a suo padre Itzhak per poter ricevere la benedizione, in realtà nasconde molti altri insegnamenti legati alle generazioni future che discenderanno da Yaakòv – Israel. La voce di Yaakòv può esser paragonata alla preghiera che Israele recita a Suo padre (il Santo Benedetto Egli Sia) mentre la mani possono esser paragonate alle azioni. Fintanto che le azioni d’Israele sono camuffate da Esàv, e cioè fintanto che Israele si comporta come Esàv, nonostante la sua voce sia quella di Yaakòv, egli non sarà mai completo e non verrà riconosciuto per quello che è. A rafforzare ciò viene il Profeta e dice: (Isaia 1, 15) “E se anche insisterete a pregarMi non vi darò ascolto perché le vostre mani sono piene di sangue”.