“Va itrozzezzù ha banim be kirbà – E i figli si cozzavano dentro di lei”
È così che la parashà di toledot ci presenta i due gemelli, Giacobbe ed Esaù i quali fin dal grembo materno si contrastavano.
Non c’è pace sin da prima della loro nascita: questi due personaggi, progenitori di due popoli, non riescono a trovare un’intesa.
Giacobbe progenitore del popolo ebraico, viene contrastato da Esaù , che diventerà il capostipite della cristianità.
Si parla di conflitto arabo – israeliano, ma non dimentichiamoci che prima del 1492, anno della cacciata dalla Spagna, fra ebrei e musulmani regnava l’armonia ed il rispetto reciproco più profondo.
In ogni momento della storia, gli ebrei hanno dovuto fare i conti con le persecuzioni volute nella maggioranza dei casi dalla Chiesa. Secondo l’opinione di alcuni commentatori Esaù rappresenta anche la parte più integralista dell’ Islam.
“Al charbechà tichjè – vivrai grazie alla tua spada” è così che Isacco, nella benedizione che darà ad Esaù, in un secondo tempo, gli profetizza.
In questo particolare momento storico non c’è parashà più consona di quella di toledot; l’episodio fra i filistei ed Isacco, in essa contenuto, calza perfettamente con l’attualità riguardo la terra di Israele – un conflitto eterno non legato solo ad israeliani e palestinesi, ma che interessa il mondo intero – il quale in gran parte colpevolizza Israele per il suo comportamento.
Non c’è niente da fare: “Israel levadad ishcon. – Israele dimorerà da solo!” su nessuna popolazione è possibile fare affidamento per aiuti o sostegno. L’unico su cui Israele può contare è il Signore D-o.
“Innè lo janum velò ishan shomer Israel – Ecco non dorme né sonnecchia il Custode di Israel”!
Shabbat shalom