“Scavò un altro pozzo e su questo non vi fu lite. Gli diede nome Rechovòt – ampi spazi – e disse: perché ora il Signore ci ha concesso ampiezza…” (Bereshìt 26, 22) Nachmanide interpreta che i precedenti due pozzi, sui quali vi era stato scontro con altre popolazioni, stanno a simboleggiare i primi due Batè Hamikdàsh, cioè i due Santuari di Gerusalemme che sono andati distrutti perché i nemici del popolo d’Israele hanno avuto la forza materiale e la malvagia disposizione di colpirli. Il terzo pozzo invece, quello di Rechovòt, indica che il terzo Tempio, quello che è di là da venire, non sarà oggetto di alcun cattivo proposito né di alcuna aggressione da parte dei gentili, ma che sarà – appunto – “Rechovòt”, ossia simbolo per gli ebrei di una sopravvenuta epoca di agi e di tranquillità.