Fine del primo capitolo di Bavà Qamà; inizio della ghemarà 2a-b
L’ultima mishnàh del primo capitolo del trattato di Bavà Qamà si interessa dei concetti di tam e mu’ad, che sono introdotti nella Toràh nella parashàh di Mishpatim (Shemot 21,35-36 – 1). La Toràh prevede due casi: uno in cui un toro cozza contro un altro uccidendolo. In questo caso viene pagata solo la metà del danno. Se invece il toro aveva già cozzato in precedenza (tre volte, ed il padrone era stato ripreso affinché lo sorvegliasse), viene pagato toro per toro, senza un riferimento esplicito al toro che ha danneggiato, e per questo il risarcimento prescinde dal valore del toro che ha danneggiato. Come abbiamo visto il tam non è abituato a compiere una certa azione.
Il tam quando danneggia paga, come abbiamo visto, solamente metà del danno, mentre il mu’ad paga il danno intero. Secondo la mishnàh ci sono cinque categorie di tamin e cinque di mu’adin. Gli animali domestici si presume che non abbiano abitudine a a) incornare b) spingere con il corpo c) mordere (che è considerato un derivato della zampa, e non, come si potrebbe pensare, del dente, poiché il morso non procura godimento all’animale – 6) e d) accovacciarsi e) scalciare (d) ed e) sono derivazioni del corno, per via della loro minor frequenza). I cinque mu’adin invece sono: a) “il dente” quando mangia ciò che è adatto all’animale; b) “la zampa” quando distrugge qualcosa mentre l’animale si muove”; c) il toro abituato (ci si riferisce alle azioni indicate nella prima parte della mishnàh; le cinque categorie di tamin vengono ridotte a una nella prosecuzione della mishnàh – 7); d) il toro che danneggia nel campo del danneggiato (quanto riportato nella mishnàh non seguirà qui la regola definitiva); e) l’uomo. Gli animali feroci, il lupo, il leone, l’orso, il leopardo, il ghepardo, vengono sempre considerati mu’adin, qualsiasi sia l’azione che hanno compiuto (12).
La mishnàh non considera gli animali domestici nel proprio computo, perché altrimenti avremmo dovuto portare il numero dei mu’adin a undici, visto che questi animali non si trovano nei luoghi abitati (10). La ghemarà dirà poi che il testo della mishnàh manca di una parte che introduce questa frase: e ci sono altri mu’adin come questi, il lupo… Non vengono altresì presi in considerazione il pozzo ed il fuoco, perché la mishnàh parla solo di esseri viventi. Secondo R. Eli’ezer se sono addomesticati non si devono considerare mu’adin (la regola finale non segue questa opinione – 12). Il serpente è da considerarsi sempre mu’ad (questo fatto è giustificato da quanto scritto in parashat Bereshit, dove è scritto che c’è un odio permanente fra il serpente ed il genere umano). Qual’è la differenza fra tam e mu’ad? Che il tam risarcisce solamente la metà del danno dal proprio corpo, mentre il mu’ad comporta il risarcimento della totalità del danno, dalla parte migliore dei possedimenti del padrone, anche quando il valore del toro che ha danneggiato non raggiunge il valore del danno (13). Il risarcimento per il tam avviene in questo modo: si vende il toro che ha danneggiato e se il suo valore raggiunge la metà del risarcimento lo paga. Se non raggiunge la metà del valore il padrone non deve aggiungere nulla.
Se un toro che vale venti ha colpito un toro che vale duecento uccidendolo, e la carcassa del toro vale cento, il danno complessivo è di cento. La metà del danno è cinquanta, ma comunque il padrone del toro che ha ucciso l’altro toro paga venti: infatti il padrone può dire “il toro che ha danneggiato è qui, prendilo”. Per questo non è tenuto a pagare la differenza, ed ugualmente se il toro che ha procurato il danno è morto o si è perso, il padrone non è tenuto a pagare. Nel mu’ad invece non si devono fare calcoli, perché viene risarcito tutto il danno, indipendentemente dal valore del toro che ha danneggiato.
Terminato lo studio della prima parte della mishnàh di Bavà Qamà, iniziamo a vedere alcuni brani scelti nella ghemarà (16). Come di certo ricorderete, la prima mishnàh indica quattro avot neziqin (shor, bor, mav’èh, hev’er). Se ci sono degli avot devono esserci delle derivazioni (toladot). La domanda che la ghemarà pone è se le toladot hanno le stesse caratteristiche degli avot o meno. Per quanto riguarda shabbat difatti abbiamo visto che ci sono quaranta meno uno categorie principali di lavori, e le toladot hanno le medesime caratteristiche degli avot, nel senso che se si è trasgredito involontariamente indistintamente ad un av o a una toladàh si dovrà portare un sacrificio espiatorio. Se si è trasgredito volontariamente si sarà puniti con la lapidazione. Ma se è così, qual è la differenza fra av e toladàh? La differenza è la seguente: se si trasgredisce a due avot o due toladot, si sarà puniti per questo due volte, mentre se si trasgredisce ad un av e la sua toladàh si è puniti un’unica volta. R. Eli’ezer non concorda con questa impostazione e nell’ultimo caso descritto ritiene che si sia puniti due volte. Ma allora per R. Eli’ezer dov’è la differenza? Per R. Eli’ezer quei lavori che c’erano nel Mishkan si chiamano av e quelli che non c’erano nel mishkhan vengono considerati toladot. Un altro ambito in cui incontriamo la stessa distinzione è quello della purità, dove e categorie principali sono gli animali striscianti, il seme maschile e chi è diventato impuro per il contatto con un cadavere. Qui però le derivazioni non sono equiparabili alle categorie principali. Infatti le categorie principali rendono impuri per contatto esseri umani ed oggetti, mentre le derivazioni rendono impuri solamente cibi e liquidi, ma non esseri umani e oggetti. Rav Papà sostiene che in alcuni casi nei neziqin è possibile una equiparazione fra avot e toladot, mentre in altri no.
1) T לה וְכִי יִגֹּף שׁוֹר אִישׁ אֶת שׁוֹר רֵעֵהוּ וָמֵת וּמָכְרוּ אֶת הַשּׁוֹר הַחַי וְחָצוּ אֶת כַּסְפּוֹ וְגַם אֶת הַמֵּת יֶחֱצוּן: לו אוֹ נוֹדַע כִּי שׁוֹר נַגָּח הוּא מִתְּמוֹל שִׁלְשֹׁם וְלֹא יִשְׁמְרֶנּוּ בְּעָלָיו שַׁלֵּם יְשַׁלֵּם שׁוֹר תַּחַת הַשּׁוֹר וְהַמֵּת יִהְיֶה לּוֹ:
2) M חֲמִשָּׁה תַמִּין וַחֲמִשָּׁה מוּעָדִין, הַבְּהֵמָה אֵינָהּ מוּעֶדֶת לֹא לִגַּח וְלֹא לִגֹּף וְלֹא לִשֹּׁךְ וְלֹא לִרְבֹּץ וְלֹא לִבְעֹט. הַשֵּׁן מוּעֶדֶת לֶאֱכֹל אֶת הָרָאוּי לָהּ, הָרֶגֶל מוּעֶדֶת לְשַׁבֵּר בְּדֶרֶךְ הִלּוּכָהּ, וְשׁוֹר הַמּוּעָד, וְשׁוֹר הַמַּזִּיק בִּרְשׁוּת הַנִּזָּק, וְהָאָדָם . הַזְּאֵב וְהָאֲרִי וְהַדֹּב וְהַנָּמֵר וְהַבַּרְדְּלָס וְהַנָּחָשׁ, הֲרֵי אֵלּוּ מוּעָדִין. רַבִּי אֱלִיעֶזֶר אוֹמֵר, בִּזְמַן שֶׁהֵן בְּנֵי תַרְבּוּת, אֵינָן מוּעָדִין. וְהַנָּחָשׁ מוּעָד לְעוֹלָם. מַה בֵּין תָּם לְמוּעָד. אֶלָּא שֶׁהַתָּם מְשַׁלֵּם חֲצִי נֶזֶק מִגּוּפוֹ, וּמוּעָד מְשַׁלֵּם נֶזֶק שָׁלֵם מִן הָעֲלִיָּה:
3) B חֲמִשָּׁה תַמִּין. שֶׁאֵינָם רְגִילִים לְהַזִּיק, וְאִם הִזִּיקוּ מְשַׁלְּמִין חֲצִי נֶזֶק:
4) B וַחֲמִשָּׁה מוּעָדִין. שֶׁהֵם רְגִילִין לְהַזִּיק, וּמְשַׁלְּמִין נֶזֶק שָׁלֵם:
5) B לֹא לִגַּח. בְּקֶרֶן: וְלֹא לִגֹּף. דְּחִיפַת כָּל הַגּוּף. וְכֻלְּהוּ הָווּ תּוֹלָדָה דְּקֶרֶן וּמְשַׁלְּמִין חֲצִי נֶזֶק. הֲרֵי חֲמִשָּׁה תַּמִּין:
6) TYT לִשֹּׁךְ. נְשִׁיכָה כֵּיוָן דְּאֵין הֲנָאָה לְהֶזֵּקָהּ כְּשֵׁן, הָוֵי תּוֹלָדָה דְּקֶרֶן. רְבִיצָה וּבְעִיטָה כֵּיוָן דְּאֵין הֶזֵּקָן מָצוּי כְּרֶגֶל הָווּ תּוֹלָדָה דְּקֶרֶן. גְּמָרָא:
7) B וְשׁוֹר הַמּוּעָד. שָׁלֹשׁ פְּעָמִים לִגַּח אוֹ לִגֹּף אוֹ לִרְבֹּץ אוֹ לִבְעֹט אוֹ לִשֹּׁךְ. הֲרֵי הֵן חֲמִשָּׁה מוּעָדִים לְשַׁלֵּם נֶזֶק שָׁלֵם. וּלְגַבֵּי מוּעָד חָשֵׁיב לְהוּ חַד
8) B וְשׁוֹר הַמַּזִּיק בִּרְשׁוּת הַנִּזָּק. אֲפִלּוּ קֶרֶן תַּמָּה, הָוֵי מוּעָד לְשַׁלֵּם נֶזֶק שָׁלֵם. וּמַתְנִיתִין אָתְיָא כְּמַאן דְּאָמַר מְשֻׁנָּה קֶרֶן בַּחֲצַר הַנִּזָּק שֶׁמְּשַׁלֶּמֶת נֶזֶק שָׁלֵם וַאֲפִלּוּ הִיא תַּמָּה. וְאֵין כֵּן הֲלָכָה:
9) B וְהָאָדָם. הָוֵי מוּעָד מִתְּחִלָּתוֹ נַמִּי, וּמְשַׁלֵּם נֶזֶק שָׁלֵם אִם הִזִּיק
10) B הַזְּאֵב וְהָאֲרִי וְכוּ’. מוּעָדִים מִתְּחִלָּתָן. וְהָא דְּלֹא חָשֵׁיב לְהוּ בִּכְלַל חֲמִשָּׁה מוּעָדִים דִּלְעֵיל וְלִהֲווּ אַחַד עָשָׂר מוּעָדִים, מִשּׁוּם דְּהָנֵי לֹא שְׁכִיחֵי בְּיִשּׁוּב:
11) TYT וְהָאָדָם. הֲרֵי חֲמִשָּׁה. וּבְבַעֲלֵי חַיִּים קָמַיְרֵי, לְהָכִי לֹא חָשֵׁיב בּוֹר וְאֵשׁ. רַשִׁ”י:
12) TYT מוּעָדִין. אֲפִלּוּ בִּנְשִׁיכָה וּבְכָל נְזָקִין. רַשִׁ”י:
13) B רַבִּי אֱלִיעֶזֶר אוֹמֵר וְכוּ’. וְאֵין הֲלָכָה כְּרַבִּי אֱלִיעֶזֶר:
14) TYT הַזְּאֵב. וַחֲסוּרֵי מִחַסְּרָא וְהָכִי קָתָנֵי, וְיֵשׁ מוּעָדִים אֲחֵרִים כַּיּוֹצֵא בָּאֵלּוּ, הַזְּאֵב כוּ’. גְּמָרָא:
15) B מִן הָעֲלִיָּה. מֵעִדִּית שֶׁבִּנְכָסָיו. וַאֲפִלּוּ אֵין הַנּוֹגֵחַ שָׁוֶה שִׁעוּר הַנֶּזֶק. דִּבְמוּעָד כְּתִיב (שְׁמוֹת כא) יְשַׁלֵּם שׁוֹר תַּחַת הַשּׁוֹר, וְלֹא כְּתִיב בֵּיהּ דְּמִגּוּף הַנּוֹגֵחַ יִפְרַע:
16) G בבא קמא דף ב ע”א-ב (dal sito e-daf.com)