Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
- L’uso di fiaccole è un’alternativa agli inviati di cui si parlava nelle mishnaiot precedenti nel primo capitolo. Questa tecnica rappresenta un risparmio (Rashì). A differenza degli inviati, che venivano mandati solo per sei mesi, le fiaccole potenzialmente erano accese per tutti i mesi, perché le donne usavano non lavorare durante Rosh Chodesh (Turè even). Il Talmud Yerushalmi riporta che anche quando il sistema venne cambiato alcuni continuarono ad accendere le fiaccole in ricordo dell’uso antico, per annunciare Rosh Chodesh agli abitanti di Eretz Israel. Il cambiamento di sistema con ogni probabilità avvenne quando c’era ancora il Bet ha-miqdash. Alcuni tuttavia notano che la mishnah si riferisce solo alla Babilonia, e non ad altri luoghi della diaspora, e per questo ritengono che i due sistemi per un certo periodo hanno convissuto, ed uno, quello delle fiaccole, era rivolto solo ai babilonesi, mentre gli inviati erano utilizzati per gli altri luoghi.
- Il Bet Din si avvaleva delle fiaccole, come verrà spiegato, solo quando Rosh Chodesh veniva decretato il trentesimo giorno. Non accendendo le fiaccole quando Rosh Chodesh era fissato per il trentunesimo giorno, i minim avevano la possibilità all’occorrenza di far sbagliare gli abitanti della golah accendendole il trentesimo giorno (Rashì). Secondo altre versioni della mishnah il termine usato è kutim. Alcuni ritengono che il sabotaggio di cui la Mishnah parla si sia verificato nel mese di Elul. In quella occasione infatti il bet din aveva considerato Elul di trenta giorni, non accendendo le fiaccole, mentre i Kutim accendendole provocarono un errore sul calcolo della data di Rosh ha-shanah. In questa Mishnah non si parla di Baitusim ma di minim o kutim. Il loro obiettivo era differente. I Baitusim infatti intendevano indurre in errore il tribunale, per via di una divergenza sull’interpretazione della Torah come detto in precedenza. I minim o kutim invece intendevano indurre in errore il popolo. A Yerushalaim infatti erano perfettamente consapevoli di quanto il tribunale aveva stabilito, e questo non avrebbe comportato alcuna conseguenza per l’offerta dell’omer, che tanto interessava i Baitusim. Fra i vari criteri possibili viene privilegiato l’annuncio di Rosh Chodesh proclamato al trentesimo giorno, per permettere alle donne, che si astengono dal lavoro, di lavorare durante il trentunesimo giorno, potenziale Rosh Chodesh.
- Il limite ultimo per accendere le fiaccole era costituito dalla città di Pumpedita, che informava tutti gli abitanti di Babilonia.
- Le fiaccole venivano agitate per evitare di confonderle con le stelle. Il duplice movimento, in modo particolare quello dal basso verso l’alto, impediva infatti di pensare che si trattasse di un meteorite.
- Visto che il molad cade circa ogni 29 giorni e mezzo, c’è un’alternanza per i capo-mese fra il trentesimo e il trentunesimo giorno.
- La causa di forza maggiore menzionata dalla ghemarà viene intesa da Rashì come l’ubriachezza. Il Zelach scrive però che questa preoccupazione non riguardava il bet din di Yerushalaim, bensì le altre stazioni.
- Rashì e Tosafot discutono se l’astensione dal lavoro di cui si parla riguardi solo Rosh ha-shanah o tutti i capi-mese. Sul motivo per cui le donne non lavorano i Pirqe deRabbì Eli’ezer scrivono che le donne non parteciparono al peccato del vitello d’oro. Il Rosh spiega che l’astensione riguarda proprio Rosh chodesh perché la fisiologia femminile è caratterizzata da un rinnovamento paragonabile a quello della luna per via del ciclo mestruale.