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Note di Rav Di Porto ad integrazione della traduzione e del commento della Giuntina, recentemente pubblicato
a) La domanda relativa al sistema di riferimento in base al quale si parla del primo di Shevat (se in base al mese o alla stagione) non viene posta sugli altri capodanni, perché nella Torah non si parla di questo capodanno, che riguarda fenomeni naturali.
b) I prodotti derivanti dall’hefqer non sono sottoposti alle decime, perché il Levita può prendere dall’hefqer quanto gli altri, che durante il settimo anno non hanno un prodotto proprio. In generale il diritto dei Leviim alle decime deriva dal fatto che non hanno possesso in terra d’Israele come le altre tribù. Secondo il Rambam l’hefqer è escluso perché la Torah quando impone l’obbligo di prelevare le decime parla di “zar’ekha”.
c) i prodotti del settimo anno sono hefqer e chi vuole può prenderli per mangiarli, ma non per accumularli. Nel momento in cui vi è del prodotto in casa, mentre nei campi non ve n’è più, la Torah impone il bi’ur, vale a dire l’eliminazione del prodotto dalla casa. I rishonim discutono si il bi’ur consista nell’alienazione del prodotto (Ramban) o nella sua eliminazione fisica (Rambam).
d) i commentatori scrivono che il termine berikhot si riferisce agli animali e non ai vegetali (secondo alcuni solo ai colombi). Il Ritvà spiega che l’espressione è impropria perché si dovrebbe riferire ad un albero che rifiorisce nello stesso anno dopo la raccolta, mentre la ghemarà intende riferirsi ad un albero in cui i frutti maturano in tempi differenti.