Niram Ferretti – 9.1.2019 ItaliaIsraeleToday
I fiancheggiatori dei terroristi non sono mai mancati tra le file degli intellettuali. In Italia ricordiamo Toni Negri, ma altri ce ne sono stati, soprattutto idolatri di natural born killers come Ernesto Che Guevara, trasformato in icona della santità revolucionaria sudamericana. Zeev Sternhell, il quale, ovviamente, accusa Israele di essere uno stato nazista, e che durante la Seconda Intifada consigliava ai terroristi palestinesi di concentrare la loro azione contro gli insediamenti e di evitare di compiere atti di violenza dentro Gerusalemme, è uno di loro.
Negli anni di Piombo, qui in Italia sarebbe stato con le Brigate Rosse per l’abbattimento dello Stato borghese. Sono repulsivi questi accademici che dal loro salotto danno direttive strategiche agli assassini, almeno Che Guevara rischiava del proprio, si metteva in gioco. Loro, invece, stanno alle spalle di chi uccide. Sono i demonizzatori, gli untori. Nel 2015, in una intervista a Haartez, lo storico israeliano sosteneva che “Un cambiamento radicale non potrà mia determinarsi qui fino a quando l’attuale regime non provocherà una grave crisi nazionale. Un fallimento come la guerra di Gaza non è sufficiente, dato che il prezzo pesante di quel conflitto è stato pagato soprattutto dai palestinesi.
Pertanto l’alternativa realistica consiste in un intervento esterno abbastanza massiccio da scuotere gli israeliani fuori dalla placidità della loro vita confortevole. Solo quando tutti sentiranno il prezzo dell’occupazione nella loro carne, sarà la fine del colonialismo e dell’ apartheid che si appresta. Solo quando l’economia sarà colpita in un modo da incidere sul livello generale di vita o quando la sicurezza sarà minata a causa di una grave minaccia per gli interessi americani nella regione, l’occupazione sarà eliminata garantendo l’inizio del nostro futuro”.
Sì, avete letto bene. La palingenesi di Israele per Sternhell poteva e può venire attraverso una messa in ginocchio del suo stesso paese, quando “tutti sentiranno il prezzo dell’occupazione nella loro carne”, e finranno il “colonialismo” e “l’apartheid”.
Parole simili possono giungere solo da un luogo, da uno spazio in cui la mente, totalmente ottenebrata dall’ideologia, ha chiuso ermeticamente porte e finestre alla realtà, trasformandosi in un eco chamber in cui si sente solo la voce di un monologo ossessivo e ossessionato.
I fatti sono stati sbriciolati come dei biscotti e al loro posto trionfano l’odio e il furore mascherati da lotta per i diritti umani e per le vittime.
Ma se proprio vogliamo parlare di nazismo, una cosa va detta. Adolf Hitler era più onesto. Molto più onesto. Per lui esisteva solo il diritto della forza e il nemico era rappresentato da chi ostacolava il destino che aveva fatto dei tedeschi coloro i quali avrebbero dovuto guidare il mondo. Non fingeva di volere il bene di nessuno se non del popolo che avrebbe condotto alla vittoria.
Gente come Sternhell sta invece dalla parte di chi uccide i propri concittadini, mentre augura a questi ultimi, una bella apocalisse, in nome di coloro che considerano gli ebrei-israeliani carne da macello.