Una risposta all’articolo di David Bidussa “il nuovo antisemitismo, socialismo degli imbecilli”, del 26 giugno.
Riccardo Tomesani, giornalista
Il buon Bidussa si attorciglia nei suoi ragionamenti e ci chiede di chiamare le cose col loro nome, ma alla fine proprio lui parla di socialismo e di dannati della terra a mio parere a sproposito.
L’antiebraismo (continuare a parlare di antisemitismo credo sia ottocentesco e errato, soprattutto in questo caso: gli aggressori arabi sono semiti tanto quanto gli ebrei, mi allineo alla scelta lessicale di Magdi Allam) che negli ultimi decenni si verifica in Europa ma soprattutto in Francia non ha nulla a che vedere con il razzismo nazista, è sempre attuato da arabi islamici, si tratti di molotov contro le sinagoghe o di profanazioni di cimiteri ebraici.
Il loro odio è rivolto contro il popolo che ha fondato lo stato d’Israele e questo è l’unico motivo per loro di aggredire qualsiasi ebreo anche se non è cittadino di quello stato.
Sulla questione Israele-Palestina le mie posizioni personali sono molto più vicine al Likud che non alla sinistra che vuole scambaire terra in cambio di pace, ma indipendentemente da questo, non riesco a capire perché perdere tempo in analisi pseudo sociologiche come fa Bidussa, atteggiamento che contraddistigue molti di coloro che militano a sinistra insieme a lui.
Sono sempre pronti a parlare dei diritti dei “poveri palestinesi” e poi non capiscono che parlare di fantocci su cui si scarica l’odio dei diseredati è veteromarxista e significa ragionare con gli schemi ideologici di 80 anni fa.
Ciò che è in atto in Francia è esattamente ciò che si verifica per tutti i conflitti geopolitici, un gruppo etnico aggredisce l’altro anche lontano dalla zona di confine contesa.
I tamil aggrediscono i cingalesi, i musulmani gli Hindu, i curdi si sono scontrati coi turchi sul suolo tedesco e così via.
Continuare a tirare fuori discorsi da Mein Kampf che fanno ridere persino i naziskin è una totale mistificazione anche se attuata da persone in buona fede come il livornese Bidussa.
C’è un conflitto Israele-Palestina che continua fuori dai confini, punto.
Vogliamo parlare di soluzioni?
Anche su questo mi trovo in disaccordo coi cosiddetti “ebrei buoni” alla Bidussa, Ovadia, Lerner e compagni (peraltro adoro Moni come uomo di spettacolo) che si fanno fotografare alle manifestazioni di sinistra, quando si parla a sproposito dei diritti dei palestinesi (ancora?).
La soluzione del restituire la terra è stata sperimentata a Gaza, abbandonata da Israele all’autogoverno degli abitanti arabi, uno stato serio e forte che arriva a sradicare i propri cittadini pur di attuare un gesto di buona volontà.
Risultato?
Il giorno dopo i razzi Kassam vengono lanciati incessantemente sulla cittadina israeliana di Sderot e gli amici palestinesi di Bobo Craxi e degli ebrei buoni non parlano di passo verso la pace ma di una vittoria delle armi contro il nemico sionista: “Avete visto? A furia di shayyd gli ebrei fuggono, continuiamo e Isarele scomparirà”.
Credo che ai razzi Kassam e a chi ti spranga perché hai la kippà si deve rispondere allo stesso modo, perché “è” la stessa guerra, con la fermezza. Non si cede a chi usa la violenza.
E soprattutto basta con i piagnistei sui “diversi” perseguitati.