È scritto nella Parashà di Vayerà che gli angeli riferirono ad Avrahàm che Sara aveva pensato in cuor suo di non poter più avere figli a causa della propria eccessiva età mentre, in realtà, Sara aveva considerato nella sua mente solo l’età adulta di Avrahàm definendolo ormai “vecchio”. Da qui i Maestri imparano che è possibile raccontare delle bugie se dette con lo scopo di non rovinare un rapporto tra marito e moglie.
Domanda Anni fa un tale comprò un anello per la moglie dal costo di 1000 Shekalìm e lo regalò alla consorte il venerdì mattina. Purtroppo la moglie perse l’anello qualche ora dopo e tra la donna ed il consorte iniziò un duro litigio. Il marito accusava la moglie di mancanza di attenzione e la moglie accusava il marito di aver comprato un anello senza tener conto della misura eccessivamente grande della vera. Il figlio, pur di vedere tornata la pace famigliare prima dello Shabbàt, prese di nascosto dal cassetto del padre altri 1000 shekalìm e comprò un nuovo anello, uguale al primo, che fece ritrovare alla madre sotto una poltrona, prima dell’inizio dello Shabbàt. Grazie a ciò i coniugi si rappacificarono. Il ragazzo, finita la festa, chiese ad un tribunale rabbinico se il suo agire era permesso dalla Halakhà.
Risposta – Il tribunale rabbinico della città di Chulòn rispose: secondo la Mishnà Berurà, (262, 9), lo Zòhar e i Maestri della Cabbalà luriana, i litigi tra moglie e marito nel corso dello Shabbàt portano una grave maledizione all’interno della casa. Nel testo Kaf Hachaiìm di Rabbì Chaiìm Palaggi è scritto che quando due sposi litigano alla vigilia dello Shabbàt dal tempo della preghiera di Minchà o durante lo Shabbàt stesso è certo che la loro casa sarà colpita da tristi avvenimenti nel corso della settimana. Pertanto è per il bene e l’incolumità anche fisica dell’intera famiglia, madre e padre in primis, che il figlio dei due litiganti ha prelevato del denaro e ricomprato l’anello prima dell’inizio dello Shabbàt. Pertanto si dichiara all’interno di questo tribunale che il giovane ha agito secondo la norma. Vi è però da aggiungere che ciò è possibile solo se il litigio tra i coniugi arriva ad un livello talmente alto che le offese personali possono ledere fortemente il rapporto coniugale o portare, D-o non voglia, ad atti di violenza fisica di uno dei due coniugi verso l’altro. Si consiglia inoltre al ragazzo di fare il voto di restituire un giorno, quando ne avrà le possibilità, il denaro sottratto segretamente al proprio padre.