Domanda: una ragazza si presentó al colloquio per un posto di lavoro come sarta in una fabbrica di vestiti, dopo aver spedito un curriculum vitae con ottime competenze lavorative. Al colloquio, peró, la giovane confidó all’esaminatrice di non aver mai lavorato come sarta ma di essere disposta a studiare giorno e notte pur di essere assunta. La ragazza orfana di entrambi i genitori, priva di abitazione e nullatenente, piangendo disse che pensava ormai al suicidio. L’esaminatrice si convinse della disponibilità della giovane a studiare con serietà e decise di aiutarla anche offrendole delle lezioni ma per questo avrebbe dovuto raccontare il falso al padrone della fabbrica, avvalorando un falso curriculum vitae. Inoltre l’azienda avrebbe stipendiato per un certo periodo una giovane inesperta che non aveva mai lavorato prima come cucitrice. Prima di prendere una decisione la donna si rivolse a rav Eliashìv z”l.
Risposta: dire al datore di lavoro che la ragazza è un’ottima sarta non è una vera bugia. La Ghemarà (Ketubbót 62 B) narra che Kalba Savua cacció il proprio genero facendo voto di non riprenderlo mai più nella propria casa, essendo fortemente contrario al matrimonio tra la figlia e un ebreo ignorante, a tutti noto anche per la sua avversione ai Maestri. 24 anni dopo Kalba Savua si rivolse a Rabbì Akivà chiedendo la possibilità di sciogliere il vecchio voto, senza sapere che il più grande Maestro di Israele era proprio il genero da lui un tempo cacciato. Rabbì Akivà disse: “Se quell’uomo da te allontanato fosse sapiente come me, l’avresti mai allontanato?”. Sentita l’ovvia risposta negativa di Kalba Savua, Rabbì Akivà disse: “il tuo voto è dunque sciolto perchè frutto di un errore. Quell’uomo da te cacciato sono io”. I Tosafot in loco spiegano che potenzialmente ogni persona puó diventare un grande saggio ed esperto conoscitore di materie mai affrontate in precedenza perció definire una persona irrimediabilmente incompetente, prima di aver dato alla stessa la possibilità di studiare e apprendere, è un madornale errore e una grave falsità. Pertanto il voto di Kalba Savua era giustamente da annullare. Rav Eliashìv stabilì, dunque, che la giovane potesse essere definita un’ottima sarta anche prima di diventarlo e per questo poteva essere assunta dall’azienda, a patto di studiare giorno e notte l’arte della sartoria. Per quanto concerne lo stipendio che la ragazza avrebbe ricevuto per vari mesi prima di diventare un’esperta sarta, la giovane si sarebbe dovuta impegnare di fronte a testimoni in un Tribunale Rabbinico a ridare in futuro il denaro offrendo all’azienda ore di lavoro straordinario non retribuito fino alla totale restituzione dell’importo.