Tempio di via Eupili – Milano
Nella Parashà di questa settimana è scritto: “Egli disse ad Aharon, prendi un giovane toro come sacrificio per il peccato e un montone come offerta per l’elevazione – senza difetti; e offrili davanti ad Hashem. E ai Figli di Israele parla così: Prendete un capro come sacrificio per il peccato, e un vitello e una pecora del loro primo anno, senza difetti, come offerta per l’elevazione». Torat Kohanim Vayikra, 9:3: “Cosa ha visto Israele per portare più di Aharon? Piuttosto, Moshe disse loro, avete sulle vostre mani fin dall’inizio (un peccato) e avete sulle vostre mani dalla fine (un peccato): All’inizio, come si dice: ‘E scannarono un capro’; Alla fine, come dice: “Si fecero un vitello di metallo fuso”. Ma Aharon ebbe solo una parte nel [peccato del] vitello”,
La Parasha inizia con uno schema dei sacrifici da portare alla consacrazione del Tabernacolo: Tra gli altri Sacrifici, Aharon doveva portare in offerta un toro per se stesso, e il popolo ebraico doveva portare un capro e un’offerta di vitello. Il Torat Kohanim spiega che queste offerte rappresentavano l’espiazione per i peccati commessi precedentemente. Nel caso di Aharon, aveva bisogno di espiare il peccato per il suo ruolo nella costruzione del vitello d’oro, quindi misura per misura, ha portato in sacrificio un bovino. Il popolo ebraico aveva bisogno di espiare due peccati: il peccato del vitello d’oro come Aharon e il peccato dei loro antenati nella vendita di Yosef. Ci sono una serie di domande su questo Midrash: In primo luogo, perché proprio al momento dell’inaugurazione del Tabernacolo sono stati espiati questi peccati? In secondo luogo, il fatto che il popolo ebraico dovette espiare sia il peccato della vendita di Yosef che il peccato del vitello d’oro allo stesso tempo suggerisce un denominatore comune tra i due peccati, ma non è immediatamente evidente quale sia. Infine, il Midrash afferma che le persone avevano bisogno di espiare il peccato della vendita di Yosef, ma Aharon no: Perché? Aharon era un discendente di Levi, che era uno dei protagonisti nella vendita, quindi perché non aveva bisogno di espiazione per quel peccato se tutti gli altri lo avevano?
Il Kli Yakar affronta alcune di queste domande, scrivendo che il comune denominatore tra i due peccati fosse la prevalenza della gelosia. È noto che i fratelli erano gelosi di Yosef e questa fu la causa principale del peccato della vendita. Il Kli Yakar afferma che anche le persone che hanno peccato con la costruzione del vitello d’oro erano guidate dalla gelosia, in questo caso di Moshe. Quella gelosia fu ciò che li spinse a razionalizzare che non sarebbe tornato e a chiedere un nuovo “leader”. Nelle parole del Kli Yakar: “…questo vitello è emerso perché molti erano gelosi di Moshe, come successe nell’episodio di Korach e della sua assemblea. Allo stesso modo, a quel tempo, molte persone gelose cercarono di fargli del male (a Moshe)… dicendo: “quest’uomo Moshe, non sappiamo cosa gli sia successo”. [Questo avvenne] per rimuovere da loro stessi il suo giogo [di Moshe] e per affidare la loro vita a questo vergognoso vitello…perché la gelosia è la causa principale della disunione…” A sostegno di questa idea, il Kli Yakar osserva poi che centinaia di anni dopo, anche Yerovam, il primo re del Regno del Nord, peccò erigendo statue che causarono la drammatica divisione tra i due regni di Israele. Qual è stata la forza trainante dietro questo terribile peccato? La sua gelosia per il Regno di Yehuda.
Il Kli Yakar spiega quindi il motivo per il quale Aharon aveva bisogno solo dell’espiazione per il suo ruolo nel peccato del vitello d’oro dove ha facilitato la creazione della statua, ma non aveva bisogno dell’espiazione per il ruolo dei suoi antenati nella vendita di Yosef. Mentre il popolo ebraico portava ancora le tracce del peccato di gelosia che ebbe inizio con la vendita di Yosef, lo stesso Aharon era stato in grado di rettificare totalmente qualsiasi mancanza in quel fatto attraverso le sue azioni e grazie alla sua capacità nel portare Shalom, pace, nel popolo. Si potrebbe aggiungere inoltre che Aharon non mostrò alcuna gelosia nei confronti di suo fratello, Moshe, anche quando Moshe stesso assunse il ruolo di capo e Profeta. Di conseguenza, Aharon, grazie al suo comportamento e alle sue peculiarità, aveva dimostrato di essere totalmente privo di ogni traccia di gelosia, e aveva bisogno di espiazione solo per il suo ruolo. nel peccato del vitello d’oro.
Con questo approccio, possiamo ora capire perché l’espiazione di questi due peccati avvenne al momento dell’inaugurazione del Tabernacolo. Una parte significativa della funzione del Tabernacolo era quella di agire come forza unificante all’interno del popolo ebraico. Se fossero stati ancora afflitti dal tratto della gelosia, non avrebbero potuto beneficiare in maniera positiva dell’effetto del Tabernacolo.
Abbiamo visto come il tratto della gelosia sia così distruttivo da giocare un ruolo chiave anche nell’episodio del vitello d’oro, un peccato che è più evidente nell’ambito della relazione con D-o. Vediamo anche che la gelosia mostrata nei peccati del vitello d’oro e della vendita di Yosef ebbero un effetto così deleterio da richiedere l’espiazione in uno dei momenti più importanti della storia del popolo ebraico.
La gelosia può sortire degli effetti negativi e deleteri. Questi effetti sono visibilmente lampanti in tutto il libro di Bereshit dove la gelosia tra fratelli costituisce uno dei temi principali nella narrazione. La Torà ci insegna quindi a dominare questo sentimento in favore di un’unità che porta effetti positivi e dove, ognuno con le sue caratteristiche uniche, può contribuire al bene personale e al bene comune.