Tempio di via Eupili – Milano
Nella Parashà di Shelach Lekhà è scritto: “… E Moshè cambiò il nome di Hoshea bin Nun in Yehoshua. (Letteralmente – ‘Possa il Signore salvarti….’)” [Bemidbar 13:16] Tutti i commentatori si chiedono perché Moshè fosse così preoccupato per Yehoshua tanto da sentirsi in dovere di cambiarne il nome. Il Maharal scrive che Moshè aveva un’affinità speciale con Yehoshua perché era il suo discepolo più fedele. Sarebbe stato sconveniente se il discepolo si fosse allontanato dal compiere la sua missione in modo appropriato, mettendo così in imbarazzo il suo Maestro. Di conseguenza, Moshè sentì la necessità di pregare per Yehoshua affinché Hashem lo salvasse da ogni possibile errore.
C’è però forse un altro motivo per cui Moshè ha sentito il bisogno di pregare per Yehoshua e non per gli altri. I Chakhamim spiegano che il motivo è che gli altri esploratori avevano un merito che Yehoshua non aveva e, quindi, non avevano bisogno che Moshè pregasse per loro. Qual era questo merito che Yehoshua non aveva? I Chakhamim spiegano che gli altri esploratori non furono coinvolti nel peccato del vitello d’oro in quanto, anche se erano presenti nel campo in quel momento ed erano quindi soggetti alla prova di resistere nel non imitare il resto del popolo nell’adorare il vitello d’oro quando sembrava che Moshè fosse morto, hanno superato la prova. Sebbene Yehoshua non abbia certamente partecipato a quel peccato poiché in quel momento non era nel campo (stava aspettando ai piedi del Monte Sinai che Moshè scendesse dalla cima della montagna), non era stato soggetto a quell’esperienza e quindi non ha potuto avere il merito di aver superato la prova. Moshè quindi si sentì in dovere di pregare per Yehoshua proprio per la mancanza di questo merito che gli altri esploratori avevano.
Sorgono però altre domande: Perché Moshè non pregò anche per Calev? I Chakhamim insegnano che mentre erano nella terra d’Israele, Calev andò a Chevron per pregare presso le tombe dei Patriarchi per proteggerlo dall’unirsi agli esploratori nel loro piano. Perché non è andato anche Yehoshua? Infine, il Chafetz Chaim nota la lode di D-o a Calev; “Il Mio servitore Calev poiché aveva uno spirito diverso e Mi ha seguito”. Perché D-o non loda anche Yehoshua e cosa significa “spirito diverso”? Il Chafetz Chaim inizia la sua risposta spiegando che ci sono due diversi approcci nel servire D-o quando una persona sta affrontando il pericolo di essere spiritualmente danneggiata dagli altri. Un modo è resistere apertamente e mostrare che non si è d’accordo con le azioni degli altri. L’altro è rimanere in silenzio e forse anche fingere di essere d’accordo, ma quando le cattive azioni vengono pubblicizzate, mostrare le proprie vere convinzioni ed opporsi. C’è un vantaggio e uno svantaggio in entrambi gli approcci. Il primo approccio comporta il rischio che, poiché la persona si oppone apertamente, corre il pericolo fisico di venire danneggiato, tuttavia il vantaggio è che è molto improbabile che venga influenzato negativamente poiché sta apertamente resistendo ai cattivi comportamenti. Il secondo approccio ha il vantaggio di non correre il rischio di venire danneggiati fisicamente, ma il rischio è di venire lentamente influenzati mentre si finge di condividere le convinzioni degli altri.
Moshè sapeva che Yehoshua rientrava nel primo tipo di approccio e si sarebbe apertamente opposto alle spie e che Calev rientrava nel secondo approccio. Calev avrebbe nascosto le sue vere convinzioni in modo che gli altri esploratori pensassero che era dalla loro parte. In questo modo gli avrebbero permesso di parlare alla gente della loro errata convinzione e questo è ciò che è accaduto. La preghiera di Moshè era per il benessere fisico di Yehoshua perché Yehoshua non aveva bisogno di essere protetto spiritualmente. Calev nascondendo le sue vere convinzioni non avrebbe corso il rischio di essere danneggiato fisicamente. Quando giunsero in Eretz Israel, Calev si rese conto del piano degli esploratori e decise di nascondere le sue vere intenzioni, riconoscendo il rischio spirituale di venire influenzato. Pertanto, sentì il bisogno di pregare e andò a Chevron per chiedere aiuto nel rimanere saldo nelle proprie convinzioni. Yehoshua non aveva bisogno di ulteriore assistenza perché stava apertamente resistendo alle argomentazioni degli esploratori. Lo spirito diverso di Calev nelle parole di D-o, ci spiega il Chafetz Chaim sulla base di Rashì, è la lode alla sua capacità di riuscire a mantenere salde le sue convinzioni anche in mezzo alle cattive influenze che potevano arrivare dall’esterno, riuscendo così a mantenersi saldo sia spiritualmente che fisicamente.
Calev e Yehoshua incarnano due modi diversi di approcciare le sfide della nostra vita. Spesso è difficile adottare il metodo di Yehoshua senza causare attriti indebiti. Il nostro approccio può essere determinato dal nostro carattere ma abbiamo in realtà la capacità di scegliere quello che è meglio a seconda delle situazioni che ci si presentano davanti. La lezione che impariamo da Calev è la necessità dell’assistenza di D-o, assistenza che possiamo ottenere con una preghiera sincera. Quello che sia Yehoshua che Calev ci insegnano, è l’importanza di resistere alle influenze negative e quanto l’influenza positiva sia importante per noi stessi e per chi ci sta vicino. Con l’aiuto di D-o potremo creare una società più giusta ed equa per tutti.