I profeti Isaia (cap. 2) e Micha (cap. 4 ) scrivono “Avverrà alla fine dei giorni che il monte della casa del Signore si ergerà sopra la sommità dei monti, …“Venite che saliremo sul monte del Signore, …. Egli giudicherà fra le nazioni, e ammonirà molte genti, e spezzeranno le loro spade per farne vomeri, e le loro lance per farne falci; nessun popolo alzerà la spada verso l’altro, e non impareranno più la guerra” . Che significato ha questa profezia nei tempi del Cocid-19.
Il 20° secolo è stato costellato da guerre, distruzioni, persecuzioni che hanno decimato il popolo ebraico (e non solo). Il rispetto della vita umana è sceso a un livello mai raggiunto nella storia dell’uomo. L’attuale epidemia potrebbe essere un invito a farci cambiare strada per “salire sul monte del Signore”: tutti, ma soprattutto gli uomini e i popoli che vivono nella Terra d’Israele e che considerano sacro il Monte che il Signore indicò ad Abramo per sacrificarvi il figlio, possono cogliere questa occasione. Come Abramo dovranno però prestare ascolto alla voce che gli imponeva di non immolare il figlio.
Paradossalmente ognuno si sente come “esiliato in casa propria”. Questi giorni di quarantena non dovrebbero essere giorni di esilio, ma al contrario, giorni per cambiare e per intraprendere la strada che ci permetterà di salire sul Monte. Come ha scritto il romanziere Haim Hazaz, l’esilio è stata l’esperienza di prove e persecuzioni che ha maggiormente contribuito a costruire i caratteri del popolo ebraico, a farne un’entità particolare, sensibile allo straniero e al diverso, pur restando fedele alle sue radici, per poter arrivare infine alla terra promessa. E ognuno ha una terra promessa cui anelare.
Ci avviciniamo alla festa che ricorda la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto: “ricordati che fosti straniero in Egitto” e “ama lo straniero perché tu fosti straniero in Egitto”. Ognuno, tornando nella propria casa, può ricaricarsi spiritualmente e recuperare tutti i propri valori. Come afferma la kabbalà luriana Dio stesso è andato in esilio per lasciare uno spazio all’uomo dove poterlo incontrare.
A noi viene imposto di restare in esilio nelle nostre case, ma nello stesso tempo il profeta ci chiede di salire sul Monte. Allora tutti gli uomini, anche israeliani e palestinesi, passati attraverso la nuova esperienza dello strano esilio prodotto dal Corona Virus, potranno tornare finalmente a “salire insieme il Monte”, il monte sul quale Abramo ascoltò la voce che gli imponeva di non versare il sangue di Isacco.
La creta per creare Adamo era composta dalla terra raccolta dai quattro angoli del globo e da quella del Monte: per salire sul Monte tutti gli uomini devono quindi deporre le spade e le parole che uccidono. Solo allora quel Monte potrà essere il luogo cui affluiranno le Nazioni.
In quel tempo Gerusalemme, che i profeti e la Bibbia hanno sempre considerato il luogo, tornerà a svolgere nella vita di tutte le nazioni la funzione necessaria a garantire il dialogo e la pace, cui fu destinata dai profeti d’Israele fin dal suo principio.
La Stampa 08 Aprile 2020