Ha lavorato alla scuola ebraica per 45 anni, prima come insegnante poi come direttrice. Nessuno come lei conosce nei minimi dettagli la storia dell’istituto, che adesso compie un secolo. Perché Milena Pavoncello, che dirige la “Vittorio Polacco” e la “Angelo Sacerdoti”, la scuola ebraica l’ha frequentata da alunna, poi l’ha studiata e ci ha scritto anche la tesi di laurea. Adesso che va in pensione e il suo ruolo da direttrice passa a Roberta Spizzichino, lavorerà proprio al centenario della scuola, fondata nel 1924. «Pensate che già dalla sua fondazione questa scuola aveva un Talmud Torah, proprio come oggi. – ci racconta Pavoncello –. Insieme all’attenzione per il benessere dei ragazzi, che rappresenta un elemento specifico della nostra scuola, l’educazione ebraica ha sempre rappresentato un elemento di continuità che ha attraversato un secolo di storia, un valore imprescindibile».
Guardando al passato in tempi di bilanci che sono più un rito richiesto dal nostro giornale che una necessità dell’intervistata, Pavoncello riattraversa con la memoria tutte le fasi che l’hanno vista attraversare i corridoi della scuola ebraica, dai banchi di scuola alla scrivania della direzione, passando per la cattedra che non ha mai abbandonato. «Nel corso della mia direzione ho sempre trovato modo di ritagliarmi spazi in classe, perché ritengo che, se si deve dirigere bene una scuola, si devono conoscere profondamente le dinamiche con i ragazzi.
Nel corso degli anni le generazioni cambiano, bisogna osservare e comprendere questi cambiamenti». Queste sono alcune delle lezioni che le arrivano dalle grandi maestre che ha incontrato durante il suo percorso. «Ognuno di noi riflette sempre qualcosa dei morim che incontra. Penso, per esempio, alle morot Gabriella Supino Procaccia, Elisa Ascarelli, Emma Alatri e Mirella Di Porto, come anche al morè ‘Moshè’, che mi hanno insegnato la dedizione per la scuola, l’amore per i ragazzi, il senso di responsabilità e la creatività come qualità necessaria ad ogni insegnante. Tutti insegnamenti utili, anche quando i grandi eventi della storia ci pongono sfide importanti». Solo guardando agli ultimi anni Pavoncello ha guidato l’istituto negli anni e nelle ore più difficili della storia recente in sfide da far tremare i polsi. Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e infine dal 7 ottobre ad oggi. Prove di nervi e resilienza.
«Il Covid ha visto la scuola affrontare la sfida della didattica a distanza e non solo in maniera eccellente. Poi c’è stata l’emergenza delle comunità ebraiche in Ucraina, noi abbiamo accolto bambini ebrei a scuola cogliendo delle sfide enormi, di lingua, di accoglienza, di saper gestire il trauma che avevano subìto. Infine, dopo il 7 ottobre abbiamo affrontato l’angoscia, le ansie, le problematiche dai bambini piccoli e dei ragazzi delle medie. Non ci siamo mai fermati nel perseguire i singoli obiettivi, anche in emergenza e devo dire non è stato sempre così». La direttrice ricorda infatti altri momenti della storia, come durante la guerra del Golfo, quando gran parte degli alunni non si presentarono a scuola: «Ricordo che arrivarono soltanto i figli degli insegnanti e nessun altro. Adesso è diverso, siamo più resilienti. Nel corso della mia direzione di cambiamenti ce ne sono stati tanti. Il passaggio, per esempio, della scuola parificata alla scuola paritaria. Poi sono cambiate le strategie, le metodologie didattiche.
Noi siamo stati sempre all’avanguardia, partecipando, come ho fatto sempre io stessa, ai corsi di formazione, dotandoci anche di strumenti tecnologici oggi fondamentali». Le sfide educative sono ancora molte da affrontare secondo Pavoncello: «È cambiato il patto educativo, che oggi deve trovare nuovo vigore perché la collaborazione scuola-famiglia è fondamentale. Anche la trasmissione dei valori a noi cari è una sfida perenne, come è importante perseguire l’eccellenza nell’ambito della formazione ebraica e di quella generale. Sono sempre questi gli obiettivi, anche per il futuro. Sono molto felice che sarà Roberta Spizzichino a prendere il mio posto. In questi ultimi anni mi ha affiancato come vicedirettrice quindi già conosce problematiche e sfide da affrontare. Sono sicura che lei riuscirà molto bene nel suo nuovo ruolo,sia per la sua professionalità sia per il sapersi mettere in gioco».
Milena Pavoncello lascia un segno profondo nella scuola, anche nel rapporto proficuo che ha costruito con i suoi colleghi: un rapporto di confronto costante che deve rappresentare uno slancio per migliorare. «Ringrazio tutti gli insegnanti per la collaborazione – conclude commossa – mi hanno sempre seguito nelle indicazioni, nelle sfide che abbiamo affrontato insieme. Ringrazio tutti, i segretari, i miei collaboratori, il personale scolastico. Roberta e Alfi Tesciuba che mi hanno affiancato ed aiutato nella direzione di elementari e medie. Sono molto affezionata ad ognuno di loro e mi mancheranno molto, ma come sanno quando avranno bisogno di un aiuto o di un consiglio, io ci sarò sempre».