«Innamorato»? Che significa? A che ti servirà essere «innamorato» quando avrai un figlio? Come lo alleverai? Da cattolico? Da ebreo? No, tu alleverai un figlio che non sarà né carne né pesce… E tutto questo perché sei «innamorato».
L’interrogatorio
QUAL È IL SUO NOME COMPLETO, SIGNORINA DWYER?
Mary Dawn Dwyer.
LEI PORTA UNA CROCE INTORNO AL COLLO, MARY DAWN?
Sì. Alle medie l’ho portata per un po’.
DUNQUE, LEI SI CONSIDERA UNA PERSONA RELIGIOSA.
No. Non è per questo che la portavo. La portavo perché ero stata a un ritiro, e quando tornai a casa cominciai semplicemente a portare una croce. Non era un grosso simbolo religioso. In realtà era solo il segno che durante il weekend ero stata a questo ritiro dove mi ero fatta molte amiche. Era più questo che la dimostrazione di essere una devota cattolica.
AVETE CROCI IN CASA? ATTACCATE AL MURO?
Una sola.
SUA MADRE È UNA DONNA PIA?
Beh, va in chiesa.
SPESSO?
Spesso. Tutte le domeniche. Senza fallo. Poi ci sono dei momenti, durante la Quaresima, in cui ci va tutti i giorni.
E COSA NE RICAVA?
Ricava? Non credo di aver capito bene. E una cosa che la conforta. Si trova conforto nell’andare in chiesa. Quando è morta mia nonna, è andata molto in chiesa. Quando muore qualcuno, o qualcuno è malato, contribuisce a darti un po’ di conforto. Qualcosa da fare. Cominci a dire il rosario con un’intenzione particolare…
I ROSARI SONO LE CORONE DI PREGHIERE?
Sissignore.
E SUA MADRE LO RECITA?
Beh, certo.
CAPISCO. E ANCHE SUO PADRE È COSÌ?
Così come?
DEVOTO.
Sì. Sì, certo. Andare in chiesa lo fa sentire un brav’uomo. Uno che sta facendo il suo dovere. Mio padre è molto convenzionale in termini di moralità. Gli hanno dato un’educazione cattolica molto più rigida della mia. E un artigiano. Fa l’idraulico. Riscaldamento. Secondo lui, la Chiesa è una cosa grande e potente che ti fa fare quello che è giusto. Si preoccupa molto di quello che è giusto e di quello che non è giusto e del castigo per chi si comporta male e dei divieti che riguardano il sesso.
IN QUESTO POTREI ESSERE D’ACCORDO.
Lo immaginavo. Stringi stringi, lei non è poi tanto diverso da mio padre.
TRANNE CHE LUI È CATTOLICO. LUI È UN DEVOTO CATTOLICO E IO SONO EBREO. NON È UNA DIFFERENZA DA POCO.
Beh, forse non è neanche una differenza tanto grande.
LO È.
Sissignore.
E DI GESÙ E MARIA?
Di Gesù e Maria?
COSA PENSI DI LORO?
Come individui? Io non penso a loro come individui. Ricordo quando ero piccola e dicevo a mia madre che l’amavo più di chiunque altro, e lei mi diceva che non era giusto, che dovevo amare di più Dio.
DIO O GESÙ?
Credo che fosse Dio. Forse era Gesù. Ma non mi piaceva. Più di chiunque altro io volevo amare lei. A parte questo, non ricordo altri esempi specifici di Gesù come persona o come individuo. Per me, l’unica volta in cui sono reali è quando fai le stazioni della croce, il venerdì santo, e segui Gesù su per il monte fino alla crocifissione. Quello è un momento in cui diventa un uomo vero. E, naturalmente, Gesù nella mangiatoia.
GESÙ NELLA MANGIATOIA? COSA PENSI DI GESÙ NELLA MANGIATOIA?
Cosa penso del Bambin Gesù nella mangiatoia? Mi piace.
PERCHÉ?
Beh, in quella scena c’è sempre qualcosa di molto simpatico e consolante. E d’importante. Questo momento di umiltà. C’è tutta quella paglia, e qua e là dei piccoli animali, tutti stretti gli uni agli altri. È solo una bella scena, che scalda il cuore. Non ti viene mai in mente che fuori fa freddo e tira vento. Ci sono sempre delle candele accese. E tutti adorano questo bambinetto.
TUTTO QUI? E TUTTI ADORANO QUESTO BAMBINETTO?
Sì. Io non ci vedo niente di male.
E DEGLI EBREI? ANDIAMO AL SODO, MARY DAWN. COSA DICONO I TUOI GENITORI DEGLI EBREI?
(Pausa). Beh, io non sento parlare molto degli ebrei in casa mia.
COSA DICONO I TUOI GENITORI DEGLI EBREI? VORREI UNA RISPOSTA.
Più importante, secondo me, di quello che credo lei voglia sapere è che mia madre potrebbe essere consapevole del fatto che non ama certa gente perché è ebrea, mentre non si rende conto che esistono delle persone che potrebbero non amare lei perché è cattolica. Una cosa che non mi piaceva, ricordo, era che una delle mie amiche in Hillside Road era ebrea, e ricordo che non mi piaceva che io potessi andare in paradiso e lei no.
PERCHÉ LEI NON POTEVA ANDARE IN PARADISO?
Se non eri cristiano non ci andavi, in paradiso. Mi sembrava molto triste che Charlotte Waxman non potesse venire con me in paradiso.
COS’HA TUA MADRE CONTRO GLI EBREI, MARY DAWN?
Non potrebbe chiamarmi solo Dawn, per favore?
COS’HA TUA MADRE CONTRO GLI EBREI, DAWN?
Beh, non è il fatto che gli ebrei sono ebrei. E che non siete cattolici. Per i miei genitori, fate tutto un mucchio con i protestanti.
COS’HA TUA MADRE CONTRO GLI EBREI? RISPONDI.
Beh, le solite cose che si sentono.
IO NON LE SENTO, DAWN. DOVRAI DIRMELE TU.
Beh, soprattutto che sono intraprendenti. (Pausa). E materialisti. (Pausa). Un’espressione che circola è «fulmine ebreo».
FULMINE EBREO?
Fulmine ebreo.
E COSA VUOL DIRE?
Non sa cos’è un fulmine ebreo?
NON ANCORA.
Quando appiccano un incendio per incassare il premio dell’assicurazione. Dando la colpa a un fulmine. Non l’ha mai sentito dire?
NO, QUESTA MI GIUNGE NUOVA.
È scandalizzato. Non volevo.
SÌ, SONO VERAMENTE SCANDALIZZATO. MA SARÀ MEGLIO METTERE LE CARTE IN TAVOLA, DAWN. SIAMO QUI PER QUESTO.
Non tutti gli ebrei. Gli ebrei di New York.
E GLI EBREI DEL NEW JERSEY?
(Pausa). Beh, sì, credo che siano, probabilmente, una variante degli ebrei di New York.
CAPISCO. PER GLI EBREI DELLO UTAH NON VALE, IL FULMINE EBREO. O PER QUELLI DEL MONTANA. È COSÌ? PER GLI EBREI DEL MONTANA NON VALE.
Non lo so.
E TUO PADRE COSA DICE DEGLI EBREI? PARLIAMOCI CHIARO, SE VOGLIAMO RISPARMIARE A TUTU, PIÙ TARDI, TANTE SOFFERENZE.
Signor Levov, anche se dicono queste cose, per la maggior parte del tempo non dicono mai niente. Nella mia famiglia non si parla molto di niente. Due o tre volte l’anno andiamo al ristorante, i miei genitori, il mio fratello minore e io, e sono sempre stupita quando mi guardo intorno e vedo tutte le altre famiglie che parlano tra loro a tutto spiano. Noi stiamo là seduti a mangiare, e basta.
STAI CAMBIANDO DISCORSO.
Scusi. Non dico questo per scusarli, perché non mi piace, ma sto solo cercando di dire che è una cosa che non suscita forti reazioni. Non c’è rabbia vera e propria, né odio, sotto. Quello che vorrei sottolineare è che solo in rare occasioni lui usa la parola «ebreo» in modo spregiativo. In un modo o nell’altro, non è un grosso problema, ma ogni tanto qualcosa salta fuori. Questo è vero.
E COME REAGIREBBERO SE TU SPOSASSI UN EBREO?
Nello stesso modo in cui reagirebbe lei se suo figlio sposasse una cattolica. Una delle mie cugine ha sposato un ebreo. Magari la prendevano un po’ in giro, ma non è stato un grosso scandalo. Era un po’ più vecchia, perciò erano tutti contenti, in un certo senso, che avesse trovato qualcuno.
ERA COSÌ VECCHIA CHE ANDAVA BENE PERSINO UN EBREO. QUANTI ANNI AVEVA, CENTO?
Trenta. Ma nessuno ha pianto. Non è un grosso problema, almeno finché non si arriva agli insulti.
E ALLORA?
Beh, allora, se ce l’hai con qualcuno, potrebbe venirti voglia di tirargli una frecciata. Non credo che sposare un ebreo sia necessariamente un grosso problema.
FINCHÉ VIENE IL MOMENTO DI DECIDERE COME ALLEVARE I FIGLI.
Beh, sì.
TU, ALLORA, COME RISOLVERESTI QUESTO PROBLEMA CONI TUOI GENITORI?
Dovrei risolverlo con me stessa.
COME SAREBBE A DIRE?
Io vorrei che mio figlio fosse battezzato.
AH, Sì?
Si può essere aperti finché si vuole, signor Levov, ma non quando si tratta del battesimo.
COS’È IL BATTESIMO? COS’HA DI TANTO IMPORTANTE ?
Beh, tecnicamente è un lavacro che toglie il peccato originale. Ma quello che è che, se dovesse morire, fa andare il bambino in paradiso. Altrimenti, se muoiono prima di essere battezzati, restano nel limbo.
BEH, DIO CE NE GUARDI. MI PERMETTA DI FARLE UN’ALTRA DOMANDA. PONIAMO CHE IO DICA: OKAY, POTETE BATTEZZARE IL BAMBINO. CHE ALTRO VORREBBE, LEI?
Credo che, quando fosse il momento, vorrei che i miei figli facessero la prima comunione. Ci sono i sacramenti, vede…
ALLORA LEI VUOLE IL BATTESIMO PERCHE, DAL SUO PUNTO DI VISTA, SE IL BAMBINO MUORE VA IN PARADISO, E ANCHE LA PRIMA COMUNIONE. PUÒ SPIEGARMI DI CHE SI TRATTA?
E la prima volta che prendiamo l’eucaristia.
E CHE ROBA È?
Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue…
STA PARLANDO DI GESÙ?
Sì. Non la conosce? Sa, quando tutti s’inginocchiano… «Questo è il mio corpo, mangiatene. Questo è il mio sangue, bevetene». E poi dici «Mio Signore e mio Dio» e mangi il corpo di Cristo.
NON POSSO ARRIVARE FINO A QUESTO PUNTO. MI SPIACE, NON POSSO ARRIVARE FINO A QUESTO PUNTO.
Beh, purché ci sia il battesimo, al resto penseremo dopo. Perché non lasciamo decidere al bambino, quando sarà il momento?
PREFERISCO NON LASCIARE DECIDERE AL BAMBINO, DAWN. PREFERISCO DECIDERE IO. NON VOGLIO FAR DECIDERE A UN BAMBINO SE VUOLE O NON VUOLE MANGIARE GESÙ. HO IL MASSIMO RISPETTO PER QUELLO CHE LEI FA, MA MIO NIPOTE NON MANGERÀ GESÙ. MI SPIACE. È FUORI DISCUSSIONE. ECCO QUELLO CHE FARÒ. LE CONCEDERÒ IL BATTESIMO. È TUTTO QUELLO CHE POSSO FARE PER LEI.
Tutto qui?
E LE CONCEDERÒ IL NATALE.
Pasqua?
PASQUA? VUOLE LA PASQUA, SEYMOUR. SA PER ME COS’E LA PASQUA, CARA DAWN? LA PASQUA E IL MOMENTO IN CUI SI ACCUMULANO TUTTE LE CONSEGNE. PRESSIONI DI OGNI GENERE PER AVERE I GUANTI IN TEMPO PER LA GENTE CHE A PASQUA RINNOVA IL GUARDAROBA. LE RACCONTERÒ UNA STORIA. IL 31 DICEMBRE DI OGNI ANNO, NEL POMERIGGIO, NOI ESAURIVAMO TUTTE LE ORDINAZIONI DI QUELL’ANNO, MANDAVAMO TUTTI A CASA, E CON I MIEI CAPIREPARTO IO STAPPAVO UNA BOTTIGLIA DI CHAMPAGNE, E PRIMA CHE AVESSIMO FINITO DI BERE IL PRIMO SORSO, TRIIIN, IL TELEFONO, DA UN NEGOZIO DI WILMINGTON, NEL DELAWARE, LA CHIAMATA DI UN ACQUIRENTE CHE VOLEVA CENTO DOZZINE DI GUANTINI DI PELLE, BIANCHI. PER VENT’ANNI O GIÙ DI Lì ABBIAMO SEMPRE SAPUTO CHE SAREBBE ARRIVATA QUELLA TELEFONATA CON L’ORDINAZIONE DELLE CENTO DOZZINE MENTRE NOI BRINDAVAMO ALL’ANNO NUOVO, E QUELLI ERANO GUANTI CHE SERVIVANO PER PASQUA.
Era la vostra tradizione.
PROPRIO COSì, SIGNORINA. E ORA MI DICA, COS’E LA PASQUA, PER LEI?
Lui che risorge.
LUI CHI?
Gesù. Gesù risorge.
SIGNORINA, È UN BOCCONE AMARO QUELLO CHE LEI MI COSTRINGE A INGHIOTTIRE. IO CREDEVO CHE FOSSE QUANDO FATE LA PROCESSIONE.
Sì, facciamo anche la processione.
BENE, D’ACCORDO, LE CONCEDERÒ LA PROCESSIONE. SIAMO INTESI?
Noi per Pasqua mangiamo il cosciotto.
SE VUOLE IL COSCIOTTO PER PASQUA, VADA PER IL COSCIOTTO. CHE ALTRO?
Andiamo in chiesa col cappellino nuovo.
E CON UN PAIO DI BUONI GUANTI BIANCHI, SPERO.
Sì.
VUOLE ANDARE IN CHIESA IL GIORNO DI PASQUA E PORTARE CON SE MIO NIPOTE?
Sì. Saremo quelli che mia madre chiama «i cattolici da una volta l’anno».
E TUTTO? UNA VOLTA L’ANNO? (Batte le mani). SIAMO D’ACCORDO. UNA VOLTA L’ANNO. AFFARE FATTO!
Beh, sarebbero due volte l’anno. Pasqua e Natale.
CHE FARETE PER NATALE?
Quando il bambino è piccolo, possiamo andare a messa quando cantano tutti gli inni natalizi. Bisogna andarci quando cantano tutti gli inni natalizi, altrimenti non ne vale la pena. Gli inni natalizi si sentono anche alla radio, ma in chiesa non li cantano prima della nascita di Gesù.
QUESTO NON M’INTERESSA. QUEGLI INNI NON M’INTERESSANO AFFATTO. QUANTI GIORNI DURERÀ QUESTA STORIA DEL NATALE?
Beh, c’è la vigilia. C’è la messa di mezzanotte. La messa di mezzanotte è una messa solenne…
NON SO COSA SIGNIFICA E NON VOGLIO SAPERLO. LE CONCEDERÒ LA VIGILIA DI NATALE E LE CONCEDERÒ IL GIORNO DI NATALE E LE CONCEDERÒ IL GIORNO DI PASQUA. MA NON LA COSA DOVE LO MANGIANO.
Il catechismo. E il catechismo?
QUESTO NON GLIELO POSSO CONCEDERE.
Sa cos’è?
NON OCCORRE CH’IO SAPPIA COS’È. QUESTO È IL MASSIMO A CUI POSSO ARRIVARE. CREDO CHE SIA UN’OFFERTA GENEROSA. MIO FIGLIO GLIELO DIRÀ, LUI MI CONOSCE… C’INCONTRIAMO PIÙ CHE A METÀ STRADA. COS’È IL CATECHISMO?
Quando vai a scuola e ti parlano di Gesù.
ASSOLUTAMENTE NO. VA BENE? E CHIARO? AFFARE FATTO? VUOLE CHE LO METTIAMO PER ISCRITTO? POSSO FIDARMI DI LEI O DOBBIAMO METTERLO PER ISCRITTO
Lei mi fa paura, signor Levov.
LE FACCIO PAURA?
Sì. (Con le lacrime agli occhi). Non credo di potermi battere ancora.
INVECE IO L’AMMIRO PER COME LEI SI BATTE.
Signor Levov, ne riparleremo.
NO, RIPARLARNE NON VA BENE. NE PARLIAMO SUBITO 0 MAI PIÙ. DOBBIAMO ANCORA PARLARE DELLE LEZIONI PER IL BAR MITZVAH.
Se sarà un maschio e potrà fare il bar mitzvah, allora dovrà essere battezzato. E poi potrà decidere.
DECIDERE CHE COSA?
Quando sarà grande potrà decidere cosa gli piace di più.
NO. LUI NON DECIDERÀ UN BEL NIENTE. DECIDEREMO SUBITO NOI DUE.
Ma perché non stiamo a vedere?
NO. NON STAREMO A VEDERE.
(Allo Svedese). Non posso continuare questa conversazione con tuo padre. E troppo rigido. Io posso solo perdere. Non possiamo negoziare così, Seymour. Io non voglio il bar mitzvah.
LEI NON VUOLE IL BAR MITZVAH?
Con la Torah e tutto il resto?
ESATTO.
No.
NO? ALLORA NON CREDO CHE POTREMO RAGGIUNGERE UN ACCORDO.
Allora noi non avremo figli. Io amo suo figlio. Non avremo figli, e basta.
E IO NON SARÒ MAI NONNO. È QUESTO IL PATTO?
Lei ha un altro figlio.
NO, NO, COSI’ NON VA. SENZA RANCORE, MA IO CREDO CHE FORSE OGNUNO DOVREBBE ANDARE PER LA SUA STRADA.
Non possiamo aspettare e vedere che cosa succede? Signor Levov, stiamo parlando di cose che succederanno fra tanti anni. Perché non possiamo lasciare che sia lui, o lei, a decidere quello che vuole?
ASSOLUTAMENTE NO. IO NON PERMETTO CHE SIA UN BAMBINO A PRENDERE QUESTE DECISIONI. COME DIAVOLO FA A DECIDERE? CHE NE SA, LUI? NOI SIAMO DEGLI ADULTI. IL BAMBINO NON E UN ADULTO. (Si alza in piedi dietro la scrivania). SIGNORINA DWYER, LEI È BELLA COME UN QUADRO. MI CONGRATULO CON LEI PER TUTTA LA STRADA CHE HA FATTO. NON TUTTE LE RAGAZZE SONO ALLA SUA ALTEZZA. I SUOI GENITORI DEVONO ESSERE MOLTO FIERI. LA RINGRAZIO PER ESSERE VENUTA NEL MIO UFFICIO. GRAZIE E ARRIVEDERCI.
No. Non me ne vado. Non voglio andare via. Io non sono un quadro, signor Levov. Sono me stessa. Sono Mary Dawn Dwyer di Elizabeth, New Jersey. Ho ventidue anni e sono innamorata di suo figlio. Ecco perché sono qui. Io amo Seymour. Lo amo. Continuiamo, per piacere.
Così si raggiunse un accordo, i due giovani si sposarono, Merry nacque e fu battezzata di nascosto…
Philip Roth, Pastorale Americana, Einaudi 1998