Ki am kadosh attà lÀ Elohekha uvkhà bachar À lihjot lo leam segullà mikol ha ammim asher al penè ha adamà – Poichè tu sei un popolo santo e in te ha scelto il Signore per Lui un popolo tesoro, fra tutti i popoli sulla faccia della terra”. La parashà di Reè ribadisce ulteriormente il forte legame fra D-o, Terra e Popolo, indispensabile per la vita sicura sulla Terra di Israele, lunga molti anni.
Non c’è dubbio che Mosè voglia insegnare con tutte le sue forze, prima di morire, l’amore per la terra di Israele.
Come per qualsiasi rapporto amoroso che si desideri mantenere a lungo, c’è bisogno di rispetto reciproco, tanto più se l’oggetto del nostro amore ci è stato donato.
La terra di Israele deve essere meritata, la vita su di essa vissuta in modo distinto, rispetto a come gli altri popoli si rapportano con i luoghi dove essi vivono.
Uno dei concetti su cui la Torà si sofferma di più è quello dell’uguaglianza e del rispetto della persona, soprattutto fra membri dello stesso popolo, fra membri del popolo ebraico.
“Banim attem lÀ Elohekhem – Voi siete figlo per il Signore vostro D-o”; quindi i figli di uno stesso padre sono fra di loro fratelli.
Questo è un concetto che la Torà ci insegna dall’inizio di essa e che viene chiaramente ribadito nella nostra parashà.
Questo shabbat è particolare, perchè coincide con il primo giorno di Rosh chodesh Elul il Capo mese di Elul ed Elul è l’ultimo mese dell’anno, prima di Rosh ha shanà.
È chiamato “il mese delle selichot (richieste di perdono) e della misericordia.
Ricorda quando ai tempi della Torà, dopo aver rotto le prime Tavole della Legge a causa della colpa del vitello d’oro, di cui si era macchiato il popolo, Mosè salì nuovamente sul Monte Sinai per quaranta giorni e quarante notti, a supplicare D-o di non distruggere il popolo completamente.
Il midrash racconta che Mosè ricevette l’ordine di salire sul monte, proprio il primo giorno del mese di Elul e, per fare in modo che il popolo avesse mantenuto una disciplina appropriata diede ordine che, per tutto il tempo, si sarebbe dovuto suonare lo shofar.
È per questo motivo che di rosh chodesh Elul, si usa suonare lo shofar e iniziare subito dal giorno successivo, la recitazione delle Selichot- preghiere penitenziali- che si recitano di notte e si concludono la vigilia di Kippur.
Elul è il mese in cui dobbiamo concentrarci su quelle che sono state le azioni che abbiamo commesso nell’anno che sta per concludersi e individuare quelle meno buone, per espiarle a Kippur.
Un midrash racconta di un re che una volta all’anno, scendeva in mezzo ai suoi sudditi, vedere come si comportavano e, soprattutto ascoltare le loro necessità e le loro richieste.
Così il Signore D-o nel mese di Elul, scende sulla terra a rendersi conto dell’operato degli uomini.
Il popolo ebraico, per avere con Lui un rapporto più schietto e riservato, Lo incontra di notte, quando gli altri dormono e Gli esterna tutte le sue necessità e eaprimere l’amore per Lui.
Facciamo sì che, ognuno di noi approfitti di questo momento propizio e si avvicini di più a D-o e al suo popolo.
Possa il Signore D-o renderci meritevoli del nostro popolo e della terra di Israele, concedendoci un buon nuovo anno.
Shabbat shalom e Chodesh tov