Gentile Direttore, Le invio di seguito questa “lettera aperta” rivolta alla mia Comunità, Milano, che Le chiedo cortesemente di voler pubblicare su Mosaico. La ringrazio e saluto cordialmente.
Claudia Shammah
Sono preoccupata: ho sentito personalmente da un eminente esponente della nostra Comunità dire (e altri me lo hanno confermato) che si sta preparando una campagna per le prossime elezioni per il Consiglio dell’Ucei fondata principalmente contro (a suo dire) una supposta linea di “pochi ma buoni”che sembrerebbe sostenuta dai nostri Rabbini in Italia e che privileggerebbe gli ebrei più osservanti a discapito di quelli più lontani e meno osservanti.
Ma se veramente così fosse, l’alternativa allo stato, mi appare “molti e pessimi” e questo non possiamo assolutamente permettercelo.
Senza voler entrare nel merito di come è stata gestita la nostra Comunità finora non c’è dubbio che il calo degli iscritti e il probabile allontanamento di alcuni non sono certo attribuibili ai nostri Rabbini che sono invece la colonna portante della nostra cultura.
Non sono osservante ma so osservare la realtà.
I Rabbini, io credo, devono innanzitutto essere e restare indipendenti (o meglio dipendere dal loro Organo di autogoverno), liberi di studiare, consigliare e decidere le regole religiose più consone alla tradizione religiosa ebraica.
È assolutamente gravissimo voler assoggettare il Rabbino capo della comunità ogni 5 anni al gradimento del potere politico di turno (ma qualsiasi altra modifica sarebbe altrettanto inopportuna).
Non mi risulta peraltro che nessuno che abbia trasgredito alle regole halakhiche sia stato mai cacciato dalla nostra Comunità… e pretendere invece l’applauso del Rabbino mi pare quindi eccessivo.
Ci sono tantissimi modi di essere ebrei oggi, a ciascuno il proprio… con i propri dubbi, le proprie contraddizioni… nel rispetto degli altri, tutti insieme con i nostri rabbini come guida.
La situazione generale per gli ebrei in Italia non è delle migliori: antisemitismo e aumento della popolazione islamica anti ebraica; B.D.S. e più in generale l’isolamento di Israele; disaffezione, anche economica verso la nostra Comunità che sicuramente l’affaire Lainati non ha migliorato.
In questa situazione veramente vogliamo iniziare una campagna “contro”? Beh, io non ci sto!
Non è certo questo il momento di diminuire il prestigio del Rabbinato tanto più che, ci tengo a ripeterlo, per quanto possa valere la mia testimonianza, a Milano il nostro Rabbino capo è persona di straordinaria levatura.
avv. Claudia Shammah
C. Shammah: “Rabbini italiani sotto tutela? No, grazie”. Dite la vostra