Discorso al pranzo annuale dell’Israel Institute for Talmudic Publications, Gerusalemme, 23 Kislev 5774 (25 novembre 2013). Il rabbino Steinsaltz, nato a Gerusalemme nel 1937, è anche filosofo e studioso di fisica, chimica, matematica e sociologia. Ha fondato nel 1965 l’Israel Institute for Talmudic Publications, e ha tradotto il Talmud in ebraico moderno, francese, russo e spagnolo. È stato insignito di diverse lauree honoris causa.
Rav Adin Steinsaltz
Il “Santo Ebreo” di Pryzucka (Rabbi Yaacov Yosef Rabinovich, 1766-1813) disse un tempo: “All’inizio ci furono i profeti, ma D. vide che la situazione si andava deteriorando, e che i profeti non erano più come prima. Quindi la profezia cessò, e i profeti furono rimpiazzati dai Saggi della Mishnà e del Talmud. Dopo un po’ di tempo anch’essi andarono in declino, e D. mandò i Geonim, ma anch’essi in seguito cominciarono a peggiorare. I Geonim furono allora seguiti dai Grandi Rabbini, i Rishonim e gli Akharonim, ma anch’essi persero di valore. Così D. mandò i Rebbe chassidici, ed ora” disse il Santo Ebreo, “vedo che anche questi vanno deteriorando, ma non so cosa verrà dopo”.
Questa dichiarazione non vale solo per i mutamenti della realtà, ma anche a proposito del fatto che il popolo ebraico in ogni generazione ha avuto dei leader. Non parlo di leadership politica: ci sono capi politici con grandi poteri in mano, ma alla fine anche la memoria dei grandi dittatori svanisce, e diventano come le miriadi di soggetti che ai loro occhi non erano che granelli di polvere. Cosa è rimasto, per esempio, di Nimrod, il capo politico supremo ai tempi del nostro Patriarca Abramo? Forse poche leggende, magari neppure.
A ben guardare, non sono i capi politici che cambiano il mondo. Accanto a loro ci sono sempre persone che plasmano e formano l’essenza interiore, anche quando non hanno funzioni ufficiali. Sfortunatamente, i profeti non sono stati dei capi politici; piuttosto personaggi al bordo strada, oggetto di insulti. Anche il Profeta Isaia che era di origine nobiliare – come rivelato dal suo stile raffinato e confermato dai nostri Saggi che dicono (Trattato Meghillah 10b) che era cugino del re – dichiara (50:6): “Ho offerto la schiena a chi mi colpiva e le guance a chi mi strappava i peli della barba: non ho nascosto il viso alla vergogna ed agli sputi”. Tuttavia i Profeti sono ricordati molto di più della maggior parte dei re, ed hanno avuto maggiore influenza sia nei confronti della loro generazione, sia in seguito. In ogni generazione ci sono leader. Possono essere profeti o filosofi, tecnici o scienziati, inventori di nuovi aggeggi o personaggi dei mass media. Sono gli unici che in fondo guidano il corso delle cose del mondo.
La domanda basilare è: Chi è un vero leader? E il quesito legato, per noi contemporanei, è: i rabbini, leader dell’ebraismo, sono i veri condottieri della nostra generazione?
Nel secolo scorso, il ruolo dei rabbini ha subìto la trasformazione più radicale. I motivi sono molti, alcuni dei quali economici. Tuttavia è un fatto che il ruolo dei rabbini come consulenti in materia di halakhah non è molto rilevante. Quanta gente effettivamente pone quesiti ai rabbini attinenti alla kasheruth? Oggi i rabbini vengono interpellati per risolvere problemi totalmente differenti: relazioni tra moglie e marito o tra genitori e figli, e qualche volta problemi di fede. Così il rabbino, che non è un consigliere matrimoniale specializzato, uno psicologo o un filosofo, è costretto a rispondere loro. Di conseguenza oggi i rabbini trattano soprattutto materie per le quali non hanno una preparazione specifica, e raramente sono chiamati a trattare argomenti sui quali hanno competenza. Come fa un tipico rabbino che si è sposato a 19 anni e che da allora ha vissuto con la stessa sposa ad aiutare sul serio un tale coinvolto nella relazione amorosa con la moglie del proprio amico? Come fanno molti rabbini a dedicarsi effettivamente allo studio di argomenti di fede con sufficiente profondità, per essere in grado di rispondere su questi temi?
Cos’è dunque un vero leader ebraico? La Torah (Numeri 1:15) chiama i condottieri “le teste delle migliaia di Israele”. Questo definisce la loro essenza. La Torah ci dice dunque che il vero condottiero è come una testa. La testa è la parte del corpo che conosce ciò che succede in tutti gli altri organi, e che sente la sofferenza di ciascuno di essi. Analogamente, il capo dovrebbe sentire i problemi e le pene di ciascuno. Il Rebbe di Ruzhyn (Rabbi Israel Friedman, 1795-1850) era solito dire che poteva sentire il pianto di una donna che partoriva a 400 miglia da lui. Purtroppo, mi chiedo: quale rabbino o quale organizzazione rabbinica nello Stato di Israele si preoccupa delle giovani prostitute della spiaggia di Tel Barukh, a nord di Tel Aviv? La maggior parte di loro non sa nemmeno cosa accade laggiù. Non voglio dire che i rabbini dovrebbero andare a visitare il posto; ma chiunque sia uno dei “capi delle migliaia di Israele” dovrebbe sapere che esiste qualcosa di questo genere, e che c’è là un numero x di ragazze. Queste giovani – e non è rilevante quale sia il loro vero numero – possono non essere proprio come le nostre Matriarche Sarah, Rivkah, Rakhel e Leah; ma sono le nostre ragazze, sangue del nostro sangue e carne della nostra carne, e se noi non sentiamo la loro sofferenza, questo è il problema. Questo “capo” può essere uno shtreiml,un semplice cappello o la testa di un animale impagliato, ma se non sente la sofferenza del corpo intero non è una “testa”.
Ogni ebreo è un organo del corpo della Nazione, e ogni ebreo/ebrea – anche se simile ad un mignolo della mano sinistra – vuole sentirsi connesso alla testa con nervi, carne e sangue. Vuole vedersi non come un dito amputato, ma parte del corpo, in grado di sentire il funzionamento del “capo”: tutti noi siamo membri del “corpo dell’ebraismo”, interconnessi e collegati tra noi, e perciò dovremmo cercare il nostro capo, la “Testa delle migliaia di Israele”. È una ricerca sincera. Non intendo esaminare tutti i rabbini, quelli famosi e popolari, quelli di meno o questo o quel baba (autori di miracoli): tutti puri e santi. Non cerco uno cui dare un predellino o cui conferire onori. È il mio “capo” che sto cercando, vi prego, ditemi dov’è.
Non sto puntando il dito su qualcuno in questo momento, né suggerisco un modo per cercare quel personaggio; ma posso raccontare una storia. Prima del trapasso, il Magghid di Mezeritch disse ai suoi discepoli che sarebbe morto entro l’anno e che avrebbero dovuto cercarsi un altro rebbe. Loro gli chiesero: come facciamo a dire chi seguire, chi è un rebbe? Egli rispose di chiedergli un modo per combattere la vanagloria. Se avesse dato una risposta, non sarebbe stato meritevole; se avesse detto “D. aiuterà” allora avrebbero dovuto seguirlo, perché era un vero tzaddik.
Forse non dovremmo andare da coloro che pretendono di avere risposte a tutte le domande, ma piuttosto da uno che, interrogato sulla cura per l’intero popolo ebraico, risponde: “Non lo so”!
Il mio sandak, il rabbino Avraham Khen, ha scritto un libro molto emozionante su suo padre, rav David Zvi Khen, un grande uomo con molte doti, rabbino di Chernigov in Ucraina. In questo libro egli narra di un giovane che andò da suo padre per registrare il suo matrimonio. Mentre esaminava la correttezza dei suoi documenti, il rabbino Khen scoprì che il giovane, che era anche studioso di Torah, in realtà era senza alcun dubbio un mamzer,cioè figlio di una relazione adulterina. Il giovane, che capì che c’era qualcosa che non andava, chiese: “Rabbi, allora, il mio matrimonio?” e il rabbino rispose: “Non si può fare”. Il giovane disse: “Cosa mi suggerisce di fare”? A quel punto il rabbino non poté fare a meno di rivelargli che il matrimonio era impossibile, non perché la sposa non fosse adatta a lui, ma perché lui non si poteva proprio sposare ebraicamente, essendo un mamzer. A quel punto il figlio del rabbino rivela che alla fine trovò il giovane sulle ginocchia di suo padre e che entrambi piangevano a dirotto.
http://www.hakeillah.com/3_14_30.htm
Rav Steinsaltz sarà in Italia per 2 incontri
del Progetto Talmud aperti a tutti:
Milano 16.9.14 – Centro Noam – Via Montecuccoli 27 – Ore 21.00
Roma 17.9.14 – Collegio Rabbinico – Lgt. Sanzio 14 – Ore 16.15
Libri di rav Steinsaltz in italiano:
http://www.amazon.it/tredici-petali-incontro-mistica-ebraica/dp/8880571125
http://www.amazon.it/Cosè-il-Talmùd-Adin-Steinsaltz/dp/8880572024
http://www.amazon.it/Parole-semplici-Riflessioni-intorno-veramente/dp/8802077118