Per la prima volta al mondo vengono adattati e illustrati a fumetti alcuni racconti del Talmùd (trattato di Ta’anìt), in un’edizione pensata per le scuole e dotata quindi di un’ampia appendice didattica. Domenica 4 settembre a Milano la presentazione ufficiale.
Andrea Grilli
Nel 1914 Marc Chagall realizzava “Ebreo in preghiera”, ignoto il luogo, forse Parigi, forse Vitebsk dove è stato dipinto. Raffigura un uomo mentre prega. I suoi occhi sono rivolti al cielo e la bocca è aperta. Estremamente particolare è il fatto che quella bocca aperta ci suggerisca l’istante della parola che esce dalla bocca stessa dell’uomo, quanto anche lo stato di emozione dell’uomo, che ci appare stupito e ammirato del momento fortemente spirituale che sta vivendo oppure ammirato dal significato e dal suono delle parole che sta pronunciando? È forse blasfemo questo quadro?
Se fossimo attenti ai divieti, sì e dovremmo anzi sottolinearlo, ma in realtà insieme a Pascin e ai primi illustratori delle riviste newyorchesi del Novecento, Chagall conduce il popolo ebraico in un mondo totalmente diverso. L’affacciarsi al mondo delle immagini è una grande conquista per la cultura ebraica quanto per il mondo culturale nella sua interezza. Poter ammirare i quadri di Chagall come le tavole di Will Eisner o Jack Kirby amplia i nostri orizzonti. Una domanda più che naturale potrebbe porsi. Ma possiamo ammettere anche il disegno nei temi religiosi? Si può disegnare un Midrash? In realtà questo volume non è solo nel panorama dell’editoria religiosa ebraica. Già nel 1985 Joe Kubert aveva realizzato The adventures of Yaakov and Isaac per l’editore Mahrwood Press. Per ogni storia l’autore presentava una introduzione e un finale dove vengono offerte ulteriori riflessioni e spunti per approfondire i valori dell’ebraismo. Si tratta di un volume veramente strano, ma non è il primo, a combinare illustrazioni ed educazione, basta ricordare le bellissime Haggadòt di Mark Podwal e di Emanuele Luzzati; oppure L’ebraismo per principianti di Charles Szlakmann (in Italia Giuntina) che con molto umorismo e ironia racconta la storia degli ebrei e i principi dell’ebraismo.
Si può quindi rappresentare il religioso? Sembra di sì, ma mi permetto di sottolineare sempre e solo se si rispetta un antico principio espresso da Mekhilta sull’Esodo 19, 18: «Descriviamo Dio con termini ricavati dalla Sua creazione perché possa essere intelligibile all’orecchio umano». È poi lo stesso principio con Crumb ha rappresentato il divino nel suo Il Libro della Genesi.
Un altro elemento molto importante di questo libro è quanto espresso nel racconto “Studiosi di Torà”: “Io ho imparato molto dai miei maestri, ancora di più dai miei colleghi, ma più di tutti dai miei studenti”. Come sanno bene gli insegnanti i giovani possono essere una fonte incredibile di stimoli e conoscenza, ma bisogna saperli prendere, come spesso si dice. E questo vuol dire saper proporre argomenti secondo forme spesso inedite e nuove. Ecco che la forma del fumetto aiuta a proporre loro in un modo sicuramente accattivante e curioso temi anche estremamente seri e complessi.
Per concludere non si può che azzardare il commento che lavori come questo siano coerenti con il processo di conoscenza della tradizione ebraica. Se riflettiamo attentamente, il Talmùd per esempio ha, per sua stessa natura, la capacità di adattarsi al nuovo che arriva, e arriva sempre con una buona dose di ignoto e di mistero. Non sono certe le leggi e le forme definite a darci la capacità di affrontarlo, ma la flessibilità che viene dalla parola orale e dal suo evolversi nel dibattito contenuto nella forma del Talmùd, che rende le discussioni contenute in esso così potenti da resistere ancora oggi nella vita quotidiana. Ecco perché adottare una forma nuova, la forma disegnata, non solo è un nuova forma di espressione di quel lavoro che iniziarono i rabbini della Palestina e di Babilonia, ma soprattutto un modo per sollecitare il suo valore.
Infine Mario Camerini. La sua linea è pulita e precisa come una frase ben composta. La sintassi narrativa, la composizione delle vignette sono un manuale di chiarezza visiva. Camerini ha il dono della limpidezza, parola a cui il dizionario dei sinonimi di Decio Cinti associa parole come trasparenza, lucentezza e chiarezza. Parole che mi sento di associare tranquillamente al suo lavoro.
Non si può che augurare una sapiente lettura, una profonda opportunità di visualizzare insegnamenti antichi nella loro nascita, moderni e attuali nel loro valore.
Andrea Grilli
Nel 1914 Marc Chagall realizzava “Ebreo in preghiera”, ignoto il luogo, forse Parigi, forse Vitebsk dove è stato dipinto. Raffigura un uomo mentre prega. I suoi occhi sono rivolti al cielo e la bocca è aperta. Estremamente particolare è il fatto che quella bocca aperta ci suggerisca l’istante della parola che esce dalla bocca stessa dell’uomo, quanto anche lo stato di emozione dell’uomo, che ci appare stupito e ammirato del momento fortemente spirituale che sta vivendo oppure ammirato dal significato e dal suono delle parole che sta pronunciando? È forse blasfemo questo quadro?
Se fossimo attenti ai divieti, sì e dovremmo anzi sottolinearlo, ma in realtà insieme a Pascin e ai primi illustratori delle riviste newyorchesi del Novecento, Chagall conduce il popolo ebraico in un mondo totalmente diverso. L’affacciarsi al mondo delle immagini è una grande conquista per la cultura ebraica quanto per il mondo culturale nella sua interezza. Poter ammirare i quadri di Chagall come le tavole di Will Eisner o Jack Kirby amplia i nostri orizzonti. Una domanda più che naturale potrebbe porsi. Ma possiamo ammettere anche il disegno nei temi religiosi? Si può disegnare un Midrash? In realtà questo volume non è solo nel panorama dell’editoria religiosa ebraica. Già nel 1985 Joe Kubert aveva realizzato The adventures of Yaakov and Isaac per l’editore Mahrwood Press. Per ogni storia l’autore presentava una introduzione e un finale dove vengono offerte ulteriori riflessioni e spunti per approfondire i valori dell’ebraismo. Si tratta di un volume veramente strano, ma non è il primo, a combinare illustrazioni ed educazione, basta ricordare le bellissime Haggadòt di Mark Podwal e di Emanuele Luzzati; oppure L’ebraismo per principianti di Charles Szlakmann (in Italia Giuntina) che con molto umorismo e ironia racconta la storia degli ebrei e i principi dell’ebraismo.
Si può quindi rappresentare il religioso? Sembra di sì, ma mi permetto di sottolineare sempre e solo se si rispetta un antico principio espresso da Mekhilta sull’Esodo 19, 18: «Descriviamo Dio con termini ricavati dalla Sua creazione perché possa essere intelligibile all’orecchio umano». È poi lo stesso principio con Crumb ha rappresentato il divino nel suo Il Libro della Genesi.
Un altro elemento molto importante di questo libro è quanto espresso nel racconto “Studiosi di Torà”: “Io ho imparato molto dai miei maestri, ancora di più dai miei colleghi, ma più di tutti dai miei studenti”. Come sanno bene gli insegnanti i giovani possono essere una fonte incredibile di stimoli e conoscenza, ma bisogna saperli prendere, come spesso si dice. E questo vuol dire saper proporre argomenti secondo forme spesso inedite e nuove. Ecco che la forma del fumetto aiuta a proporre loro in un modo sicuramente accattivante e curioso temi anche estremamente seri e complessi.
Per concludere non si può che azzardare il commento che lavori come questo siano coerenti con il processo di conoscenza della tradizione ebraica. Se riflettiamo attentamente, il Talmùd per esempio ha, per sua stessa natura, la capacità di adattarsi al nuovo che arriva, e arriva sempre con una buona dose di ignoto e di mistero. Non sono certe le leggi e le forme definite a darci la capacità di affrontarlo, ma la flessibilità che viene dalla parola orale e dal suo evolversi nel dibattito contenuto nella forma del Talmùd, che rende le discussioni contenute in esso così potenti da resistere ancora oggi nella vita quotidiana. Ecco perché adottare una forma nuova, la forma disegnata, non solo è un nuova forma di espressione di quel lavoro che iniziarono i rabbini della Palestina e di Babilonia, ma soprattutto un modo per sollecitare il suo valore.
Infine Mario Camerini. La sua linea è pulita e precisa come una frase ben composta. La sintassi narrativa, la composizione delle vignette sono un manuale di chiarezza visiva. Camerini ha il dono della limpidezza, parola a cui il dizionario dei sinonimi di Decio Cinti associa parole come trasparenza, lucentezza e chiarezza. Parole che mi sento di associare tranquillamente al suo lavoro.
Non si può che augurare una sapiente lettura, una profonda opportunità di visualizzare insegnamenti antichi nella loro nascita, moderni e attuali nel loro valore.
Rabbì Gulp!
I racconti del Talmùd a fumetti – Edizioni Morashà
Presentano Rav Alberto Somekh e Andrea Grilli
Milano, Via Guastalla 19 – Sala Jarach – Ore 17.45
In occasione della Giornata della Cultura Ebraica
Il volume sarà in vendita presso:
ROMA – Libreria Kiryat Sefer – Via del Tempio 2
MILANO – Libreria Davar – Via S. Giminiano 10
MILANO – Libreria Claudiana – Via F. Sforza 12a