Nel sessantesimo anniversario della scoperta del monumento, riemerge un’epigrafe: fu la famiglia ebrea dei Fabii Agrippini a finanziare tutta l’opera nell’età di Augusto.
Laura Larcan
Fu un «atto di generosità». Quello compiuto dai Fabii Agrippini nel I secolo dopo Cristo. La definizione di ludaei non lascia dubbi. Lo dice chiaramente l’iscrizione millenaria riemersa nella Necropoli ostiense di Pianabella. Una lastra marmorea incisa che riscrive la storia della Sinagoga di Ostia, la più antica d’Italia e dell’Europa occidentale, l’unica delle circa dodici sinagoghe della Roma antica sopravvissuta. Chi la costruì? Chi volle erigere quel monumento sofisticato e ricco, in una posizione particolare, a pochi metri da quella che duemila anni fa era la costa del mare?
Scavi e fonti
«Ci troviamo davanti al più antico documento che attesti esplicitamente la presenza di Ebrei in Ostia e forse, in assoluto, il più antico documento epigrafico della storia degli Ebrei in Italia», spiega il più autorevole degli studiosi di Ostia, il professor Fausto Zevi. Lo studio del reperto epigrafico è al centro ora di un nuovo progetto di valorizzazione del complesso monumentale messo in campo dal direttore del parco archeologico di Ostia Antica Alessandro D’Alessio nel sessantesimo anniversario della sua scoperta (era il 1961), che sarà illustrato proprio il 27 gennaio in occasione della Giornata della Memoria. I dati sono frutto delle campagne di scavo più recenti, e da un lavoro di indagine certosina negli ultimi anni tra fonti e documenti d’archivio. L’iscrizione attesta che nella popolazione della città portuale di Ostia dell’età di Augusto c’erano certamente dei Q. Fabi Iudaei (e il termine Iudaei è quello che nella lingua latina definisce gli ebrei). Protagonista è Q. Fabius Longus. «Saremmo giusto nel tempo – aggiunge Zevi- in cui troviamo i Fabii Longi alla ribalta della scena cittadina». Un’importanza destinata a crescere in età imperiale, soprattutto quando la famiglia dei Fabii Longi assumerà anche il cognome di Agrippa. Dettaglio non da poco, che la dice lunga sul prestigio acquisito da questa famiglia sulla scena ostiense.
Come ricorda Zevi, il costruttore del teatro di Ostia sarà proprio Agrippa, genero di Augusto: «a parte Roma, è questo il solo edificio teatrale d’Italia eretto a cura di un membro della casa imperiale. Non sarebbe strano, dunque, se ad un rampollo di una famiglia come i Fabi, membri dell’élite cittadina, fosse stato attribuito il cognome di Agrippa». La posizione prestigiosa nella società ostiense dei Fabi Agrippini ne fa i più probabili «generosi finanziatori e costruttori della sinagoga di Ostia».
Gli sponsor
Autentici mecenati dell’epoca. Il valore storico della Sinagoga di Ostia è uno dei punti nodali del programma di Alessandro D’Alessio: «La Sinagoga di Ostia Antica, scoperta nel 1961 durante i lavori per la strada di collegamento con l’aeroporto di Fiumicino, è l’unica visibile delle 12 che celebravano battesimi e matrimoni per i cinquantamila ebrei che, nel I secolo d.C., vivevano nella Roma imperiale, una megalopoli antica capace di ospitare un milione di abitanti», racconta il nuovo direttore. In attesa della riapertura degli scavi (con l’ingresso della regione in zona gialla), i lavori fervono. Pronta a riaccogliere i visitatori con il magnifico mosaico dei Cisiarii (i carrettieri), del quale è appena terminato il restauro, Ostia Antica avvierà a breve il cantiere di restauro del Teatro e l’allestimento del Museo delle Navi pronto al debutto in estate. La Sinagoga, presso l’area di Porta Marina, è uno dei luoghi più suggestivi del parco: «Gli scavi di Ostia antica – riflette D’Alessio – sono un tappa obbligata per chi volesse trovare le radici storiche della tolleranza visitando una città multietnica e multiconfessionale, con le sue botteghe greche e mauritane, siriane e galliche, e i suoi templi di divinità pagane, orientali, egiziane e giudaiche».
Il Messaggero 24.1.2021