Jonathan Pacifici
In questi giorni di bilancio individuale e collettivo siamo chiamati anche a fare un bilancio della Torà che abbiamo studiato quest’anno e dei propositi che abbiamo per l’anno entrante. Ma come si fa a fare un bilancio della Torà? Si può fare un bilancio della Torà ? E se si, quali voci possono essere contabilizzate? Le ore dedicate? Le pagine studiate? I trattati completati?
I nostri Maestri ci insegnano che c’è un unico parametro che conta. L’amal haTorà, ovvero la fatica, lo sforzo che mettiamo nello studio. Quanto ci siamo applicati. E qui le cose si complicano, perché ognuno di noi ha i suoi individualissimi impegni: la famiglia, il lavoro e via dicendo.
E’ chiaro allora che non si possono fare paragoni con il prossimo. Ciononostante l’Alshich HaKadosh dice espressamente che in linea di principio una persona che lavora tutto il giorno ed alla sera dedica un ora allo studio della Torà è superiore ad uno che ha studiato tutto il giorno senza lavorare. Pertanto siamo soliti dire che conta la qualità dello studio, l’assiduità soprattutto più che la quantità. Ed è senz’altro vero.
Eppure ho la forte impressione che ciò sia troppo spesso erroneamente usato come una scusa per non misurarci con quanto poco abbiamo studiato. Il bilancio quantitativo ogni tanto bisogna pur farlo. Ognuno di noi. ‘E se non ora, quando?’
Il Talmud, lo sappiamo tutti, è il perno dell’ebraismo. Quante pagine di Talmud avete studiato quest’anno? Una? Cinque? Dieci? Trecento ? Purtroppo temo che molti ebrei italiani a questa domanda risponderanno ‘nessuna’, ‘zero’. Allora è vero che non contano i numeri, ma è difficile poter sostenere di aver studiato zero ed essersi applicati.
Sì lo so, mi si dirà che non tutti sono in grado di studiare il Talmud al che si potrebbe rispondere che non mancano corsi di ogni genere e grado. Basterebbe rivolgervi al vostro Rav e chiedergli ‘Rav, studiamo?’. Ma perché incaponirsi con il Talmud? (e bisognerebbe invece incaponirsi!) Parliamo del Tanach, della Bibbia. Di quel libro che dovrebbe farci, popolo del Libro. Quel libro…il più tradotto al mondo, il più diffuso…insomma avete capito.
Quanti hanno mai aperto una Bibbia ed hanno cominciato a leggere dalla Genesi fino alla fine del libro delle Cronache? La Bibbia dall’inizio alla fine, quanti l’hanno letta? Non in ebraico, per carità! Va benissimo in Italiano… Quanti? Io sono certo che il numero sarebbe sconfortante.
Ma parliamo del solo Pentateuco, la Torà. Quel Sefer Torà che baceremo devotamente quando passerà in processione nelle nostre Sinagoghe. Quanti l’hanno letta la Torà? Non con Rashì, lasciate stare i commenti, lasciate perdere l’ebraico. Non sto parlando nemmeno dell’osservanza di quello che c’è scritto dentro, non esageriamo! La Torà, in italiano, dall’inizio alla fine, come leggereste un romanzo di Ken Follet, quanti l’anno letta?
L’ho detto all’inizio, conta l’impegno non il numero delle pagine. Conta l’assiduità, non i trattati. Eppure ho la forte impressione che dedichiamo al cinema ed al calcio molto più tempo che alla Torà.
Che alla fine dell’anno abbiamo visto venti partite di calcio (e mi sono tenuto stretto) ed altrettanti film ma non siamo andati a sentire una sola lezione di Torà. Abbiamo letto dieci romanzi, ma non siamo riusciti a leggere una, una sola, pagina di Talmud.
Sia chiaro, non è un processo a nessuno e chiaramente ognuno è libero di fare come meglio crede. Però mi sembra che ognuno di noi dovrebbe riflettere sui propri numeri, perché questi riflettono le priorità che ci diamo.
Questo vale ovviamente anche a livello collettivo. Quante pagine di Talmud si studiano in Italia in un anno? Non lo so, ma sicuramente troppo poche.
Chiariamolo. Siamo migliorati, e tanto anche. Ma ci sono ancora tante, troppe persone che sono rimaste indietro. Persone che nella migliore delle ipotesi sono critiche e ciniche nei confronti di chi osserva. Nella peggiore sono talmente distanti che nemmeno la polemica li interessa. Molti di loro in questi giorni visiteranno una Sinagoga nella quale torneranno purtroppo solo il prossimo anno.
E’ a loro che mi rivolgo. Criticate tutto quello che volete. Protestate per tutto quello che non vi va bene. Ciambellette, conversioni, divorzi, rabbini, tutto quello che vi pare. Ma fate una cortesia a voi ed agli altri. Studiate. Quello che volete, quando volete, con chi volete e quanto volete. Ma studiate.
Oggi avete a distanza di un click un quantità incredibile di materiale, anche in italiano. Fatevi un giro su Torah.it (full disclosure, il sito che curo assieme a mio Padre) se non ci siete mai entrati.
Lancio allora una sfida a chiunque non abbia mai preso in mano un volume di Talmud. Sei o non sei ebreo? Sei o non sei parte del popolo del Talmud? Hai un anno di tempo, vediamo se riesci a studiarne una pagina. Una. Non esistono scuse. Shanà Tovà.
http://www.romaebraica.it/studio-tora/#more-4634