Bemidbar 9,10-11: E farà Pessach per H…: lo mangeranno insieme a Matzah e Merorim.
Maimonide, Hil. Chametz u-Matzah 7,5: Chiunque non abbia pronunciato queste tre parole la sera del 15 Nissan non ha assolto il suo obbligo: Pessach, Matzah e Maror. Pessach per il fatto che D. è passato oltre le case dei nostri Padri in Egitto (passach)…; Maròr perché gli Egiziani hanno amareggiato la vita dei nostri Padri…; Matzah per il fatto che sono stati redenti (‘al shum she-nig’alù).
Maimonide, Hil. Chametz u-Matzah 8,4: Rimette la tavola davanti a sé e dice: “Questo Pessach che noi mangiamo, (è) per il fatto che D. è passato oltre le case dei nostri Padri in Egitto (passach)…”; solleva il Maròr con la mano e dice: “Questo Maròr che noi mangiamo, (è) perché gli Egiziani hanno amareggiato la vita dei nostri Padri…”; solleva la Matzah con la mano e dice: “Questa Matzah che noi mangiamo (è) perché gli impasti dei nostri Padri non fecero in tempo a lievitare…”
L’ordine Pessach-Maròr-Matzah è diverso rispetto a quello che Maimonide stesso indica nella sua Haggadah e che troviamo in tutte le edizioni: Pessach-Matzah-Maror, come nel versetto della Torah e nella Halakhah introduttiva di Rabban Gamliel. Per quale ragione?
Kessef Mishneh ad loc.: Maimonide scrive (nel Mishneh Torah) secondo l’ordine della Mishnah, mentre nella Haggadah “Questa Matzah” è detto prima. La ragione della Mishnah è che per prima cosa gli Egiziani hanno amareggiato la vita dei nostri Padri, mentre solo successivamente essi sono stati redenti.
A quale Mishnah si allude? Tutte le edizioni della Mishnah, a partire dall’editio princeps di Napoli, presentano l’ordine Pessach-Matzah-Maror! Il Ms. Kaufmann, invece, elenca i tre assaggi come Maimonide:
Mishnah Pessachim 10, 5 (ms. Kaufmann): Rabban Gamliel diceva: Chiunque non abbia pronunciato queste tre parole non ha assolto il suo obbligo: Pessach, Matzah e Merorim. Pessach per il fatto che D. è passato oltre le case dei nostri Padri in Egitto (passach)…; Maròr perché gli Egiziani hanno amareggiato la vita dei nostri Padri…; Matzah per il fatto che sono stati redenti (‘al shum she-nig’alù).
E’ evidente che è intervenuta un’inversione nella tradizione della Mishnah. Per comprenderla meglio, osserviamo anche la Mishnah precedente. Essa elenca le domande del Mah Nishtannah. In tutte le edizioni si tratta di quattro domande.
Mishnah Pessachim 10,4: Gli si versa il secondo bicchiere e qui il figlio domanda…: Che differenza c’è fra questa sera e tutte le altre? 1) Che in tutte le altre sere si mangia sia Chametz che Matzah, mentre questa sera solo Matzah; 2) che in tutte le altre sere noi mangiamo ogni altra verdura, mentre questa sera Maròr; 3) che in tutte le altre sere si mangia carne allo spiedo, cotta e bollita, mentre questa sera solo allo spiedo (Pessach); 4) che in tutte le altre sere non si intinge neanche una volta, mentre questa sera due volte.
Mishnah Pessachim 10, 4 (ms. Kaufmann): Gli si versa il secondo bicchiere e qui il figlio domanda…: Che differenza c’è fra questa sera e tutte le altre? 1) Che in tutte le altre sere non si intinge neanche una volta, mentre questa sera due volte (Maròr); 2) che in tutte le altre sere si mangia sia Chametz che Matzah, mentre questa sera solo Matzah; 3) che in tutte le altre sere si mangia carne allo spiedo, cotta e bollita, mentre questa sera solo allo spiedo (Pessach).
Oltre al diverso numero delle domande appare evidente anche la differenza nell’ordine. Nella versione più antica la domanda sul Maròr era probabilmente inglobata in quella sugli intingoli e questa precedeva la domanda sulla Matzah, anziché seguirla. Infine troviamo ancora la domanda sul Pessach che nelle Haggadot sarà sostituita da quella sullo stare reclinati (kullanu messubbin), postura abituale ai tempi della Mishnah che divenne motivo di curiosità solo in epoca posteriore. Di questo passaggio ci dà ancora una volta testimonianza Maimonide, che nel Mishneh Torah codifica ben cinque domande:
Maimonide, Hil. Chametz u-Matzah 10, 2: Che differenza c’è fra questa sera e tutte le altre? 1) Che in tutte le altre sere non si intinge neanche una volta, mentre questa sera due volte (Maròr); 2) che in tutte le altre sere si mangia sia Chametz che Matzah, mentre questa sera solo Matzah; 3) che in tutte le altre sere si mangia carne allo spiedo, cotta e bollita, mentre questa sera solo allo spiedo (Pessach); 4) che in tutte le altre sere noi mangiamo ogni altra verdura, mentre questa sera Maròr; 5) che in tutte le sere noi mangiamo sia seduti che reclinati, mentre questa sera solo reclinati.
Maimonide codifica la Mishnah secondo il ms. Kaufmann e vi aggiunge la domanda sul Maròr, nel frattempo sviluppatasi autonomamente e quella sullo stare reclinati. Le Haggadot posteriori alla caduta del Bet ha.Miqdash toglieranno la domanda sul Pessach non più attuale e ristabiliranno le domande nel numero canonico di quattro.
Emerge dal nostro studio che sono esistite tre fasi essenziali nell’ordine di presentazione delle tre Mitzwòt.
La fase più antica è: Maror-Matzah-Pessach. Quest’ordine riflette la cronologia degli eventi e/o l’apparizione dei vari cibi sulla tavola del Seder al tempo del Bet ha-Miqdash: l’amarezza (Maròr) rappresenta la schiavitù, ma anche l’intingolo con cui in epoca antica si usava aprire il pasto, cui fa seguito la Matzah e il Pessach come simboli di liberazione. Il Pessach appare per ultimo, perché veniva mangiato quando si era sazi.
Una fase intermedia è: Pessach-Maròr-Matzah. Il Bet ha-Miqdash è stato distrutto e il Qorban Pessach non esiste più. Ne rimane solo il ricordo e questo deve essere messo in evidenza per primo. Il Maròr è strettamente legato a esso: dopo la distruzione del Bet ha-Miqdash cessa di essere un precetto biblico indipendente. Da ultima la Matzah. Dopo la distruzione del Bet ha-Miqdash essa conclude il pasto del Seder (Afiqoman). Secondo Rosh (Pessachim 10,34) è in ricordo del Qorban Pessach. Di diverso avviso è il Maimonide, che ritiene invece che l’Afiqoman sia il vero precetto della Matzah. Due ulteriori Halakhot del Maimonide sottolineano questo aspetto:
Maimonide, Hil. Chametz u-Matzah 6,11: E’ una disposizione rabbinica che dopo la Matzah non si mangia più nient’altro, neppure frutta secca e simili. Sebbene uno abbia già mangiato Matzah e dopo di essa altri cibi, frutta, ecc., alla fine torna a mangiare quanto un’oliva (ke-zayit) di Matzah, poi smette”.
Maimonide, Hil. Chametz u-Matzah 8,13: Chi ha a disposizione solo un ke-zayit di Matzah Shemurah, quando termina il pasto a base di Matzah non Shemurah recita ‘al Akhilat Matzah e mangia quel ke-zayit, dopodiché non assaggia più nulla.
L’ultima fase è quella che noi conosciamo dalle parole di Rabban Gamliel: Pessach-Matzah-Maròr. Si stabilisce la gerarchia spirituale fra i tre assaggi, che vede la Matzah anteposta al Maròr, proprio per il fatto che “oggi la Matzah è una Mitzwah della Torah, mentre il Maròr è solo per disposizione rabbinica” (Pessachim 120a). L’esperienza storica e quella pratica della tavola lasciano lo spazio a un significato più alto: quello rappresentato dalla Halakhah e dai suoi valori. Ma ci sono almeno altre due spiegazioni.
Eykhah 3,15: ”Mi ha saziato con Merorim, mi ha fatto bere assenzio”. Midrash Eykhah Rabbà ad loc.: Per il fatto che “mi ha saziato con Merorim” la notte di Pessach; “mi ha fatto bere assenzio” la notte di Tish’ah be-Av. La prima sera di Pessach cade sempre nello stesso giorno settimanale in cui cadrà Tish’ah be-Av.
“Per il fatto che ha collocato il Maròr da ultimo, quando sono sazio della Matzah” ci vuole insegnare che la liberazione dall’Egitto non fu definitiva e altre amarezze avrebbero atteso ancora il popolo ebraico fino alla venuta del Mashiach (cfr. Tif’eret Tziyon al Midrash).
Zohar, P. Beshallach 45a: L’abbattimento e il senso della schiavitù si avvertono maggiormente a liberazione avvenuta. E’ questo forse anche un modo per affermare che le amarezze non ci spaventano e siamo pronti a relegarle in fondo alla nostra memoria collettiva. L’aspetto positivo della fiducia in D. e della redenzione balza in primo piano nelle nostre coscienze.