Riceviamo e pubblichiamo
Raffaele Besso – Consigliere Ucei
Vorrei chiarire i motivi che mi hanno portato a firmare l’appello (clicca qui) che richiamava all’ordine la presidente Di Segni. Purtroppo il comunicato della presidenza UCEI (clicca qui) che strizzava l’occhio all’attuale governo potrebbe creare problemi a tutto l’ebraismo italiano, e solo e soltanto per questo ho dovuto apporre la mia firma contro questa deriva politica.
Ma andiamo con ordine. Quel comunicato ha leso l’autorevolezza dell’UCEI che deve essere e apparire al di sopra delle parti politiche. In secondo luogo ha tradito lo statuto UCEI quando al primo articolo recita: “Le Comunità costituiscono tra loro l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, espressione unitaria dell’ebraismo in Italia“. E’ evidente anche a un cieco come le parole della presidente hanno incarnato una visione politicamente faziosa dell’ebraismo italiano. Così facendo Di Segni ha delegittimato l’UCEI, poiché un domani chiunque potrà dire che le Comunità Ebraiche sono state schierate con il governo Conte. L’ebraismo di tutto ha bisogno, tranne che di entrare in questioni di politica. Peraltro se proprio si vuole parlare del governo, non ritengo accettabile lo si faccia senza citare due figure di primissimo piano notoriamente antisioniste come il ministro degli esteri Di Maio (e il suo sottosegretario Di Stefano) e il ministro dell’Istruzione Fioramonti.
E’ incredibile che una Unione delle Comunità che ha nello statuto la promozione dei “contatti spirituali e culturali con Israele” non dica una parola a fronte di due persone che occupano posti chiave per i rapporti con Israele e per la formazione dei giovani italiani. L’antisionismo e l’antisemitismo sono sempre negativi, ed è sbagliato non denunciare tali nefaste ideologie se vengono da un “governo amico”. Se perfino l’UCEI si mettesse fare tali distinzioni, la lotta contro i pregiudizi antiebraici diventerebbe impossibile. Per non parlare del fatto che tacere su Di Maio e Di Stefano ritengo sia un vero e proprio tradimento nei confronti dei nostri fratelli in Israele.
Concludo sperando che la presidente si renda conto di quanto ha fatto e faccia teshuvà. Sono tempi difficili per l’ebraismo, e abbiamo bisogno di una UCEI che sull’antisemitismo e l’antisionismo non faccia sconti a nessuno, e sia quindi cosciente che i nostri nemici sono sia a destra che a sinistra. Spero infine che tale errore possa essere analizzato e diventare un motivo di crescita per l’intera Unione, così che non si debba mai più ripetere.