Nel mio precedente articolo ho riportato le parole dette da V. Orban (Premier dell’Ungheria), il 4 agosto scorso, in occasione dell’Assemblea dei Conservatori Americani a Dallas. Il tema è “la razza” (termine che usa solo lui, in quanto oramai sostituito con il termine “etnia”) e “l’omosessualità”. E le ho messe a confronto con quelle, drammaticamente identiche, dette da A. Hitler ed H. Himmler, frutto di una nefasta ideologia, che ha già prodotto milioni di morti nella sola Europa fra il 1933 ed il 1945 (LEGGI QUI – 6.8.2022).
Ma nel finale mi sono soffermato anche sul fatto che Orban ha avuto il coraggio di dire che per lui la famiglia si fonda sui valori “giudeo-cristiani”. Ha quindi sostenuto che è “l’ebraismo” insieme al “cristianesimo”, alla base delle “radici” religiose, sociali e culturali dei nuclei familiari, naturalmente a partire, secondo lui, proprio dall’Ungheria. Vediamo allora insieme per punti se riguardo all’ebraismo in Ungheria è davvero così come ce l’ha raccontata V. Orban.
– Già nel 1921 l’ungherese Ammiraglio Miklos Horty, salito al potere come Reggente grazie ad un intervento militare, istituì per primo le “Leggi Razziali” che:
– fissavano al 6% il numero massimo degli studenti ebraici che potevano iscriversi alle Università ungheresi,
–vietavano la presenza ebraica in tutti i settori professionali,
–proibivano i matrimoni fra ebrei ed ungheresi (ivi compresi i rapporti sessuali), anticipando di ben 14 anni quelle promulgate da Hitler e di ben 18 quelle emanate da Mussolini.
Miklos Horty aderì pienamente al regime nazista dal 1933 e strinse alleanza con quello di Mussolini. Nel 1938 introdusse in più una vera e propria legislazione antiebraica che dette il via alle deportazioni.
– Nel 1941 Horty iniziò a consegnare gli ebrei ai tedeschi. Solo fra il 15 maggio e il 9 luglio 1944 l’Ungheria ne deportò e ne uccise ad Auschwitz oltre 430.000 ed in totale circa 600.000 ebrei ungheresi trovarono la morte nei campi di sterminio.
– Nel marzo del 1944, salì al potere in Ungheria il partito filo-nazista ed antisemita ungherese delle “Croci Frecciate”, guidato dal famigerato Ferenc Szálasi.
– Pochi giorni dopo, l’8 novembre 1944, 76.000 ebrei di Budapest (uomini, donne e bambini) furono concentrati nei cantieri navali di Ujlaki di Obuda e trasferiti a piedi verso i campi di concentramento in Austria e Polonia. Migliaia di loro furono uccisi ed altre migliaia morirono di stenti lungo il percorso, anche a causa del freddo. Per ricordare per sempre questo efferato eccidio il 27 agosto del 1955 lo scultore ungherese Gyula Pauer ha realizzato la sua opera memoriale dell’Olocausto “Scarpe sulla riva del Danubio“.
– Il 29 novembre 1944 i rimanenti 100.000 ebrei circa di Budapest furono rinchiusi nel ghetto che sorgeva nell’area del vecchio quartiere ebraico, che includeva le due principali Sinagoghe della città. Tutta l’area fu chiusa da un alto muro di pietra con filo spinato e sorvegliato a vista da militari ungheresi armati. In solo due mesi gli ebrei presenti nel ghetto si ridussero a 68.000. I morti di fame, di freddo, di tifo e di altre malattie venivano ammucchiati nel giardino delle Sinagoghe.
– Tra la fine dicembre 1944 e l’inizio gennaio 1945 le “Croci Frecciate”prelevarono dal ghetto ed uccisero più di 20.000 persone. Il sistema utilizzato era quello di legarli insieme, uccidere il primo e gettare gli altri ancora vivi nel Danubio.
– Il 17 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono Budapest.
– Il 5 maggio 1945 Ferenc Szálasi fu catturato dagli americani. Il 12 marzo dell’anno successivo fu impiccato per crimini di guerra, dopo regolare processo.
In questa drammaticissima vicenda si inserisce Giorgio Perlasca, nato a Como il 31 gennaio 1910, commerciante di carni, che venne a trovarsi a Budapest proprio nei giorni dell’avvento al potere di Szálasi. Perlasca, attraverso incredibili sotterfugi riuscì a salvare, praticamente da solo, oltre 5.000 ebrei ungheresi. La sua storia, immortalata dalla serie televisiva di RaiPlay “Perlasca – Un eroe italiano”, interpretato da Luca Zingaretti, sarebbe rimasta sconosciuta se alcune donne ebree ungheresi, da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest, non l’avessero riconosciuto.
Alla luce di quanto sopra, come può sostenere V. Orban che le radici della cultura della famiglia in Ungheria siano anche minimamente “giudaiche”, posti gli efferati crimini che sono stati commessi nei confronti degli ebrei? E come può Orban accoppiare “l’ebraismo” con il “cristianesimo”, rappresentato da “Papa Pio XII” (LEGGI QUI 26.1.2020), e dalla potente “Chiesa Cattolica Ungherese”, che non mosse un dito, rendendosi così corresponsabile di quegli eccidi?
Ma veniamo ai nostri giorni.
– Nel 2003 viene fondato in Ungheria il partito di dichiarata ispirazione neo-nazista “Jobick”, parola che in ungherese significa sia “il migliore” che “più a destra”, che arriva ad avere anche un terzo del Parlamento.
– Lunedì 26 novembre 2012 il Deputato del Partito Jobbik, Márton Gyöngyösi alla seduta del Parlamento Ungherese, durante il dibattito sul conflitto palestinese, ha dichiarato che è venuto il momento di condurre ricerche per venire a conoscenza e schedare le persone di origine ebraica nel paese, ed in particolare quelle presenti nel Parlamento e nel Governo. Questo perché secondo il deputato gli ebrei rappresentano un pericolo per la sicurezza nazionale. Di fronte a queste frasi gravemente antisemite, centinaia di manifestanti si radunarono di fronte al Parlamento urlando ed indossando la Stella di David.
– Giugno 2012: Laszlo Kovacs, Presidente del Parlamento Ungherese, membro di Fidesz (il partito di Orban) rese omaggio in maniera solenne, con tanto di busto in bronzo, a Jozsef Nyiro, parlamentare filonazista costretto all’esilio in quanto accusato di crimini di guerra. A seguito di ciò il premio Nobel per la Pace Elie Wiesel riconsegnò la più alta onorificenza ungherese che gli era stata attribuita.
– 2013: il Congresso Ebraico Mondiale viene convocato a Budapest in seguito all’aumentare degli atti antisemiti che aveva caratterizzato la cronaca degli ultimi mesi. Il Presidente del Congresso Ebraico Ronald Lauder, in un articolo pubblicato sul giornale tedesco Suddeutsche Zeitung aveva denunciato il fatto che gli incidenti sono aumentati in maniera drammatica sotto il Governo di Orban e del suo Partito Fidesz.
– Nel 2014 è stato inaugurato in Piazza della Libertà a Budapest il monumento alla Shoah ungherese, che mostra allegoricamente un’aquila rapace – la Germania – che minaccia l’Arcangelo Gabriele in posa da innocente: l’Ungheria. Il monumento, che vuole così negare le responsabilità dell’Ungheria nello sterminio degli ebrei destò tale indignazione che molte associazioni di cittadini, ebraiche e non, costruirono a loro spese davanti a questo, un monumento alternativo formato da sassi, oggetti e testimonianze fotografiche, che ricordano la “vera” Shoah ungherese: quella drammaticamente sopradescritta.
– Sempre nel 2014 è stata inaugurato un busto dell’Ammiraglio Horny, quello delle deportazioni, patrocinato proprio dal partito di estrema destra Jobbik. In quell’occasione Orban ha definito Horny un “grande statista”. Nonostante le continue proteste la statua è ancora lì.
– Il 19.1.2015 la Repubblica scriveva così: “Ungheria: il centrodestra di Orban dispensa leggi restrittive e semina odio razziale. Lo si deduce dal rapporto del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa. Il lettone Nils Muižnieks lo ha reso pubblico sulla base dei risultati di una missione compiuta nel paese. Non c’è alcuna concreta politica per contrastare il dilagare del razzismo e dell’intolleranza nei confronti di rom, ebrei, omosessuali, richiedenti asilo, disabili e persone in situazioni di estrema povertà”.
– 2017: Nel rapporto “Ebrei ed ebraismo in Ungheria nel 2017”, realizzata daAndrás Kovács, responsabile del programma sugli “Studi Ebraici ed il Nazionalismo” presso “l’Università dell’Europa Centrale”, risulta che i due terzi degli appartenenti alla comunità ebraica pensano che l’antisemitismo in Ungheria sia un serio problema, mentre circa il 50% ne ha fatto esperienza diretta.
– 30.11.2020: Il funzionario del Ministero Ungherese della Cultura Szilárd Demeter, Direttore Generale del Museo letterario Petőfi ha attaccato l’ebreo Soros scrivendo così: “La camera a gas di György Soros in Europa. György Soros è un Führer liberale. Noi siamo i nuovi ebrei”. L’ebreo George Soros sarebbe quindi per lui un nuovo Hitler nella versione liberale e gli ungheresi sarebbero i nuovi ebrei insidiati dalle sue camere a gas. L’indignazione si è subito diffusa a livello internazionale.
– 23.3.2021: Il partito di Orban – Fidesz – esce dal Partito Popolare Europeoe chiude le proprie frontiere, opponendosi alle quote di ripartizione in base alle quali ogni paese dell’Ue avrebbe dovuto accettare un numero di rifugiati in base alla sua popolosità ed al Pil.
– 4.4.2022: Il “Times of Israel” evidenzia il dilemma degli ebrei ungheresi per la riconferma di Orban, che ha dichiarato: “Abbiamo vinto alla grande e contro tutti, anche contro Zelensky . Un chiaro segnale per Bruxelles. Abbiamo vinto anche a livello internazionale. Contro il globalismo, contro Soros, contro i media europei. Ed anche contro il Presidente Ucraino. Fidesz (il partito di Orban) rappresenta una forza patriottica e cristiana. E’ il futuro dell’Europa. Prima l’Ungheria”.
– 22.6.2022: “Orizzonti Politici” scrive così: ”SOS democrazia – l’Ungheria e la libertà di stampa. La situazione della libertà di stampa e dei media in Ungheria ha subìto un notevole peggioramento a partire dalla fine del primo decennio del 2000, in concomitanza con la svolta politica illiberale di Orbán e del suo partito Fidesz. E’ evidente il graduale tentativo del governo in carica dal 2010 di tornare ad un modello sempre più centralizzato e controllato dal potere statale, che spesso coincide con il potere del partito presieduto da Orbán stesso”.
Riguardo all’ebreo Soros, Orban lo accusa pubblicamente di finanziare le Ong e l’immigrazione di massa, al fine di “islamizzare” l’Europa,distruggendo così la sua identità “cristiana”. Orban si è reso così autorevole portavoce della tesi della “cospirazione mondiale ebraica”, già sostenuta da Hitler ed adesso anche dai “cattolici ultraconservatori” capitanati dal Cardinale Carlo Maria Viganò (LEGGI QUI – 19.9.2021). Cos’altro aggiungere su Orban e l’ebraismo? E sul fatto che si ponga come guida dell’Europa futura? E sul fatto che c’è anche chi gli va incredibilmente dietro?