Corriere Israelitico
Walker Meghnagi, lei è stato presidente della Comunità ebraica di Milano, e nelle scorse settimane ha aperto una polemica contro una rivista ebraica. Perché? Dal 2018 un nuovo giornale online si è affacciato nel mondo dell’editoria ebraica. Si chiama Joi (Jewish, Open and Inclusive). Essere ebrei, aperti e inclusivi è bella cosa ma a condizione di essere leali con i lettori.
Cosa le ha dato fastidio di Joi?
Troppa faziosità che porta a dividere la comunità. Il 28 aprile per esempio è uscito un articolo offensivo verso la memoria dei caduti di Israele (https://www.joimag.it/yom-hazikaron-israeliani-e-palestinesi-insieme-per-un-futuro-di-pace/) su cui ho sentito il dovere morale di intervenire visto che riguarda un tema che molto caro a tutti noi: quello di onorare chi ha perso la vita per difendere lo Stato di Israele. In tale occasione JOI a mio parere ha superato il limite della tollerabilità, raccontando ed esaltando una manifestazione estremamente minoritaria avvenuta in Israele nel giorno di Yom Hazikaron.
Ma come può una manifestazione di pace offendere i caduti di Israele?
In quell’evento i combattenti delle due parti (israeliana e palestinese) sono stati messi sullo stesso piano. Un po’ come se il 25 aprile fascisti e resistenza celebrassero insieme il giorno della Liberazione. Abbiamo potuto approfondire la questione grazie a un articolo uscito in Israele (che abbiamo tradotto qui: https://www.corriereisraelitico.it/cosa-si-nasconde-dietro-lo-yom-hazikaron-alternativo/) da cui emerge come l’ente organizzatore sia infiltrato da personaggi dell’ANP che non condannano gli attentati dei palestinesi contro gli ebrei e sostengono il BDS. Mostrano quindi un falso volto “buonista” dietro cui si nasconde il tentativo di delegittimare Israele, perfino nel giorno “sacro” in cui piangiamo i nostri caduti.
Può essere che la redazione non avesse compreso le gravi conseguenza nel pubblicizzare eventi così strumentali contro Israele?
A tutti può capitare di sbagliare nel riprendere una notizia, ma a questo punto dopo aver appreso la verità nascosta mi aspetto che Joi e i suoi fondatori prendano le distanze da quell’evento inqualificabile e quella vergognosa pseudo-celebrazione, pubblicando un articolo di rettifica che ribadisca la malafede degli organizzatori dello yom hazikaron alternativo, condannandoli in maniera chiara e inequivocabile.
A parte questo caso specifico, crede sia comunque opportuno dialogare e essere inclusivi per la pace?
Si può e si deve essere inclusivi, come accade in Israele dove ricordo che durante la giornata dei caduti vengono ricordati le vittime di tutte le religioni. Ma non si può essere inclusivi con chi dimostra odio verso gli Ebrei, e strizza l’occhio alla violenza e al boicottaggio contro Israele. Peraltro mi pare un’ossessione quella di chiedere sempre e solo a un Paese democratico e tollerante come Israele di dialogare, mentre dall’altra parte continuano tranquillamente a incitare all’odio: dai testi scolastici alle televisioni.