“Nòach era un uomo giusto e integro nella sua generazione…” (Bereshìt 6, 9). Nòach rimase modesto e umile nei confronti di se stesso, per quanto fosse lui il solo giusto in una generazione di malvagi. Ciò perché “Nòach procedeva con Dio” nel senso che Dio era il suo riferimento e, pertanto, considerandone la grandezza, le cose che lui faceva gli parevano trascurabili. Nòach rimase dunque sempre umile in cuor suo, giacché rapportava la propria giustizia a quella divina: benché – rispetto agli esseri umani – egli fosse un vero tzaddìk.