David Gerbi – Psicoanalista junghiano e psicoterapeuta
La Torà inizia con il libro della creazione che è dedicato al processo creativo del mondo che avviene in sei giorni, attraverso il passaggio dall’indefinito (Toh u va vou) al definito. Passando dal caos all’ordine in maniera graduale per poi recuperare con il riposo dello Shabbat. Tutto il processo creativo avviene attraverso la parola di D-o.
Alcuni maestri interpretano la prima frase “In principio D-o creò il cielo e la terra (Bereshit barà Elokim et) con in principio D-o creò la lettera. Poi unì le lettere e creò le parole e attraverso le parole creò le frasi che poi si trasformarono in “cose” , devarim che viene dal verbo ledabber, parlare. In analisi avviene lo stesso processo: affinché si possa passare dall’indifferenziato al differenziato, dall’indefinito al definito, dall’inconfessato al confessato, bisogna parlare, perché non c’è agonia più grande che portare dentro di sé una storia dolorosa non raccontata. In tal senso la guarigione avviene attraverso la parola, trasformando l’indefinito nel definito. La parashà finisce con la presa di coscienza di D-o della naturale inclinazione al male dell’uomo.
La parashà di Noach inizia con l’intenzione di D-o di distruggere il mondo. Nonostante che in principio D-o ripeta sempre che ciò che ha creato è cosa buona, nella seconda parashà c’è scritto che si pente di aver creato il mondo perché l’uomo è incline al male. E inizia un modello trasformativo che si manifesta con la distruzione del mondo, a seguito della riconsiderazione dell’umanità. Conosciamo tutti “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde”. La trama è incentrata sul tema dello sdoppiamento della personalità: un rispettabile dottore londinese, il dottor Jekyll, dopo aver sperimentato su se stesso una potente droga di sua invenzione, si trasforma nel terrificante Hyde, che incarna il lato malvagio del suo essere. Tale sdoppiamento rappresenta la parte umana che ha la tendenza al bene e la parte umana che ha la tendenza al male, il continuo conflitto che portiamo dentro di noi alla ricerca della conciliazione degli opposti che sono sempre in contrasto e in tensione.
Ciò che è interessante è che D-o ci sta insegnando come avviene il processo di trasformazione. Noè rappresenta la possibilità di cambiamento radicale che avviene attraverso la distruzione incompleta del mondo. E’ come se dicessimo che per salvarci abbiamo bisogno di distruggerci e di ricrearci.
“Il Signore vide che la malvagità dell’uomo nella terra era grande e che ogni creazione del pensiero dell’animo di lui era costantemente soltanto male. Il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuore. Il Signore disse: distruggerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato, dall’uomo fino ai quadrupedi, ai rettili, agli uccelli del cielo, perché mi sono pentito di averli fatti”. Noach trovò grazia agli occhi del Signore.”(Genesi 6- 6:8)
Steve Jobs, creatore della Apple, dice proprio questo “a volte quando si innova, si commettono errori. È meglio ammetterli in fretta e continuare a migliorare le altre innovazioni.”
“La creatività è pensare a cose nuove. L’innovazione è fare cose nuove”, scrive Theodore Levitt che distingue tra l’atto concettuale della creatività e l’atto applicato dell’innovazione, sottolineando l’importanza di entrambi nel dare vita a nuove idee. Israele come start-up Nation è un esempio di innovazione e progresso in tanti campi.
Nella parashà di Noach “La terra era corrotta davanti a D-o, era piena di violenza. D-o vide che la terra era corrotta che ogni creatura seguiva una via di corruzione sulla terra.” ( Genesi 6-11)
“D-o disse a Noè : ho decretato la fine di tutte le creature, perché per esse la terra è piena di violenza ed io le distruggerò con la terra stessa” (Genesi 6-13)
Noè era uomo giusto, integro tra i suoi contemporanei. Procedeva con D-o. ( 6-9)
Il Signore disse a Noè: entra nell’arca con tutta la tua famiglia, poiché te ho veduto giusto dinanzi a Me in questa generazione. (Genesi 7-1)
È proprio nel momento in cui D-o decide di distruggere il mondo che ha un ripensamento e andando per prove ed errori, riesce a trovare l’uomo Giusto di questa generazione, che riuscirà a portare avanti la discendenza fino ai giorni nostri. Questo processo trasformativo che passa attraverso la distruzione di ciò che è male agli occhi del Signore, permette lo sviluppo e il progresso dell’umanità. Ovviamente capiremo nelle prossime storie che il male continuerà ad esistere, e che il lato oscuro dovrà sempre combattere contro la luce e viceversa. D.o ha detto “ti ho dato il bene e il male la vita e la morte, scegli la vita”.
In effetti, anche in terapia, il processo terapeutico avviene attraverso la distruzione della concezione del proprio Io che si identifica con l’ego, e non con la totalità della psiche definita il sé. Questo, in termini religiosi, significa che l’Io deve mettersi al servizio di D-o e non del proprio ego. La cosa diventa sempre più complicata, per fare questo abbiamo bisogno di credere nel processo trasformativo e nella distruzione di ciò che è distruttivo dentro di noi, nei nostri rapporti e nel nostro modo di vivere. In psichiatria si dice che “la malattia mentale continuare a fare la stessa cosa, aspettarsi un risultato differente”, in realtà vediamo subito da questa parashà che D-o al contrario, non aspetta altre parashot per procedere con questo tipo di trasformazione, ma lo attua subito. È molto difficile fare i conti con il nostro lato non desiderato che Jung definisce la nostra ombra, però l’unico modo per non essere posseduti dal nostro essere fatti anche di Yezer ha ra’ è proprio quello di prendere coscienza e di pentirsi, perché solo attraverso il pentimento può avvenire un ripensamento e un’aggiustamento del proprio comportamento ( Tikun Midot con se stesso e poi Tikun Olam in collaborazione con D-o). Simbolicamente possiamo dire che la distruzione che c’è stata è stata necessaria affinché potesse nascere una nuova generazione con una nuova presa di coscienza.
Se pensiamo alla storia dei 12 esploratori, ci ricordiamo che D-o ha fatto sì che i 10 esploratori non potessero entrare, dovevano morire nel deserto insieme a tutta la generazione che partiva dai diciott’anni in poi. Soltanto due entrarono Jeoshua e Kalev perché hanno avuto fiducia in Dio e non si sono fatti intimidire e terrorizzare dai giganti che erano nella terra stillante latte e miele. Anche la’ si ripete lo stesso modello che bisogna distruggere e lasciare in vita soltanto ciò che è sano, intendendo ciò che è legato al processo trasformativo che a sua volta ha bisogno della fede e della fiducia nella trasformazione. E cosi ha fatto Noè. Ha accettato le istruzioni di D-o di costruire l’arca e ha creato un contenitore per poter preservare la parte sana e eliminare la parte malata, quindi un processo creativo in funzione di un futuro processo distruttivo. Sappiamo che molto del nostro aspetto malato è legato al nostro ego che impedisce alla nostra anima di manifestarsi a causa delle kelipot che non permettono alla luce della Neshama di manifestarsi. ( fa parte della missione delle Kelipot di metterci in difficoltà per farci crescere) La cosa interessante è che questo contenitore che è simboleggiato dall’arca che contiene tutti gli aspetti animali dell’essere umano deve essere preservato, e la cosa interessante è che il mondo marino viene tutto quanto salvato con tutti i pesci e gli abitanti dei mari e degli oceani.
Con Freud sappiamo che il mare rappresenta l’inconscio. Quindi l’inconscio viene salvato. Jung, quando parla del lato scuro ossia dell’altra parte di noi, dell’altro lato della nostra personalità, vuole dire tutte quelle qualità non piacevoli che abbiamo e che vogliamo nascondere insieme a tutte le funzioni non sviluppate sufficientemente della personalità inconscia. Però dobbiamo capire anche che non è che il lato oscuro sia negativo in sé o che sia totalmente immorale e incompatibile con la nostra personalità cosciente, ma è uno stimolo a superarlo. E’ grazie a questo lato scuro che noi possiamo svilupparci ma abbiamo bisogno di rendere cosciente l’inconscio. Questo processo però non è gradevole ed è impopolare. Però in questa parasha’ abbiamo capito quanto è importante agire in tal modo per far sì che ci possa essere lo sviluppo del mondo, ossia della nostra personalità. Cio’ che ci ha insegnato Jung e’ che in realtà la nostra personalità matura si sviluppa proprio grazie al materiale grezzo dell’inconscio, così è successo nel processo trasformativo attraverso la parola di D-o nel dialogo con Noè.
“Il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuore.” ( Genesi 5-6)
Akeidas Yitzchak spiega che “Il dolore non contraddice il principio secondo cui D-o conosce il futuro; un esempio da lui citato è il caso di qualcuno che pianta un alberello e lo nutre con orgoglio, proteggendolo dai danni mentre cresce fino a raggiungere la maturità; quando arriverà il momento, si pentirà di dover abbattere un albero per cui ha lavorato così duramente, anche se sapeva fin dall’inizio che prima o poi lo avrebbe fatto, nel senso in cui la Torah prende in prestito termini umani per descrivere D-o come addolorato; egli non ha inflitto punizioni in modo capriccioso. Solo dopo che gli uomini si erano immersi nel male e non erano più salvi, Egli abbandonò l’attributo della Misericordia e adottò l’attributo del Giudizio.” Come la famosa frase che “Il medico pietoso fece la piaga puzzolente”. ll proverbio indica come il medico che per troppa pietà nei confronti del paziente non interviene in maniera decisa, non fa altro che peggiorare la situazione. Questo modo di dire può essere utilizzato in tutte quelle situazioni in cui troppa compassione e debolezza non fanno altro che nuocere ulteriormente.
“Il Signore distrusse ogni essere che era sulla faccia della terra dall’uomo alla bestia, ai rettili e ai volatili; fu distrutti dalla terra; rimase soltanto Noè e chi era con lui nell’arca“. (Genesi 7-23).
Inizia una nuova creazione sempre attraverso la parola che questa volta però viene comunicata a Noe’, a differenza della prima creazione in cui e’ riferito che D-o creo’ senza fare riferimento all’altro da se’.
“Così D-o parlo’ poi a Noè ed ai suoi figli insieme con lui:Ecco io firmo il mio patto con voi, con la vostra discendenza dopo di voi; e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: volatili, animali domestici e selvatici insieme a voi, tutti quelli che sono usciti dall’arca, tutti gli animali della terra. Manterrò il mio patto con voi nessuna creatura sarà più distrutta dalle acque del diluvio né ci sarà più diluvio per distruggere la terra. D-o disse: questo è il segno del patto che Io pongo fra Me, voi e ogni essere vivente che è con voi per le generazioni in perpetuo. Pongo nelle nuvole il Mio arco che sarà il segno del patto fra Me e la terra. Quando farò addensare le nubi sopra la terra, si vedrà l’arcobaleno nelle nubi, ed io ricorderò il Mio patto fra Me, voi e ogni essere vivente, ogni creatura, e mai più le acque produrranno un diluvio per distruggere tutte le creature. L’arcobaleno sarà nelle nuvole, ed lo vedrò per ricordare il patto perpetuo esistente fra D-o e tutti gli esseri viventi, fra tutte le creature esistenti sulla terra. D-o disse a Noè: questo è il segno del patto che faremo tra Me e tutte le creature esistenti sulla terra”.( Genesi 9:8-17)
A questo punto, finalmente c’è stata la riconciliazione tra D.o e tutto ciò che ha creato, un nuovo mondo è nato attraverso la distruzione del vecchio mondo. Il simbolo dell’arcobaleno che unisce il cielo e la terra, è il simbolo che rappresenta l’unione degli opposti. L’arcobaleno rappresenta la riconciliazione. Per arrivare all’unione degli opposti è stato necessario questo lungo percorso, perché come dice Jung si supera solo ciò che si attraversa, ed è cosi che si puo raggiungere la pace tra cielo e terra. Tra uomo e D.o.