“Weelle hamishpatim/E queste sono le leggi che tu [Mosè] porrai davanti a loro” (Esodo 21:1). Con queste parole, la Torà introduce una lunga serie di leggi sociali che disciplinano un’ampia gamma di circostanze: il furto, i danni alla proprietà, le lesioni alle persone, il prestito di denaro, l’affidamento di oggetti a persone per custodirli e molti altri.
Il significato semplice di questo versetto è che Dio ha ordinato a Mosè di “collocare” cioè presentare, o insegnare, queste norme di vita a tutto il popolo.
Rav Moshe Alshich (Safed, 1508-1593), offre una spiegazione un po’ più approfondita di questo verso introduttivo. L’Alshich scrive che chiunque può chiedersi perché ci sia il bisogno che la Torà fornisca un sistema di diritto civile. Dopotutto, l’obiettivo di risolvere le controversie e di mantenere la pace nella società, può essere raggiunto anche attraverso leggi create dall’uomo, ideate da saggi studiosi di diritto. Quando si tratta del modo di servire Dio, i nostri doveri o le nostre restrizioni rituali, richiedono comandi divini, perché solo Lui può decidere come vuole essere servito. Ma riguardo la vita sociale tra esseri umani, perché è la Torà che detta un sistema di leggi civili, quando gli esseri umani sono in grado di formulare un proprio sistema di leggi?
Rav Moshe Alshich scrive che questa domanda si basa su un presupposto fondamentalmente sbagliato, che i “mishpatim”, il codice sociale della Torà, mira esclusivamente a mantenere la pace e l’armonia nella società umana. Se questo fosse l’unico scopo di queste leggi, allora ci chiederemmo il perché un tale sistema sia necessario. Ma questo non è affatto vero.
Rav Alshich afferma che le leggi civili della Torah sono Mitzwot, doveri spiritualmente carichi, non inferiori alle Mitzwot ben adam laMaqom (tra uomo e Dio). Proprio come quando indossiamo i Tefillin, recitiamo le preghiere, osserviamo lo Shabbat, compiamo un atto spiritualmente potente, allo stesso modo compiamo un atto spiritualmente potente ogni volta che paghiamo puntualmente un lavoratore, prestiamo senza addebitare interessi, compensiamo i danni che abbiamo causato e adempiamo agli altri nostri obblighi verso i nostri simili.
Il codice civile della Torà è intrinsecamente sacro e, aggiunge Rav Alshich, come creiamo un angelo ogni volta che eseguiamo una delle Mitzwot ben adam laMakom (tra uomo e Dio), così creiamo un angelo ogni volta che eseguiamo una di queste leggi che rientrano nella categoria delle Mitzwot ben adam lachaverò (tra uomo e suo prossimo).
Con le parole del versetto con cui ha inizio il brano di questa settimana, scrive Rav Alshich, Dio vuole insegnare a Mosè che l’osservare queste leggi – proprio come l’osservare tutti gli altri comandamenti della Torà – ha l’effetto di creare angeli che rimangono con noi e divengono i nostri avvocati difensori. A Moshe fu comandato di “porre” queste leggi “davanti” a noi, nel senso che anche attraverso queste leggi civili, manteniamo la capacità di produrre nuovi angeli.
Rav Alshich ci ricorda che non dobbiamo mai distinguere tra le due categorie fondamentali delle Mitzwoth della Torà: i nostri doveri verso il Signore e i nostri doveri con il prossimo sono complementari, ed esprimono la pienezza della vita della Torà.
La loro osservanza crea angeli difensori in nostro favore mentre, la loro trasgressione, crea altrettanti angeli, in questo caso non più nostri difensori ma nostri accusatori, Shabbat Shalom!