Che c’entra con Kolòt? C’entra, c’entra
Enza Cusmai – Il Giornale – 27 febbraio 2009
Le unioni tra italiani e stranieri sono più di 200mila e continuano ad aumentare. In media, però, durano dai 5 ai 13 anni. E fin dai primi mesi arrivano i problemi: la religione, l’educazione dei figli e l’isolamento all’interno della società.
Non sempre finiscono in tragedie, ma quasi sempre finiscono. Almeno otto matrimoni misti su dieci, infatti, non ce la fanno a tirare avanti. Troppe le differenze di cultura, di mentalità, troppe le divergenze su come educare i figli. Così, le nozze tra un italiano o un italiana e uno straniero si sbriciolano più di quelli tra connazionali: 80 per cento dei fallimenti contro poco meno del 50 per cento.
Eppure l’Italia sta cambiando e nei decenni è diventata sempre più multietnica. Sono ormai 3.432,651 le presenze di cittadini stranieri nel nostro Paese e ben 1.684.906 le famiglie con almeno un componente non italiano, pari al 6,9 per cento. E una realtà in continua crescita: in dieci anni i matrimoni tra stranieri e italiani si sono triplicati. Un aumento del 300 per cento.
Non soltanto. Negli ultimi quattro anni, il numero dei bambini nati da coppie miste è lievitato del 2 per cento. Attualmente, infatti, sono circa 600 mila le convivenze stimate mentre i matrimoni misti hanno ormai superato la quota 200 mila e crescono al ritmo di 6.000 all’anno. Ma ben 4.800 di questi sono destinati al fallimento. E nel giro di pochi anni.
Secondo l’Istat, una coppia mista dura in media 13 anni a Lecce, sette a Milano, cinque ad Ancona. Queste famiglie reggono quando hanno un reticolo di sostegno, i fratelli, i genitori spiega Mara Tognetti, docente di Politiche migratorie all’Università Bicocca di Milano . Altrimenti non ce la fanno. Una coppia mista è un bene prezioso per chi le vive attorno ma è anche più fragile, più osservata dai vicini e ha bisogno di maggiore negoziazione: dai figli, alla gestione dei soldi, tanti sono infatti i motivi di discussione’. Ma nonostante le tragedie e le rotture, i matrimoni misti (uno su sette di quelli celebrati) cresceranno sempre di più, assieme ai divorzi. ‘Sono delle grandi potenzialità aggiunge Tognetti ma sono visti come particolari e diversi dalla Chiesa, dai vicini, dai parenti. E così loro tendono ad auto isolarsi o ad essere isolati’.
Ma quali sono i gusti degli italiani in fatto di partner stranieri? Gli italiani sposano nell’ordine: filippine, romene, peruviane e albanesi e rappresentano il 59,1 per cento del totale dei matrimoni misti.
Le donne italiane, invece, creano una famiglia (13,4 per cento) soprattutto con gli immigrati africani e del Maghreb: senegalesi, tunisini, marocchini. In forte crescita anche i matrimoni tra due stranieri immigrati (27,5 per cento), un fenomeno dove le separazioni saranno, a detta degli esperti ancora più frequenti visto il loro isolamento. «Non c’è neppure l’italiano che fa da mediatore e la loro storia è molto difficile da sostenere nella società italiana», ammette Tognetti.
Ma in questo mosaico di unioni, non c’è soltanto l’amore a farla da padrona. ‘Ci sono tanti matrimoni che sono fatti per interesse e per ottenere la cittadinanza e negli ultimi anni la situazione è peggiorata’, precisa Sound Sbai, deputata del Pdl che lancia la sua proposta: «Molti immigrati pensano di poter fare quello che vogliono in Italia, anche essere poligami e potersi sposare con le italiane per ottenere in poco tempo la cittadinanza. Non hanno l’obbligo di imparare la lingua, la Costituzione, la parità di diritti. E queste ingiustizie verso le donne italiane che sposano gli stranieri vanno eliminate».
Cultura – Il peso di tradizioni diverse
La maggior parte dei matrimoni misti fallisce per l’impossibilità di colmare il gap culturale tra i due coniugi: spesso uno dei due impone all’altro tradizioni culturali e religiose estranee al mondo del partner, che possono andare dalla cucina all’abbigliamento. Il sentimento non basta dunque a mantenere un equilibrio delicato. Sono molti i mariti di fede islamica che tentano per esempio di imporre alla moglie l’uso del velo o l’eliminazione di alcuni prodotti alimentari (come il maiale) dalla dieta
I figli – Le divergenze sull’educazione
Uno dei problemi maggiori nelle coppie miste si presenta con l’arrivo dei figli. Spesso i coniugi, a causa di un background culturale diverso, non si trovano d’accordo su come educare i figli: se mandarli per esempio alla scuola italiana o in una scuola straniera a seconda delle origini di uno dei due genitori. Lo stesso problema si riscontra sulla religione con la quale crescere i figli se i coniugi sono di fede diversa. Ci sono anche pressioni che la società esterna, con pregiudizi e chiusure, esercita sulla coppia
Rapimenti – C’è chi fugge all’estero con i bimbi
Non sono mancati casi in cui, dopo i primi screzi di coppia, il padre straniero ha cercato di portare via ifigli alla madre. Spiega l’avvocato Gian Ettore Gàssani, presidente dell’Associazione matrimoni misti italiani, che i figli in Nord Africa per esempio sono potestà esclusiva del padre e le madri non hanno alcun potere sulla prole in caso di separazione o divorzio. «Se il marito porta via il figlio, restituirlo alla madre e riportarlo in Italia diventa un’impresa difficilissima»
I Numeri
80%
La percentuale di matrimoni misti (italiano straniera o straniero italiana) che finisce con un fallimento. Su seimila matrimoni misti celebrati in un anno in Italia oltre 4.800 terminano con una separazione o un divorzio
60mila
Il numero in Italia di coppie miste sposate. Un numero che aumenta al ritmo di seimila l’anno. oggi sono 1.684.906 i nuclei familiari con almeno un componente straniero, pari al 6,9 del totale.
5
Gli anni che mediamente dura un matrimonio misto ad Ancona, il tasso più basso del Paese. Sette anni a Milano, 13 a Lecce. Negli ultimi dieci anni le unioni di questo tipo sono aumentate del 300%
59%
La percentuale di matrimoni misti in Italia con sposo italiano prevalentemente con filippine, rumene, peruviane e albanesi. 13,4% invece il tasso di matrimoni con partner italiana, con uomini per lo più senegalesi, tunisini e marocchini.