La pronta risposta di due lettori di Kolot all’articolo di ieri di Carlo Strenger “Perché Israele deve diventare uno stato laico”
L’articolo del Dott. Strenger mi sembra piuttosto un’esercizio di spinologia del fondamentalismo illuminato.
Comincia con un postulato che secondo la mia umile opinione dovrebbe arrivare alla fina di una serie di prove.
Del resto, come è che la secolarizzazione è nell’interesse di chicchessia, religioso o no? Cosa ci si guadagna? ci guadagna ogni parte?
Come si fa a rendere tutti contenti, religiose e non religiosi alike?
«La concezione di indagine critica è emersa… nega che vi siano autorità che devono essere seguite ciecamente», salvo i postulati dell’illuminismo.
Ci sono nell’articolo alcuni dettagli storici che meritano essere risaltati. La scoperta della disparità fra i fatti osservati in natura e i scritti degli antichi (soprattutto Aristotele) è stata fatta, o apertamente riconosciuta già intorno al 1100 (Abelardo o i suoi discepoli) ed è stato creato il concetto che “la natura ha cambiato” concetto adottato inconsciamente dal mondo rabbinico (hishtanu hatevaim). C’è poi stato una svolta di ricerche ed invenzioni, vedi Lynn White «The virgin and the dynamo».
Oggi, nell’area teologica, il prof Halivni ha creato il concetto che la rivelazione originale è stata maculata (adopera proprio intenzionalmente questo verbo nei suoi libri inglesi) durante il periodo fino all’esilio babilonese; la professoressa femminista Tamar Ross mantiene la rivelazione ma avanza il concetto che il capire della rivelazione è dipendente dal tempo e luogo (hic et nunc?) cioè l’interpretazione dei testi resta aperta. Tutti e due – Halivni e Ross sono ortodossi, Halivni, forse il massimo dotto talmudista vivente, reduce di Auschwitz. Quello che voglio dire è che i testi sono aperti ad interpretazioni. E nel corso della storia ce ne sono state molte e diverse. E se ci limitiamo per un momentino unicamente sul sviluppo delle scienze, mi ricordo di certi testi di Kepler che mi facevano pensare che aveva letto, o sentito di certe idee di Maimonide (interpretare la bibbia allegoricamente).
Lo stato di Israele è un stato secolare, con molti ceppi di “colore religioso”, cioè imprestati dal mondo della pratica religiosa. E qui, come avrebbe detto il prof Yeshayahu Leibowitz si tratta di “interessi”, cioè non la religione e’ che detta allo stato che ciò e ciò deve essere fatto, ma delle persone con certi interessi. Secolarizzare «totalmente» lo stato, come credo sia l’intenzione dell’articolo del Dott. Strenger implicherebbe eliminare dal pubblico quella gente che ha questo interesse, o i loro rappresentanti. Ma ci sono altri gruppi di gente con altri interessi pronti a mettere altri ceppi allo stato. (*)
Quello che disturba l’autore sono i ceppi. Anche me. Cosa vuole, che diventiamo come l’America, colla cultura del 24/7 (24 ore 7 giorni). Vorrei rammentar che Dov Chanin, rappresentante comunista al consiglio della città di Tel Aviv e’ contrario anche lui alla cultura del 24/7, cioè e’ in favore di un Shabbat più «raccolto» anche se vorrebbe averlo riempito di altre cose, ma in fin dei conti anche lui è per vincolare la libertà assoluta della secolarizzazione (Rivista Eretz Acheret, gennaio 2009).
L’esempio dell’Europa è veramente mal scelto. L’Europa degli ultimi secoli non è stata la piùassassina di tutti i tempi? E non si tratta unicamente dell’evoluzione dei mezzi tecnici della guerra (**). L’Europa moderna è nata nel 1760, quando McPherson pubblicò i suoi canti di Ossian. I miti popolari/etnici hanno dato il cambio alle religioni, creando nazionalismi, pattriotismi (chauvinismi). Già pochi anni dopo l’autore ebreo Saul Ascher (che bel nome israeliano!), uno dei primi del giudaismo riformato, ha già screditato il «Germanentum» nel libro «Die Germanomanie», bruciato ai pogrom HEP, Germanomania che ha poi menato alla creazione del termine antisemitismo. Mi si puo’ fare a meno di ideologie, religiose o etniche o altro? Rorty ha detto una volta che il nazionalismo, o il patriottismo (l’amore, l’identificazione colla propria nazione o la propria patria) e’ per il collettive ciò che l’autoaffermazione èper l’individuo.
Se il dott. Strenger inveisce contro i ceppi religiosi dello stato secolare d’Israele, esprime il suo gusto, esprimendo la sua stizza contro quei ceppi che gli rompono le scatole – ma senza ceppi di una sorte o di un’altra non ce la faremo.
Buone feste
Amo Fuchs
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Non sono molto d’accordo, una separazione tra mondo laico e mondo religioso potrebbe trasformare i rabbini in preti. Israele è unico al mondo proprio nel riuscire far crescere insieme la libertà di coscienza e di ricerca in tutte le direzioni con la Torah e il suo richiamo all’Umanità di partecipare all’opera della Creazione. Non mi sembra affatto che l’indagine scientifica soffra a causa degli ortodossi, visti i risultati ottenuti con le cellule staminali in laboratori che in italia sarebbero vietatissimi.
Israele e’ all’avanguardia mondiale e allo stesso tempo ha la Torah nel suo DNA, nel modo di pensare, di agire e di reagire. Io non voglio che Israele sia diversa da quello che è per diventare “laica” come tutti gli altri. Essere ebrei significa essere anche laici e non rischiare di cadere negli errori-orrori della chiesa all’epoca di Galileo.
Shalom e hag sukkot sameah,
Elio