Federica Vitale
Sebbene scienza e religione non siano andate sempre molto d’accordo, anche nello spazio gli astronauti devono osservare i precetti stabiliti dalla propria religione. In orbita l’uomo porta con sé un bagaglio nel quale vengono riposti fede e dettami religiosi. Così sorge spontaneo chiedersi cosa accadrebbe se un cristiano dovesse essere momentaneamente assente dalla Terra proprio il giorno del Giudizio? Ma non solo. Anche ebrei e musulmani possono intraprendere un viaggio orbitale e trascinare nello spazio tutta una serie di norme da seguire.
E il problema sembrerebbe più ‘spaziale’ di quanto appaia. Ecco una serie di esempi delle tre principali religioni le cui norme vengono onorate anche nel cosmo.
Religione ebraica. Se il kosher menù è ormai entrato di uso comune nei viaggi aerei, già nel 2003 furono approvati nei pasti ebraici anche la lasagna, lo stufato di carne ed il pollo con il riso. Nel momento in cui occorre osservare il Sabbath, ossia la festa del riposo osservata ogni settimana di sabato, Ilan Ramon, astronauta israeliano vittima dell’incidente dello Shuttle Columbia, osservò la festa senza contare i tramonti orbitali, altrimenti la ricorrenza sarebbe caduta ogni nove ore e durata 90 minuti. Un altro astronauta, Jeff Hoffman, portò con sé sia un menorah, il noto candelabro a sette braccia, e un dreidel, un oggetto liturgico tipico del natale ebraico Hanukkah. Le fiamme del candelabro, raccontano i rapporti della Nasa, bruciarono in modo fioco e impercettibile.
Religione cristiana. Era il 1969 quando Buzz Aldrin consumò il pane e il vino della comunione sulla Luna. Tuttavia non riuscì a trasmettere la solenne cerimonia a quanti attendevano da Terra. Si può dunque affermare che il corpo di Cristo sia stato sul nostro satellite naturale? Nel 2009, invece, il cosmonauta russo Maksim Saraev traghettò sulla Stazione Spaziale Internazionale alcuni oggetti religiosi, tra i quali una reliquia al cui interno era custodita un pezzo della croce originale di Gesù.
Religione musulmana. Quando si è in orbita, come fare a rivolgere le proprie preghiere verso la Mecca? E quanto dovrebbe durare il Ramadan in un ipotetico viaggio per il pianeta Marte? Nel rispondere a questi e ad altri quesiti, il Department of Islamic Development riunì un team di alcuni scienziati per redigere un breve manuale religioso apposito per i viaggio spaziali. Per esempio, si consigliava all’astronauta di fare del proprio meglio nel determinare la direzione della Mecca. Se ciò non fosse stato possibile, bastava rivolgersi verso la Terra. Le cinque preghiere quotidiane sarebbero state calcolate secondo l’orario della base dal quale l’astronauta era partito.
Ancora, in assenza di gravità, mantenere la classica posizione di preghiera potrebbe diventare difficile; dunque sarebbe bastato anche solo immaginare tale posizione. Per concludere, nel caso di un eventuale decesso a bordo di una navicella, il corpo sarebbe potuto tornare sul nostro pianeta o, in casi estremi, sarebbe potuto essere ‘seppellito’ nello spazio accompagnato da un semplice rito funebre.
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