Tratto da “Alef-Dac 9” – 1981-82
Rav Menachem Emanuel Artom z”l
A che serve e come si usa uno strumento indispensabile in una casa osservante
È ben noto che, tra i vari divieti vigenti nello Shabbath, vi è quello di accendere e spegnere fuochi e lumi. Al tempo stesso, la tradizione ebraica-rabbinica (a differenza di quella samaritana e di quella caraitica) dà grande importanza al fatto che le case siano illuminate diShabbath, meglio e con maggiore festività che non nei giorni feriali, tanto che l’accensione dei lumi sabbatici è considerata una Mitzwàla cui esecuzione è accompagnata da una speciale formula di ringraziamento (Berakhà).
Come in altri campi, la tecnica moderna viene incontro all’usanza di avere la casa bene illuminata di sabato: resta naturalmente fermo che sono esclusi la diretta accensione dei lumi elettrici ed il diretto spengimento degli stessi in quel giorno. Non solo: nonostante un’opinione popolare contraria, queste operazioni sui lumi elettrici sono vietate anche nei giorni di festa solenne (Jom Tov). i è però uno strumento che permette di godere delle luci elettriche, durante lo Shabbath ed i giorni festivi, nelle ore notturne, od in altre ore in cui siano necessarie, di interrompere il funzionamento nelle ore in cui servono, e di riavere le luci nuovamente accese prima della fine dello Shabbath. Si tratta del così detto orologio dello Shabbath (“Timer”) che opportunamente regolato può dare tutti questi risultati.
L’uso dell’orologio dello Shabbath è estremamente semplice. Chi vuole usarlo deve solo avere l’avvertenza di inserire il funzionamento nel circuito elettrico dei locali che intende illuminare, disporre gli indicatori a vite di cui è dotato sulle ore in cui desidera l’accensione e lo spengimento delle luci e, ovviamente, aprire gli interruttori delle luci desiderate. L’orologio provvede poi da sé a far passare e bloccare la corrente nei momenti desiderati.
Qualcuno potrà obiettare: che differenza c’è tra accendere e spengere direttamente le luci e servirsi di questa via indiretta, di questo strumento meccanico? La differenza c’è ed è assai notevole: basti pensare a quelle che sono le caratteristiche dello Shabbath. Quel che in quel giorno non è lecito, non è un certo atto materiale: una simile proibizione porterebbe ad un’interpretazione magica dell’istituto, ben lontana dall’idea ebraica. Non è permesso che l’uomo ebreo compia certi atti e la sua astensione personale dagli atti in questione può avere vari significati. Nel caso particolare possiamo sottolineare che, astenendosi da certe azioni, l’uomo si abitua alla disciplina che la Torà vuole sia norma costante nella sua vita. Astenendosi dal compiere certe azioni di Sabato, l’ebreo riconosce con i fatti di non essere padrone assoluto delle forze della natura: il dominio di esse gli è stato concesso dal Signore, e nel giorno a Lui sacro ci si astiene dall’usare tali forze, senza però escludere che se ne possa godere senza avere compiuto durante il Sabato nessun atto volontario e diretto per influire su di esso. Le cose di cui si ha bisogno per il Sabato vanno preparate da prima. È nel giorno feriale che si deve predisporre tutto ciò che è necessario perché il giorno del riposo sia piacevole al massimo.
È superfluo dire che l’orologio dello Shabbath può essere utile non solo per le luci, ma anche per altri scopi che rendano lo Shabbathpiù piacevole, come la messa in azione (o l’interruzione dell’azione) di stufe e condizionatori d’aria. È invece proibito servirsene per gli scaldabagni, in quanto di Sabato è proibito usare acqua che sia stata scaldata in quel giorno con qualsiasi mezzo che non sia il calore del sole. Né va usato per far funzionare elettrodomestici (lavatrici, lavavivande) in quanto l’uso di tali mezzi, sia pure indiretto, equivale all’occuparsi durante il Sabato delle necessità dei giorni di lavoro.
Se si ha una serie di giorni consecutivi in cui è proibito accendere lumi elettrici (nella Diaspora ciò avviene in tutte le feste), naturalmente l’orologio deve essere predisposto prima dell’inizio del primo giorno della serie, per tutti giorni della serie stessa. È preferibile che non si facciano mutamenti nelle ore di accensione e spengimento dopo l’inizio del Sabato o della festa; comunque, in caso di necessità, si considera permesso spostare le viti per ritardarne l’azione, ma mai per anticiparla. L’anticipo è permesso solo se ha per scopo la facilitazione dell’adempimento di una Mitzwà (per esempio tenere una riunione di studio di Torà che non era stata programmata) o per la necessità di un malato (non in pericolo di vita, perché per chi sia in pericolo di vita è Mitwà compiere tutte le azioni normalmente proibite di Shabbath, in quanto servono ad aumentare la possibilità di sopravvivenza del malato stesso).
Per ciò che riguarda l’uso dell’orologio dello Shabbath in relazione con la “plata”, vanno tenute in conto le limitazioni dell’uso della stessa indicate nello scritto pubblicato sul numero precedente.