L’autore francese anti-islamista e molto letto in Francia: «I governi europei e occidentali non sanno come muoversi con il mondo musulmano. E Macron è ininfluente»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Boualem Sansal, 74 anni, grande scrittore algerino da sempre in lotta contro l’islamismo radicale, per la sua vicinanza agli ebrei e a Israele si definisce a sua volta vittima dell’antisemitismo «perché non sono ebreo da un punto di vista genetico, ma culturalmente lo sono abbastanza».
La guerra tra Hamas e Israele, come molti temevano, sta uscendo fuori dei confini del Medio Oriente?
«Credo purtroppo che siamo entrati in una guerra mondiale tra israeliani e palestinesi. Questi episodi di antisemitismo potrebbero anticipare una serie di attacchi islamisti ovunque nel mondo contro gli israeliani ma anche in generale contro gli ebrei. Colpiranno in Europa, e in Francia, evidentemente, perché è qui che vive il maggior numero di ebrei del continente, e colpiranno con l’appoggio almeno ideale dei fiancheggiatori antisemiti locali che vediamo già all’opera in questi giorni. E poi temo operazioni contro gli ebrei anche negli Stati Uniti, dal valore simbolico molto forte. È una guerra mondiale perché, come si vede, si svolgerà in tutto il pianeta».
Crede che gli europei lo abbiano capito?
«Finora non ancora, ci vuole un po’ di tempo per comprendere che ormai siamo passati a un altro livello».
C’è troppa comprensione nei confronti dell’islamismo?
«Ci sono i governi e poi ci sono i cittadini. I governi europei e occidentali non sanno come muoversi con il mondo musulmano, sono indecisi. Sostengono Israele e cercano l’intesa anche con Paesi come il Marocco, l’Arabia Saudita, il Bahrein: gli accordi di Abramo sono importanti da un punto di vista economico e politico. I cittadini, quanto a loro, sono divisi tra opposizione all’islamismo e rinascita di un antisemitismo che non è mai scomparso. In Francia la destra in linea di massima è schierata al fianco di Israele e degli ebrei, ma a sinistra c’è un sostegno alla causa palestinese che sconfina nell’antisemitismo. Odiano Israele, da sempre».
Dall’inizio della crisi il presidente Macron teme che il conflitto arrivi in Francia, per questo è andato in Israele e in Cisgiordania cercando di porre una separazione netta tra i terroristi di Hamas, da combattere con una coalizione internazionale, e i diritti dei palestinesi. Che cosa pensa di quell’iniziativa?
«Credo sia del tutto ininfluente, nessuno dà credito a quel tentativo. Bisogna trovare il coraggio di scegliere la parte con cui stare».
La Francia e l’Europa non lo fanno abbastanza?
«In Francia c’è una tensione enorme, non dimentichiamo che un insegnante è stato ucciso da un terrorista islamico nel suo liceo. I governi fanno i conti con la popolazione musulmana al loro interno. Israele e gli ebrei rischiano di venire abbandonati da tutti».