Il visionario Zamenhof ideò l’Esperanto, una lingua neutrale, artificiale e internazionale per far dialogare tutti i popoli del mondo
Firenze, 26 luglio 2023 – Italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, giapponese eccetera. Sono tante le lingue parlate nel mondo, per non considerare poi i dialetti, che di certo non facilitano la comunicazione tra i popoli e lo scambio di culture. Ma ecco che a Ludwik Zamenhof un giorno venne un’idea: far dialogare tutti i popoli del mondo nel nome della pace e della fratellanza, senza però mai sostituirsi alle lingue native, per superare pregiudizi e divisioni del mondo contemporaneo, che è divenuto oggi sempre più globalizzato.
Era il 26 luglio del 1887 quando uscì il suo libro che incarnava questo suo obiettivo, aveva per titolo “Linguaggio internazionale del Dott. Esperanto”. In queste pagine, per la prima volta nella storia, un uomo gettava le basi di una nuova lingua ausiliaria internazionale: l’Esperantoappunto.
Ludwik Zamenhof era un intellettuale affascinato dall’idea della pace nel mondo. L’esperanto nacque sulla base su un’idea di futuro incentrata sulla non discriminazione, sul rifiuto di pensiero e cultura unici, e di ogni forma di predominio culturale ed economico da parte dei più forti sui più deboli. Grazie al genio visionario di questo pensatore – polacco, ebreo, medico e linguista vissuto tra XIX e XX secolo – che ha guardato con fiducia al destino del continente europeo e della comunità internazionale, venne alla luce la prima lingua universale.
Ma come funziona l’esperanto?
È una lingua composta da radici di parole appartenenti a lingue esistenti, che sono state scelte rispondendo al principio della massima internazionalità. Unendosi ( ossia ‘agglutinandole’) tra di loro, queste radici possono formare nuove parole. Alla prima pubblicazione, il lessico era formato da radici provenienti principalmente da lingue romanze (latino, italiano, francese), da lingue slave (russo, polacco) e lingue germaniche (tedesco, inglese), ma anche da altre lingue come il greco e il lituano. Col tempo si sono aggiunte anche lingue extraeuropee: Zamenhof infatti la plasmò in vari anni. Ma questo suo progetto non è rimasto solo sulla carta, e nonostante non sia riuscito a imporsi dappertutto, l’Esperanto è parlato da oltre un milione di persone, soprattutto in Cina e Polonia. Le lingue hanno un’importanza fondamentale nella vita di ciascuno di noi, soprattutto delle nuove generazioni: basti pensare che chi impara l’inglese come seconda lingua – è risultato da uno studio – arriva non solo a trovare lavoro con più facilità, ma anche a guadagnare fino al 20 percento in più rispetto a chi invece non lo parla.