Giulio Meotti e Prof. Hillel Weiss*
Caro Papa Francesco, Secondo l’informazione pubblicata dalla Santa Sede, a Maggio Lei intende visitare la Terra d’Israele e la Città Santa di Gerusalemme, la Capitale d’Israele. Speriamo che Lei possa contribuire alla pace nella nostra regione e specialmente a Gerusalemme, poiché Lei influenza un miliardo di credenti.
Benediciamo la sua ispirazione divina nel voler promuovere la pace e la salvezza tra le nazioni del mondo. Per assicurarci che ciò accada, desideriamo sottomettere alla sua attenzione il fatto che la Bibbia è basata sull’atteggiamento del Signore verso il Popolo d’Israele, con la profezia e la promessa divina del loro ritorno dall’esilio al proprio paese e al Monte del tempio, il luogo piú sacro all’Ebraismo.
Speriamo che a differenza della classica posizione cattolica Lei metterà in chiaro che approva il ritorno del Popolo Ebraico a Gerusalemme per stabilirvi il Tempio, come descritto dai Profeti. Dovrebbe quindi pregare che tutti i popoli della terra si uniscano per aiutare nella realizzazione della visione biblica.
Fino ad ora, sfortunatamente, la Chiesa Cattolica stessa s’è rifiutata di essere amica d’Israele e ha invece appoggiato la posizione araba, negando agli Ebrei il diritto di vivere liberi e sicuri nella propria terra.
Chiediamo quindi a Sua Santità di voler annunciare che il ritorno del Popolo Ebraico nella propria terra come promesso nelle Scritture è un Fenomeno Divino e che il Popolo Ebraico ha il pieno diritto di stabilire il proprio regno in Israele e che lo Stato d’Israele è l’espressione politica del Popolo Ebraico. Il Papato deve restituire all’Ebraismo, nella coscienza cristiana, la dignità di una fede millenaria del Popolo del Patto nella propria terra biblica – un concetto negato e combattuto per secoli dalla Chiesa Cattolica.
Lei ha l’opportunità di cambiare la faccia della Storia e speriamo che non sia un’opportunità mancata. Lei è chiamato dal D-io d’Israele a fare ciò che il grande Imperatore Ciro di Persia fece al suo tempo e sarà benedetto per ciò dal Dio d’Israele. Sarà un merito dei piú grandi e verrà registrato come un fatto storico di grande portata che nessun altro Papa prima [di Lei] ha avuto il privilegio di compiere.
Grazie e saluti,
Hillel Weiss, Elkana (Israel) – Giulio Meotti, Roma (Italia)
*Giulio Meotti è un autore e giornalista italiano che pubblica anche su Arutz Sheva. Il Prof. Hillel Weiss è un noto ricercatore nella Facoltà di Letteratura del Popolo Ebraico all’Università Bar-Illan.
La lettera aperta è stata tradotta da Sergio HaDaR Tezza dall’originale inglese pubblicato su: http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/14893
Il traduttore, pur condividendo il resto, non condivide – nel modo piú assoluto e inequivocabile – né l’associazione al papa della parola “salvezza” né il “Sua Santità”, parole e concetti dai quali si distacca esplicitamente e ha anche scritto a proposito al Prof. Hillel Weiss che le faccia ritirare [lui forse, ingenuamente, non ha fatto caso al fatto che si tratta di termini missionari cattolici e assolutamente inutilizzabili da parte di un Ebreo, secondo la Torah, cosí come lo sono da parte dei cristiani non cattolici, sebbene siano di uso corrente in Italiano, lingua fortemente determinata dalla cultura antisemita Greco-Romana e Cattolica, così spesso antitetica alla Torah e all’Ebraismo ad Essa fedele]