“lezar’akhà natatti et ha aretz ha zot – alla tua discendenza ho dato questa terra…”
Nel capitolo 15 del libro di Bereshit, parte finale della nostra parashà, la Torà ci racconta il “berit ben ha betarim – il patto fra le divisioni ” in cui D-o stipula con Abramo, un patto riguardo la concessione della terra di Israele.
All’inizio del libro di Bereshit, Rashì si chiede il motivo per cui la Torà inizia proprio da Bereshit e non dal capitolo 12 del libro di Shemot, dove per la prima volta si nomina il popolo ebraico come popolo vero e proprio;
per questo motivo D-o comanda loro la prima mizvà.
A questa domanda Rashì risponde, dicendo che se non fosse stata descritta l’opera della Creazione, da parte di D-o, tutti avrebbero potuto dire che gli ebrei si sono impossessati di una terra non loro; essendo invece Lui il padrone della Terra, deciderà a chi concedere le sue terre.
In questo passo, D-o conferma ad Abramo la Sua volontà di concedere al popolo la terra di Israele.
Addirittura il testo cita il verbo al passato “lezarakhà natattì” “ho già dato questa terra alla tua discendenza”.
Ciò che per D-o è passato, per noi uomini è futuro; il destino della terra di Israele è quello di essere la terra del popolo ebraico.
Una curiosità che però desta interesse, la troviamo nel trattato talmudico di rosh ha shanà; i maestri sostengono che Abramo nasce nella notte di rosh ha shanà dell’anno 1948 dalla creazione del mondo, circa 3700 anni or sono.
La casualità è che con Abramo, si parla per la prima volta del possesso della terra di Israele da parte della sua discendenza. Israele fu riconosciuta dall’ ONU nel 1948 d.E.V.
Sicuramente i Chakhamim del talmud non potevano sapere questa cosa.
Sarà un caso?
Shabbat shalom