Col permesso dell’autore pubblichiamo un intervento apparso su uno dei forum dove si discute dell’appello Lerner-Ovadia-Della Torre, il gruppo Kol Israel di Facebook. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione della redazione
Miki Steindler
Cari presidenti Riccardo Pacifici e Walker Meghnagi, ho riflettuto a lungo sul vergognoso e infame attacco da voi subito da parte di questa nuova triplice alleanza, un attacco infame e gratuito, una pugnalata alle spalle di cui occorre capire i fini e le motivazioni.
Potremmo accontentarci con l’ovvia considerazione che i tre pennivendoli cercano notorietà, ruoli, prestigio (a breve vi sono le elezioni europee) e un ebreo che attacca un altro ebreo fa sempre notizia, quindi se i tre pennivendoli possono avere un po’ di beneficio personale calpestando altri ebrei, che ben venga, l’importante è andare sui giornali. Chi non ha nulla da dire deve strillare, oppure per farsi sentire, quale miglior strillo di una attacco alle due più importanti Comunità ebraiche d’Italia?
Ma io credo che ci sia, qualcosa di più profondo. L’attacco dei tre pennivendoli rappresenta lo “scontro di civiltà” che percorre tutto l’ebraismo italiano.
Da una parte ci sono due Comunità forti, vive, con un identità chiaramente sionista, che nonostante la crisi economica incrementano le attività; non passa anno che non si aprono nuovi batè hakkeneset; i rabbinati di queste due comunità hanno riconoscimenti a ogni livello, attestazioni di stima da parte di organizzazioni internazionali, e i loro presidenti hanno saputo creare un rapporto con la politica e la società civile basato sul reciproco rispetto, ma sempre a testa alta con l’orgoglio si essere ebrei, senza mai rinnegare la propria identità.
Vi è poi l’ebraismo dei pennivendoli, un ebraismo integrato o forse meglio chiamarlo assimilato, che non ha prospettive future, che trasforma i batè hakkeneset in musei perché non è in grado di riempirli con persone che vadano a pregarci, un ebraismo che si cancella, che si vergogna di Medinat Israel perché nei convegni della sinistra non fa chic essere sionisti, e si sa i nostri intellettualoidi corrono quando i padroni della sinistra fischiano…
Pensano di parlare con la politica, ovviamente solo di sinistra e giocano a fare gli ebrei buoni che fanno bella figura nei salotti, ma il rispetto non sanno neanche cosa sia, perché chi tradisce i propri fratelli non ha dignità e loro non sanno neanche cosa sia.
La lettera dei tre è come il colpo di coda di una bestia morente. Rimangano a scrivere nei loro giornali e a parlare nei loro convegni, noi ci teniamo le scuole e i tempi, e continuiamo fare l’alya nel nostro amato stato d’Israele che sempre difenderemo, anche dai compagni di merende dei nostrani pennivendoli.
Cari presidenti , continuate a sorridere perché voi siete le Comunità e loro il nulla.