Tratto da “Le mie migliori barzellette ebraiche – Daniel Vogelmann”, Giuntina 2010
La Goyà
Sholem prende il figlio da parte e gli dice: “Come sai, noi non siamo osservanti, ma siamo ebrei e dobbiamo restare ebrei. Perciò ti prego di non sposare una goyà“.
Ovviamente, il ragazzo si innamora subito di una ragazza non ebrea. Per fortuna, però, la ragazza si converte all’ebraismo.
Il primo sabato dopo il matrimonio, Sholem telefona a casa del figlio, ma nessuno risponde. Il giorno dopo riprova e trova il figlio.
“Dove eravate ieri sera?”.
“In casa, papà”.
“E perché non avete risposto?”.
“Sai, mia moglie vuole che osserviamo il sabato”.
“Te lo avevo detto di non sposare una goyà…”.
Miracoli
Un prete e un rabbino parlano dei miracoli che hanno avuto in vita loro.
“Un giorno” racconta il prete “mi trovavo in aperta campagna quando all’improvviso è scoppiato un tremendo temporale. Allora ho pregato il Signore, e miracolo: davanti a me pioveva a dirotto, dietro a me pioveva a dirotto, ma sopra a me c’era un bellissimo sole, e così sono tornato a casa tutto asciutto”.
“Ah, questo non è nulla” replica il rabbino. “Lei sa che di sabato noi ebrei non possiamo toccare il denaro. Ebbene, un sabato esco dalla sinagoga e cosa vedo per terra: un portafoglio pieno zeppo di banconote. Allora ho pregato il Signore, e miracolo: davanti a me era sabato, dietro a me era sabato, ma sopra a me era giovedì, e così ho raccolto il portafoglio e sono andato a casa”.
In collaborazione con Cdec – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea